Capitolo 23

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Quando l'aereo atterra, qualcosa di fastidioso si presenta nel mio petto. Mi ricorda che è tutto finito, che non ci sarà più Felix dal vivo ogni mattina a venirmi a svegliare, a portarmi in nuovi posti e a creare nuove avventure.

«Stai bene?» Mi chiede mio padre appena mi slaccio la cintura e mi alzo. Annuisco, ma non è vero.

Perché il destino ha voluto che il ragazzo che mi ama -e che io amo- sia dall'altra parte del mondo?

Pepper mi fissa con uno strano sguardo. Aveva detto che appena saremmo tornati sarebbe andata da Christofer, per farsi dire bene le cose. Credo che il piano sia ancora quello, anche se non le parlo da giorni.

Ho ancora il libro stretto tra le mani, ho passato tutto il viaggio ad assicurarmi che non si rovinasse. Quella dedica adesso vale più della mia stessa vita.

Appena usciti dall'aereo, mentre camminiamo per andare verso l'uscita dell'aeroporto, chiamo Felix.

Squilla per un po', ma poi la sua fantastica voce sostituisce la suoneria.
«Cara, sei arrivata?»

«Sí.» Dico con voce flebile. Il cuore mi batte all'impazzata. «Adesso sono scesa dall'aereo. Tu sei arrivato a Denver?»

«Sí, qualche ora fa. Com'è andato il volo?»

«Bene... ho letto un po' del libro.» Dico facendoli intuire anche della dedica. Anche se non ce ne è bisogno, perché gli ho scritto un messaggio dicendo che lo amo anche io.

«Anche io. L'ho già quasi finito.»

Rido. Mia madre si gira a guardarmi e sorride, deve aver capito che è Fel. «Non ti ho scritto una dedica, però.»

Dal tono che usa deduco stia sorridendo. «Ma mi hai mandato quel messaggio, che vale molto di più.»

Il mio cuore fa un sussulto. Potrebbe essere più dolce di così?

«Bè, è vero. Comunque, che stai facendo?»

«Prima che mi chiamassi stavo beatamente dormendo.»

Divento rossa dall'imbarazzo. L'ho svegliato. «Oddio scusa! Non ho pensato al fuso orario.»

«Tranquilla, preferisco parlare con te.»

Arrossisco di nuovo, ma per un motivo ben diverso. «Mi farai venire il diabete, Fel.»

Scoppia a ridere. Avrei dovuto registrare la chiamata, in modo da sentire tutte le cose dolci che mi sta dicendo ogni volta che voglio.

«In quel caso verrei da te, per assicurarmi che guariresti.» Me lo immagino steso sul letto, un braccio sotto la testa ed il sorriso sulle labbra.

«Uhm...» Rispondo solo, perché mi lascio prendere dai ricordi di ieri sera, a quando stavamo ancora insieme.

«Cara?» Ridacchia. «Ci sei?»

«Io... uhm... si, ero solo distratta.» Da te, vorrei aggiungere, ma non lo dico.
Lo sento sospirare.

«Vuoi che ti chiami dopo?»

Rispondo troppo di fretta e a voce troppo alta. «No!»

Non voglio chiudere. Non voglio passare neanche un'ora senza sentire la sua voce.

Lo sento ridere. «Calmati, piccoletta, anche se ti adoro da arrabbiata resta tranquilla.»

Inarco un sopracciglio, anche se non può vedermi. «Stai rischiando la morte, lo sai?»

The journey of my heart Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora