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E così se ne era andato senza dire niente a nessuno.

***

Ma perché?

Forse perché si è pentito di quello che mi ha fatto?

Cara Madisono,Thomas Lee ti sembra uno che si pente di quello che fa?

Ha chiesto scusa.

Non vuol dire nulla.

Per me si e presumo anche per lui.

Decido di non pensarci e di concetrarmi sul biondino davanti a me.

Bello e baciato dal sole.

Sta comodamente bevendo la sua Sprite mentre smanetta al cellulare.

Siamo da poco usciti da scuola, é venerdì e stiamo pranzando con due Sprite in un bar vicino casa sua.

"Mi fissi Mad?" sorride incastrando i suoi occhi nei miei.

"Forse" sorrido imbarazzata.

"Che vuoi fare dopo?"

Ci penso un attimo..."andiamo al bowling?"

I suoi occhi diventarono a cuoricino.

"Piace anche a te?"

"Si"

"Vada per il bowling, ma prima devo passare per casa mia a prendere una cosa"

Annuì.

Avevamo un sacco di cose in comune io e Dan.

Ci piace la Sprite, il bowling e odiamo storia.

Perché cazzo non potevo essere ospitata dalla sua famiglia? No, sono una sfigata quindi devo andare da quei drogati là .

Sbuffai scacciando quel pensiero.

"C'è qualcosa che non va?" chiese preoccupato.

Adoro quando si preoccupa per me, si vede che ci tiene.

"No,andiamo?"chiesi sorridendo.

Si rilassò alzandosi, prendendomi sotto braccetto, pagando e guidandomi verso casa sua.

Non conoscevo praticamente niente di lui e della sua famiglia.

Arrivammo davanti a una casetta, né tanto grande né tanto piccola.

Entrammo e mi invase subito un profumo di lavanda.

Chiusi gli occhi godendomi quel bellissimo profumo e lui se ne accorse.

"Ehm..mia madre è fissata con profumi e candele"

"È buonissimo" esclamai.

La casa era ben arredata, colori semplici sul bianco e beige, decorazioni di ogni tipo.

"Vieni ti faccio vedere camera mia" mi prese la mano facendomi venire qualche brivido.

Erano brividi semplici, forse perché un ragazzo non mi aveva mai toccato con così tanta delicatezza.

Non erano brividi creati da Thomas Lee, quelli erano unici, e sicuramente non li amavo.

La sua camera era semplice,pareti sul grigio chiaro.

"Non c'è nessuno in casa?"

"No, i miei sono al lavoro"

"Sei figlio unico quindi.."

"Già tu?"

"Io ho una sorellina di 5 anni" mi sdraiai sul suo letto accanto a lui.

Non ero in imbarazzo,con lui le cose erano terribilmente semplici e tranquille.

Los Angeles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora