Capitolo 17

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Il giorno dopo facciamo una passeggiata a Yosemite.

Oggi pomeriggio dobbiamo partire per San Francisco, ma voglio godermi a pieno questi attimi qui.

Ieri sera siamo andati a mangiare in una tavola calda in mezzo al bosco, mi sono divertita un mondo. C'era una band che suonava musica country, inutile dire che io e Pepper ci siamo scatenate come delle pazze.

Anche Felix ha ballato con noi, un paio di canzoni, ma sembrava molto distaccato.

Stamattina, invece, è il solito. Forse ieri era stanco, dubito c'entri la conversazione avvenuta nel pomeriggio.

Felix ha un braccio intorno alle mie spalle. Quando mio padre l'ha guardato strano, ha chiarito dicendo che lo fa per non perdermi di nuovo, così mio padre l'ha lasciato stare.

Solo che quando cammina e la sua mano tocca la parte nuda del braccio mi viene la pelle d'oca e spero con tutto il cuore che non se ne accorga.

«Tutto okay?» Felix mi sussurra le parole vicino l'orecchio per non farsi sentire dagli altri.

"Non va okay niente" Vorrei rispondergli. "Sto per andare a fuoco."

«Certo.» Bisbiglio. «Perché non dovrebbe?»

Felix fa spallucce. «Non lo so, hai una faccia strana.»

Prima che possa rispondere, come al solito, mia madre ci interrompe. «E voi due, lì dietro, di che cosa state parlando?»

Sento la faccia andare in fiamme, così dico la prima cosa che mi viene in mente.

Dico: «Dell'inquinamento.» mentre Felix dice: «Della scuola.»

Pepper scoppia a ridere ed io mi porto una mano sulla faccia.

Allora Felix cerca di rimediare al casino che stiamo facendo. «Uhm... dell'inquinamento a scuola e a come si dovrebbe fare più... raccolta differenziata.»

Balbetta: è palese che non stavamo parlando di questo. Persino un bambino di tre anni potrebbe rendersene conto.

«Certo, Felix, ci crediamo.» Dice con una risatina mia sorella.

I nostri padri si lanciano un'occhiata mentre mia madre e Jennifer si guardano piene di intesa.

Stoppo subito le loro fantasticherie. «Dio, smettetela di guardarvi in quel modo. Non stavamo facendo nulla di male.»

Felix ridacchia divertito e Philip alza le mani in aria, sorridendo, come per difendersi.

Io dò una gomitata nelle costole al ragazzo al mio fianco. «Invece di ridere, puoi aiutarmi?»
Dico a denti stretti.

Lui annuisce appena e poi dice agli adulti: «Non stavamo dicendo nulla di male, le ho solo chiesto come stava.»

Non intendevo "allarmare i miei genitori", ma va bene lo stesso.

«Tesoro, va tutto bene?» Chiede mia madre ed io alzo gli occhi al cielo.

«Certo che si.» Rispondo automaticamente. «Felix me l'ha chiesto solo perché...»

Perché me l'ha chiesto? Penso dentro di me. Forse non c'è un perché, gli andava e basta.

«Perché so che è triste che dopo partiamo.» Continua immediatamente Felix, non lasciando che gli altri si accorgano che non lo sapevo neanche io.

Mio padre annuisce e riprende a camminare. Ben presto tutti lo imitano ed io lascio un sospiro di sollievo.

Felix riprende a circondarmi le spalle con un braccio ed io gli lancio un'occhiataccia che lo fa ridere.

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