Capitolo 10

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Dopo due giorni dalla mia caduta, sono finalmente uscita ed ora sono in giro con Pepper, che mi sta facendo vedere cosa hanno fatto in questi giorni.

I miei genitori e Felix si alternavano per prendersi cura di me, il che è stato davvero molto dolce.

Soprattutto Fel, non voleva lasciarmi mai da sola. È stato carino a preoccuparsi così tanto, anche se non c'è ne era bisogno.

«Domani che facciamo?» chiedo quando siamo quasi arrivate in hotel.
Manca meno di un'isolato, intravedo già la scritta luminosa dell'albergo.

Ho il fiatone perché ammetto di starmi stancando. Ma è normale, l'infermiera mi ha spiegato che per i primi giorni sarà così.
Per Yosemite, però, starò benissimo.

«Felix voleva andare all'osservatorio ed anche mamma. Poi credo che ce ne andiamo da Los Angeles.»

Annuisco. Mi farebbe piacere vederlo, ma da un lato non voglio andarmene. Qui è bellissimo.

Mi piace il caos che c'è, le giornate solari e calde, tutto il contrario dell'Inghilterra.

Scherzando e ridendo é già quasi passata una settimana. Mi sembra ieri di aver preso l'aereo per venire qui, ma in realtà è stato sei giorni fa.

Io e Pepper arriviamo velocemente fuori l'hotel, io con ancora il fiatone ed il cuore che batte velocemente nella cassa toracica.

Vicino la porta principale, vedo Felix fumare una sigaretta.

«Entriamo?» mi chiede Pepper, guardandomi distrattamente dato che ha il telefono in mano.

«Tu inizia ad avviarti, io arrivo subito.» Affermo facendole segno e vado da Felix.

«Non pensavo fumassi.» gli dico appena solleva lo sguardo su di me.

«Non sai tantissime cose su di me, Cara.» Allontana la sigaretta dalle labbra e alza la testa lasciando il fumo.
È un gesto insignificante, ma lui lo rende estremamente bello.

«Sembra una frase di un film, Fel.» ridacchio.

Lui, però, mi guarda serissimo. «La nostra vita è un po' come i film. Sono ispirati alle nostre vite, frasi comprese.»

La sua frase mi fa spegnere subito il sorriso. È freddo e distaccato, un ragazzo completamente diverso da quello che ho conosciuto.

«Uhm... forse hai ragione.» Sussurro sentendomi a disagio. Poi, per cambiare quella situazione, me ne esco con una delle mie domande stupide ed inappropriate. «I tuoi lo sanno che fumi?»

«Non fumo sempre, Cara, solo per levare lo stress.»

Non risponde alla mia domanda e la cosa mi fa imbestialire. Che li costa dire si o no?

«Ed i tuoi lo sanno?» ritento, mettendo le mani nelle tasche posteriori dei jeans.

«No.» sbuffa, poi si gira un attimo verso l'interno dell'hotel. «Vuoi provare?»

«A fumare?» Chiedo appena riporta lo sguardo su di me.

Felix sorride. «No, Cara. A guidare. Certo che intendevo fumare!»

Io alzo le mani in segno di resa. «Scusa, non incavolarti.»

Senza che io acconsenta, Felix prende un'altra sigaretta dal pacchetto e l'accende, poi me la passa.

Io sono immobilizzata. Non ho mai fatto cose del genere.

La afferro titubante e la porto vicino le labbra. «Come si fa?» chiedo quando la parte gialla mi sfiora le labbra.

Felix sorride e si porta la sua sigaretta a le labbra. Non capisco bene ciò che dice, ma cerco di fare attenzione ai suoi movimenti. «Devi mettere la sigaretta così, ispirare il fumo e poi dopo qualche secondo rilasciare.»

Provo a fare ciò che dice ma, appena il fumo giunge nella mia gola, inizio a tossire.
È aspro e brucia. Non mi piace per niente.

Felix ride, probabilmente per le facce che sto facendo.
Continuando tossire, ma con il sorriso sulle labbra, gli dò un colpetto sul braccio.

«Ti odio, è orribile.» Riesco a dire una volta calmata. Ho ancora la sigaretta tra l'indice ed il medio, ma non credo la finirò.

«Non è vero.»

Non capisco se si riferisce al mio "Ti odio" oppure al "è orribile" fatto sta, scuoto la testa.

Felix è particolarmente bello in questo modo. Con il piercing, la sigaretta tra le labbra e gli occhi cristallini.

Nonostante io sia contro il fumo, devo dire che a lui non fa un brutto effetto. È decisamente sexy.

«A che stai pensando?» mi da una piccola gomitata, facendo un'altro tiro.

Sto per rispondergli con qualche banale scusa, quando sento una voce familiare chiamarci.

«Ragazzi?»

Quando mi giro trovo i nostri genitori che ci guardano sbalorditi. Porto lo sguardo da loro, a Felix che è improvvisamente impallidito e alla sigaretta che ho ancora in mano.

«Uhm... hey.» riesco a dire tra l'imbarazzo.

Felix, senza farsi vedere dai nostri, mi sfila la sigaretta tra le dita e la butta a terra. Poi la calpesta in modo da spegnarla, ma oramai non ha più senso. I miei l'hanno già vista tra le mie mani.

«State fumando?» Pepper arriva dietro di loro ed io mi vorrei solo dare un pugno da sola.

Ottimo tempismo, sorella.

«Tu che dici?» Felix risponde abbastanza brusco, incrociando le braccia al petto.
Lui non ha buttato la sua sigaretta.

«Felix.» Philip gli manda un'occhiataccia che, personalmente, mi fa paura. Non capisco come faccia a non temere suo padre.

«Cara, che cos'hai in testa? Fumare a diciassette anni? Non sei neanche maggiorenne!» Mio padre quasi urla ed io mi sento mortificata. Non per la sgridata in se, ma perché sta dicendo tutte queste cose in mezzo alla strada.

Sto per dire qualcosa, ma Felix mi precede. «Signor Murphy, è colpa mia. Cara non ha mai fumato eccetto per oggi, ma sono stato io a spronarla a farlo. Non se la prenda con lei.»

Mi giro verso di lui. «Fel...»

Mio padre guarda Philip, che annuisce. «Cara, Pepper, andate in camera a prepararvi per la cena. Noi dobbiamo parlare un attimo con Felix.»

Vorrei ribattere che non mi muovo da qui, ma le parole non mi escono di bocca. Tutti gli adulti hanno facce sorprese e avvilite.

Felix è preoccupato, così, prima di andarmene, mi allungo sulle punte e gli dò un bacio sulla guancia. «Buona fortuna.» bisbiglio in modo che solo lui mi senta.

Mi sorride e sento il suo sguardo fino alle porte dell'ingresso. Quando sono dentro e mi giro, dalle vetrate vedo solo Philip che parla arrabbiato gesticolando e Felix con la testa china, ma con ancora il sorriso sulle labbra.

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-sil 💗

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