Capitolo 102

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Taylor
Avevo già trovato le foto con Luca, dovevo solo mandarle.
Ritrovare quelle foto era per me come farmi trascinare da brutti ricordi.
Ero vergine.
E Luca mi aveva promesso che sarebbe rimasto, invece no.
Volevo fosse l'uomo della mia vita, la mia prima volta in tutto invece andò via.
Andò via da New York, andò via da me.
Doveva pagarla

Luca
Mi chiamò Alex, risposi subito dovevo spiegargli non potevo tenerlo più per me.
Risposi ma era la voce di un uomo.
«Buongiorno, la chiamo dall'ospedale del mare, ho trovato questo numero tra le ultime chiamate della paziente, è stata trovata completamente incosciente davanti all' University Ox in centro.»
«Oddio, arrivo subito» dissi staccando

Scesi velocemente le scale, presi l'auto e mi diressi immediatamente in ospedale con Marco e Miriam.

Alex
Mi svegliai in ospedale, mi faceva male la testa in un modo tremendo ed in quella stanza c'era un aria irrespirabile.
Il mio cellulare era sul comodino, non riuscivo a prenderlo, non volevo accenderlo dopo ciò che avevo visto.
Volevo uscire un attimo da quell'incubo volevo far finta di nulla chiudermi in una bolla di vetro, per autodifesa.
Improvvisamente vidi entrare Miriam Marco e Luca, e come se lui avesse con un ago rotto la mia bolla.

«Cosa ci fate qui?» chiesi confusa
«Amore mio» disse Luca avvicinandosi
«Cosa ti è successo?» chiese sedendosi sul mio letto.
Nella mia testa giravano ancora le foto di Luca nel letto con Taylor.
Per un attimo una lurida aveva preso tra le mani il mio mondo, aveva toccato le sue spalle aveva fatto l'amore con l'amore della mia vita.

«Non voglio vederti mai più» dissi scoppiando a piangere.
«Cosa è successo? Alex parla» disse abbastanza scioccato.
«Non voglio parlarti, lasciami stare, voglio  andare via da qui» risposi mentre le lacrime continuavano a scendere, era un incubo.
Mi toccano gli occhi bagnati, anche il mio viso lo era
Non riuscivo a concepire ciò che mi aveva fatto, non ci credevo che mi aveva venduto per una gallina da quattro soldi.
Non ci credevo che fosse andato subito via per mettersi nel letto con lei.

«Ti prego, devi parlare, cosa c'è che non va?» chiese anche lui con le lacrime agli occhi.
Io non gli risposi, volevo solo andare via e non vederlo mai più.

Luca
«Alex ti scongiuro» dissi scoppiando a piangere
«Dimmi cosa c'è, ti prego parlami, so di non aver fatto nulla ti prego, voglio capire almeno.» continuai rabbiosamente, avevo capito che c'era lo zampino di Taylor.
Rimanemmo soli, io ed Alex.

«Non mi ami più?» chiesi piangendo
«MI RISPONDI?» urlai con gli occhi di chi voleva essere rassicurato.
Mi sono sentito per un attimo abbandonato.

«Mi hai mentito, mi hai presa in giro, mi hai venduta per una gallina.. te ne sei andato via dal mio esame per metterti nel letto con quella, non voglio vederti mai più.. ti prego non rendere le cose peggio di come sono, non è facile per me..» rispose guardando un punto fisso nel muro.
Si voltò verso di me, con una voce sottile, rotta mi sussurrò «Volevi anche un bambino»
«Mi dispiace io abbia rovinato la tua ...» continuò piangendo come una bambina.

«Non c'è stata nessuna scappata Alex cazzo, credimi, ho occhi solo per te, devi credermi» dissi facendomi prendere dalla rabbia, raccogliendo frettolosamente le sue mani tra le mie.

«Voglio che tu vada via» disse con la stessa vocina sottile di prima, guardando le nostre mani.
«No, non andrò mai via, perché pensi questo?»
«Ci sei andato a letto Luca?..» chiese con lo sguardo perso
«Si, ma non ora..»
«Se siamo qui da due anni.. e da quando siamo qui siamo sempre stati fidanzati, l'ho scoperto solo ora..» rimase per un attimo con il viso perplesso, con quella vocina tremante che mi faceva piangere, non l'avevo mai vista così.

«No, fu molto prima.. credimi» mi calmai per un secondo
«MI STAI MENTENDO» urlò

Il medico disse di uscire, non poteva innervosirsi così io aspettai quindi, fuori la sua camera.

Alex
Ero distrutta, a pezzi, delusa.
Avevo l'anima rotta, non sapevo da dove ricominciare se non da me.
Ero così nervosa, avevo fatto l'esame doveva essere per me un attimo di liberazione da tutto lo stress, non potevo essere così sfortunata.
Lui era stato l'amore della mia vita, il mio primo ragazzo, il primo a cui dato la mia anima, lui non era solo il mio fidanzato era il mio complice, il mio confidente, bastava un bacio per stare tranquilla, il mio mondo erano solo le sue braccia.
Ero abituata a svegliarmi la mattina con lui accanto, era così innamorato.. o forse no.
Insomma, era tutto ciò che io avevo chiesto a Dio.

Dopo due ore però venne qualcuno ad interrompere i miei pensieri.
«Buongiorno, dobbiamo fare i controlli»
«Controlli?» chiesi alzando la testa dal cuscino
«Si signorina, lei ha dormito per un bel po» rispose il medico.
Io riposai la testa nuovamente e mi incantai a guardare il cielo fuori dalla finestra.

«Insomma, non volete sapere nulla?» chiese
«E se fosse incinta?»
«Ah?» dissi
«Sto scherzando, dobbiamo controllare la pressione e se il corpo risponde ai comandi»

Dopo avermi fatto i controlli, mi portarono del cibo ed una bottiglia d'acqua.
Mi squillò il cellulare ed io non avevo il coraggio, ma dovevo rispondere.
«Pronto?..»

BAD BETS: Cattive ScommesseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora