Capitolo 15

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Io, Felix e Pepper camminiamo l'uno di fianco all'altra, nonostante io e mia sorella siamo ancora litigate.

«Io non ce la faccia più.» Borbotta Pepper mentre imbocchiamo un sentiero. «Il Sequoia National Park non poteva essere più piccolo?»

Io alzo gli occhi al cielo e Fel ridacchia.

Dopo ieri non siamo più riusciti a stare da soli, ma va bene così. Infondo siamo stati insieme fino alle sette di sera.

«Dai Pepper.» La riprende mio padre. «Siamo qui da soltanto cinque ore.»

Cinque ore di passeggiata, vorrei aggiungere, ma sto zitta. Mi piace pensare che è un allenamento per Yosemite.

Qui non c'è praticamente niente: ci siamo inoltrati in uno dei sentieri più lontani, per cui siamo solo noi e la natura.

Gli alberi sono altissimi e camminiamo nell'ombra, gli insetti ci ronzano in torno e gli unici rumori che si sentono -escludendo le lamentele di mia sorella- sono i nostri respiri ed i nostri passi.

Pepper si allontana velocemente, al ché mia madre la guarda preoccupata. «Dove vai?»

Pepper si gira verso di noi. «Vado a cercare un punto dove prende. Voglio fare una videochiamata con Christofer.»

Mia madre è ancora preoccupata, così le metto una mano sulla spalla. «Tranquilla, la seguo io.»

Felix si allarma subito. «Vuoi che venga con te?»

Scuoto la testa sorridendo. «Non vado mica in una spedizione militare, mi assicuro solo che non si allontani troppo.»

Senza aspettare la risposta di nessun altro inizio a seguire Pepper.
Per i primi cinque minuti le sto a debita distanza, un paio di metri indietro.

Ma dopo lei accelera ed ha le gambe più lunghe delle mie così ben presto la perdo.
Mi giro e non trovo più neanche Felix ed i miei genitori.

«Pepper?» Chiamo, invano. La mia voce è abbastanza alta da sentirsi nelle vicinanze, ma non sento risposta.

«Felix?» Riprovo con lui, ma non ottengo risposta, di nuovo.

Inizio a girare intorno mentre il panico mi assale. Ho seguito Pepper non facendo attenzione alla strada di ritorno, ho abbandonato il sentiero e sono lontana dal rifugio.

Qui è pieno di animali e se ne venisse uno pericoloso sarei sicuramente morta.

Inizio a richiamare Pepper, i miei genitori, Felix ed i suoi genitori. Provo a prendere il telefono ma non c'è servizio.

Manca poco che mi metta a piangere.

Solo per seguire quella stupida di mia sorella, con cui ho pure litigato.

Chiudo gli occhi, cercando di ragionare. Sto andando nel panico e sono sicura che girare a vuoto urlando non migliorerà la situazione.

Decido di fare la scelta più logica: mi siedo a terra, appoggiando la schiena contro il tronco di un Sequoia, e aspetto.

La gola è secca perché non bevo da quasi tre ore e le gambe mi fanno male dato che stiamo camminando dalle otto del mattino.

Aspetto per non so quanto tempo, so solo che le mani ad un certo punto si addormentano, dando quel formicolio fastidioso che tanto odio.

Nella mia mente inizio a vedere i peggio scenari. Io che non torno più a casa. Niente più college. Niente più pigiama party con Lizzy e con Jay che li rovina.

Lacrime calde solcano le mie guance e ben presto inizio a singhiozzare. C'erano così tante cose che volevo fare prima di morire.

Perché lo so, se non riesco a trovare i miei presto morirò di sete qui.

Volevo vedere Yosemite. Volevo chiarire con Pepper. Volevo dichiararmi a Felix, anche se non adesso. Ma un giorno l'avrei voluto fare.

E adesso mi ritrovo in mezzo al nulla, da sola, mentre il sole sta tramontando e la sete non fa che aumentare.

Mentre penso che è finita, che non c'è più nulla da fare, sento una voce chiamarmi in lontananza.

Le riconosco: sono le voci dei miei genitori, Pepper e la famiglia Walter insieme.

«Sono qui!» inizio ad urlare. Mi alzo con un movimento veloce e mi gira forte la testa, all'inizio, ma non ci faccio tanto caso e mi asciugo le lacrime.

Appena li vedo, tutti preoccupati per me, corro tra le sue braccia. Non quelle di mia madre, ne quelle di mio padre, ma tra quelle di Felix.

Inizio a piangere di nuovo sulla sua spalla, mentre lui mi stringe a sé. Inizia ad accarezzarmi la schiena cercando di calmarmi.

«Va tutto bene.» Sussurra, ma lo sentono tutti. «Non piangere, è passato, sei con noi adesso.»

Lo stringo più forte. Mi sono spaventata da morire, credo di non aver mai provato così tanta angoscia in vita mia.

«Ho avuto paura.» Singhiozzo ancora appiccicata a lui. Non ho intenzione si allontanarmi per le prossime ore.

«Lo so. Anche io.»

Se non fossi così spaventata e presa dal piangere, probabilmente mi scioglierei sentendogli dire tale parole.

Dopo un tempo indefinito -ma che secondo me è ancora troppo breve- mi separo da lui.

Mia madre mi accarezza in viso e mio padre mi dà un bacio sulla fronte. I genitori di Felix mi abbracciano e Pepper mi guarda con le lacrime agli occhi.

«Cara io-» È sull'orlo del pianto. «Mi dispiace così tanto.»

Non ci mette tanto a scoppiare in lacrime. Per quanto sono ancora arrabbiata, ferita e delusa da lei, odio vederla in questo stato.

Così mi ritrovo ad abbracciarla e a dirle che non fa niente, che sto bene e che questo è l'importante.

Felix mi guarda orgoglioso e, quando mi sorride, non posso che farlo anche io.

Suo padre gli dà una pacca sulla spalla, e tutti ci guardano.

Mentre io e Pepper siamo ancora abbracciate, mi bisbiglia dell'orecchio. «Mi sbagliavo su di voi. Era preoccupatissimo, ci tiene davvero tanto a te.»

Non posso non guardare di nuovo Felix. Ha le mani in tasca e si tortura il piercing con il labbro.

Facendo finta di darle un bacio sulla guancia, rispondo: «Invece avevi ragione tu. Non voglio illudermi.»

Pepper mi stringe più forte e poi si allontana.

Fel non perde tempo ad avvicinarsi, prendermi la mano e non me la lascia più fin quando non siamo in macchina.

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-sil 💗

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