Capitolo 1

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Un terribile suono irrompe prepotentemente nel mio sogno. Chiunque sia non immagina neanche a quale infausto destino sta andando incontro svegliandomi. La musica diventa più familiare e invadente.
Fa che non sia la mia suoneria! Ti prego! Ti prego! Ti prego!.
Quando la voce melodiosa di Adele si diffonde senza riserva nella stanza cantando
"But I set fire to the rain
Watched it pour as I touched your face
Well, it burned while I cried
'Cause I heard it screaming Out your name,
Your name"
Non posso non arrendermi alla dura realtà,è proprio la mia suoneria.
Mi sono ritirata all'alba non ho la forza di aprire neanche un occhio,quindi mio caro smartphone squilla quanto vuoi tanto io non risponderò e mi copro la testa col cuscino. Finalmente cessa di squillare e faccio un sospiro di sollievo,ma dopo un secondo riparte la suoneria. Stessa storia di prima,lascio squillare a vuoto. Quando però torna a suonare per la terza volta,maledico me stessa per non aver messo il silenzioso prima di dormire e dopo alcune imprecazioni tasto il comodino  in cerca del telefono.
<pro...nto...>rispondo con la voce ancora impastata di sonno e con i nervi a fior di pelle.
<Aiko sono Amanda ho combinato un casino pazzesco,tra pochi minuti ho una riunione importantissima,dalla quale dipende la mia possibilità  di far parte a tutti gli effetti di questa azienda e tu sai quanto ho faticato per essere qui. Vero?>
Non aspetta una mia risposta e riprende con il suo monologo< Ho dimenticato i documenti a casa sono in un raccoglitore blu appoggiato sull'isola della cucina. Devi andare a prenderli e portarmeli qui. Io non posso muovermi perché ho altre cose da finire prima di questa fottuta riunione. Devi andare in fretta..>
Tutto quello che riesco a capire è bla,bla,bla.
Silenzio.....
<Aiko?>
<mmmh...>
<hai capito cosa ti ho detto?>
<si.... casa.... blu.... perfetto>Ripeto a caso le poche parole che ho recepito.
<AIKOOOOOO >Urla con quanta voce ha in gola la mia amica.

Ok penso mi abbia rotto un timpano. In più,a causa delle sue grida come quel figaccione di Tarzan ,mi ritrovo a terra aggrovigliata nel lenzuolo e non so dove sia finito il telefono. Seguendo la voce della mia amica riesco a trovarlo e controvoglia lo porto di nuovo all'orecchio,per niente pronta ad una sua sfuriata.
<Amanda?che c'è?>Le chiedo esausta e speranzosa di poter tornare presto al mio sonno.
Lei mi ripropone il monologo che ha espresso prima e riattacca senza che io possa oppormi o acconsentire.
Odio davvero quando fa così,deve pur capire che il mondo non ruota intorno a lei e che il mio cervello prima di iniziare a funzionare come si deve ha bisogno di almeno otto ore di riposo.
Mi concedo un lungo sospiro di frustrazione e con la poca forza di volontà che mi appartiene apro gli occhi.
Ok Aiko fino a qui è fatta,ora devi solo alzarti e fare ciò che ti ha detto.
Come se fosse semplice!
Perché anche se in questo momento vorresti ucciderla è pur sempre la tua migliore amica e le vuoi un bene dell'anima.
Con lo spirito combattivo di un lombrico mi dirigo in bagno,mi lavo i denti,metto un paio di jeans e una t-shirt e scendo le scale.
Passo davanti la cucina e mi avvio verso la porta d'ingresso come uno zombie. Mia nonna seduta al tavolo mi osserva divertita e fa una smorfia. La guardo per un nano secondo,ma non ho la forza di chiederle il perché e continuo indisturbata il mio tragitto.
Arrivata all'ingresso,dove è appeso un grande specchio,osservo attentamente la mia immagine riflessa e cerco di ricordare da quanto tempo gli uccelli abbiano fatto un nido sulla mia testa.
Nonché mi dispiacerebbe sono una vera amante degli animali,ma se il nido è vuoto mi sembra una presa in giro. Ahimè con grande gioia risalgo le scale,vado in bagno e cerco di districare la mia indomabile chioma .
Se il buongiorno si vede dal mattino,questa sarà una giornata catastrofica.
Decido di legarli in una coda di cavallo ed esco. Per fortuna la mia migliore amica è anche la mia vicina di casa,le nostre abitazioni sono una di fianco all'altra. Con qualche minima  differenza:la mia  è una piccola struttura arancione,con le finestre e la porta che le danno le sembianze di una emoticon con la bocca spalancata e che sembra stia per cadere rovinosamente da un momento all'altro. Tanto che alcuni fanno scommesse sul giorno in cui accadrà. La sua casa,invece, è una dimora di tutto rispetto,tre piani,contornata da colonne,un giardino che sembra incantato con al centro una fontana e perfino i sette nani,manca solo biancaneve a completare il quadretto.
OK si lo so!
Proveniamo da due mondi differenti,ma questo non ci ha mai divise,lei è come una sorella per me e anche se in questo momento la detesto per avermi svegliato,non ci penserei due volte a buttarmi nel fuoco per lei.
Suono il campanello e la signora Johnson mi viene ad aprire perfetta e sorridente come sempre. Dopo averle detto perché mi trovo lì,prendo il raccoglitore blu,le do un bacio sulla guancia e mi avvio alla Bennet's Corporation.
Solo il nome mi mette in soggezione.
In realtà non ci sono mai stata, prendo il bus  e chiedo all'autista,il quale mi informa scocciato che si trova proprio di fronte alla fermata dell'autobus. Metto gli auricolari nelle orecchie e aspetto di arrivare lì.
Ora che ci penso è da un po'che non prendevo il bus,più o meno da quando ho finito la scuola e non mi manca minimamente. Ricordo ancora le battaglie per trovare un posto a sedere,vestiti mandidi di sudore nei mesi più caldi. Quando le porte si aprivano vedevi Lucifero con tanto di forcone sorriderti sornione accogliendoti nell'inferno per noi studenti di ritorno a casa. Come anime dannate stipate in uno spazio ridottissimo,in cerca di uno spiraglio di ossigeno.
Dopo quindici minuti e una lotta agguerrita con le mie palpebre per farle rimanere aperte,finalmente arrivo a destinazione.
Guardo il cielo nuvoloso e spero vivamente che non gli venga in mente di scaricare la sua rabbia prima che io abbia fatto ritorno a casa.
 Aspetto che il grande mezzo riparta, così guardo davanti a me e resto senza fiato ammirando l'immenso grattacielo.
È una costruzione moderna ,le grandi vetrate riflettono il cielo e lo fanno sembrare infinito.
Mi incammino a passo svelto ricordando la disperazione nel tono di voce di Amanda. Attraverso la grande porta in vetro,ed entro in una stanza ampia con un pavimento talmente lucido da potersi specchiare,con la bocca spalancata da tanta maestosità mi avvio verso quella che credo sia la reception. La bionda dalle tette rifatte dietro la scrivania,mi guarda dalla testa ai piedi con una smorfia,poi si stampa un sorriso fintissimo in viso<Buongiorno cosa posso fare per lei?>
Faranno un corso per insegnare loro a fingere..
<Buongiorno!sono Aiko Morris,sono qui per portare dei documenti di vitale importanza alla signorina Amanda Smith!>
Ok dalla mia faccia e dal mio tono di voce sembra che tra le mie mani ci siano documenti che possano portare alla terza guerra mondiale e dal fatto che io riesca o meno a consegnarli dipenda il destino del mondo.
Infatti è così che mi sento come un soldato a cavallo che attraversa la foresta per entrare in territorio nemico,con in mano la pergamena della pace.
Pensiero degno del peggior libro melodrammatico di sempre.
<Si la signorina Smith mi ha informata della sua venuta. Prenda l'ascensore sulla sinistra e vada al dodicesimo piano.> la guardo cercando di capire se è una specie di ventriloquo,dalla sua bocca escono suoni,ma sembra muoversi impercettibilmente.
Lei inarca un sopracciglio curiosa ed io la ringrazio e mi avvicino all'ascensore. Quando arriva al mio piano escono almeno una quindicina di persone,vestite di tutto punto,tutte prese dai loro cellulari ed io mi sento una povera stracciona. Con questi pensieri poco felici entro nell'ascensore.
C'è solo un'altra persona dentro insieme a me e schiaccio il numero dodici. Le porte stanno per chiudersi quando entra un uomo di almeno due metri,con delle spalle immense,occhiali da sole,giacca e cravatta,e mi fa un cenno col capo in segno di saluto,io mi limito a sorridergli. Dietro di lui avanza l'uomo più bello che abbia mai visto,ma che dico!?l'uomo più bello che possa esistere in tutto l'universo.
Capelli mossi e scuri,occhi neri come petrolio,spalle larghe e alto almeno un metro e novanta. Il vestito elegante mette in risalto le sue gambe muscolose.
Mi riprendo prima che inizi ad uscirmi la bava di bocca e mi do un contegno fingendo di leggere qualcosa sul mio telefono.
Dopo qualche attimo  mi accorgo che gli occhi profondi di quell'uomo sono puntati su di me. Nascondendo l'imbarazzo faccio un debole sorriso,ma lui non cambia espressione e continua a guardarmi così intensamente che mi sembra di essere nuda ed avere freddo.
C'è qualche spiffero d'aria nell'ascensore?no eh?!
Spero davvero che questo coso super lussuoso sia anche super veloce,perché il tipo non smette un attimo di fissarmi ed io non vedo l'ora di uscire da qui. Ora inizio a sentire davvero tanto caldo,mi sembra di essere una donna in meno pausa,in piena tempesta ormonale .
Arrivati al settimo piano,l'unica altra persona,oltre il gorilla,il  dio greco e me, esce dall'ascensore.
<Questo posto è rinomato per la sua eleganza e lei signorina è proprio un pugno nell'occhio>
Guardo Mario Bros che cade in un dirupo sul dispaly del mio telefono e quando la scritta Game over lampeggia invadente quelle parole mi colpiscono in pieno,mi giro a guardarlo con gli occhi sgranati sperando di aver sentito male.
Lui intanto mi squadra da testa a piedi come se mi stesse esaminando.
Dopo un attimo di smarrimento,mi schiarisco la voce.
<Come scusi?>
<Ha sentito benissimo!> e il suo volto impassibile non si smuove di una virgola.
Sento un fuoco che si propaga in tutto il corpo e ho voglia ti tirargli un pugno su quel viso perfetto
Oh marte!dio della guerra confido in te,infilza questo pallone gonfiato e toglimelo da davanti.
AIKO RESPIRA
Calma...
Tu sei superiore
E dopo un lungo sospiro le mie labbra assumono la forma di un sorriso malefico e rispondo.<Non so chi sia lei e sinceramente neanche mi va di saperlo,perché mai e poi mai vorrei fare conoscenza con persone vuote e prive di significato per le quali l'apparenza è tutto. Sa si dice che può smuovere il mondo più un uomo vestito in pantaloncini e t-shirt che un uomo in giacca e cravatta. >
ok penso di averlo inventato sul momento,ma la situazione è quella che è,e la mia mente non è in grado di elaborare frasi più sensate...
<Come dice sempre mia nonna non bisogna giudicare un libro dalla copertina. E mai come in questo momento la veridicità di questo detto è più palese. Non lavoro qui e quindi non sono costretta a vestirmi in quel modo impettito ,con un tubino tanto stretto da stritolare le tette come quelle finte della bionda a piano terra che possono esplodere da un momento all'altro. Sono qui per portare questi documenti alla mia migliore amica>
E alzo la cartellina blu che ho nella mano
<Anche perché non mi sognerei mai di lavorare in un posto dove la povera ragazza di turno ,che è qui per cercare di ottenere un lavoro decente, è spremuta come un limone e può solo permettersi poche ore di sonno>
Detto questo le porte dell'ascensore si aprono.
Grazie Marte ereggerò una statua in tuo onore !
Mi fiondo fuori e mi avvio verso alcuni uffici. Dopo pochi passi vedo sbucare la faccia pallida di Amanda.
<Oh mio Dio! Pensavo non saresti mai arrivata in tempo!> e mi lascia un bacio sulla guancia.
<Ehi non dubitare mai della tua bellissima e fantastica amica. Comunque potresti semplicemente dire al tuo capo di non accollarti anche il suo lavoro,di iniziare a fare  ciò per cui viene pagato e di lasciarti libera di bere almeno un drink ogni tanto,anche perché la sottoscritta non ti vede da almeno una settimana.>
Nel frattempo la mia amica ha cambiato la sua espressione da pallida e cadaverica a prossima alla morte,inizio ad avere paura che possa svenire a momenti.
<Buongiorno signor presidente>e lo dice quasi come un sussurro.
Io mi volto molto lentamente terrorizzata dalla sua espressione sempre più spaventata. Quando mi giro completamente ho la mascella a livello delle caviglie e gli occhi sgranati.
Ha detto presidente giusto?  E dietro di me c'è solo il pallone gonfiato dell'ascensore,colui che ha lasciato a casa le buone maniere. Ma no Aiko sta tranquilla non è come pensi!.
L'uomo mi guarda come si fa con un povero moscerino che è caduto in acqua e sta annaspando e sorride in un modo che mi fa rabbrividire. Qualcuno chiama Amanda e lei dopo essersi scusata si allontana,non prima però di avermi lanciato un'occhiataccia come a dire "ne riparliamo dopo"
E adesso che faccio?
Siamo solo io e lui. La parola imbarazzante sminuisce di parecchio la situazione.
<Andiamo!>mi guardo intorno per capire con chi stia parlando,quindi mi indico chiedendo se ce l'avesse proprio con me. Non mi risponde e continua ad avere un'espressione imperturbabile.
Le mie gambe sono pesantissime e mi sento a disagio.
Noooo!scommetto che mi porterà nel parcheggio sotterraneo,mi ucciderà metterà il mio corpo nel portabagagli e dirà al suo gorilla di occultare il mio cadavere.
Si gira di scatto e mi fulmina con lo sguardo. Deglutisco e decido di seguirlo.
Tanto non ho niente da perdere... Si come no ?!

Ciao a tutti ho deciso di iniziare a scrivere anche io,ovviamente non mi reputo una vera scrittrice ,ma mi piace poter raccontare ciò che la mia fantasia partorisce.
La storia,i nomi dei personaggi e i loro caratteri sono inventati.
Fatemi sapere se vi piace o anche se non vi piace😉😉😉

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