Capitolo 40

1.6K 92 20
                                    

Felix's pov

Quando io e Cara finiamo la videochiamata scendo le scale per andare a prender un bicchiere d'acqua, sentendo un'irrefrenabile sete.
Sono stato più di due ore in videochiamata con la mia ragazza ed ad ogni secondo che passa mi rendo conto che mi manca sempre di più.

Gli altri, che vivono vicino a lei, sono fortunati e neanche se ne rendono conto.

Arrivo in cucina praticamente correndo, bevo tutto d'un sorso l'acqua e, quando sto per risalire in camera mia, sento i miei genitori parlare.
I miei piedi si fermano da soli quando sento il mio nome.

«Felix dov'è?» Sta chiedendo mio padre, con la voce roca che usa quando è particolarmente triste.

Aggrotto la fronte, confuso.

«È in camera sua.» Mi immagino mia madre, seduta di fianco a lui, mente gli accarezza la mano.
Mi sporgo un po' per vedere se ho ragione, ma senza farmi beccare. «Sta facendo una videochiamata con Cara.»

Papà annuisce, lo sguardo sempre più cupo. «Sono contento di averlo visto innamorato prima di...» Si blocca sulle sue parole, mia madre si porta una mano sulla bocca, come se stesse per vomitare.

«Oh Philip!» Poi scoppia in un pianto liberatorio e si stringe a mio padre.

Non capisco, ma ho come una brutta sensazione appiccicata addosso. E so che, l'unico modo per levarmi il brutto presentimento, è entrare in salotto e chiedere perché mia madre sta singhiozzando e chiamando mio padre con voce rotta.

La scena fa così male che ho un tuffo al cuore.

«Mamma.» Mi schiarisco la voce, preoccupato. Mio padre, vedendomi, sobbalza leggermente, ma la sorpresa sul suo volto sparisce dopo qualche secondo. «Cosa sta succedendo?»

Poi padre scuote la testa e stringe mia madre più a sè, sussurrandole qualcosa tipo: «glielo devo dire, tesoro.»

Lei annuisce, gli stampa un bacio sulle labbra e se ne va. Quando mi passa vicino, mi sfiora il braccio in un gesto affettuoso, con uno sguardo pieno di dolore e compassione.

Mi sto iniziando a spaventare e, appena mio padre dice di sedermi vicino a lui, il cuore mi martella troppo veloce nel petto.

«Durante la vita, Felix...» Inizia mio padre con un sospiro. «...succedono cose che non vorremmo e cose non possiamo evitare.»

«Papà, cosa sta succedendo?» Ripeto, stringendo con forza il cuscino del divano. Ho la sensazione che non è nulla di piacevole.

Mio padre chiude gli occhi e, quando li riapre, scopro che sono lucidi. Non ho mai visto mio padre piangere.
«Mi hanno diagnosticato un tumore, una settimana fa. I medici hanno detto che mi rimane meno di un mese. Mi dispiace tanto, bambino mio.»

Rimango interdetto per qualche secondo, riflettendo sulle sue parole. E, quando capisco tutto, è come ricevere una coltellata in pieno petto.
Mio padre ha un tumore. Morirà.

«Cosa-» La voce mi si blocca in gola ed escono solo parole sconnesse. Sono così addolorato e schioccato che mi sembra di stare in un universo parallelo, surreale. Mi dimentico quasi come si fa a respirare. «Come-»

«Quando eri a Londra mi sono sentito male e, all'ospedale, hanno scoperto del tumore. Ma a quanto pare c'era da un bel po' e adesso è troppo tardi per fare qualunque cosa. Probabilmente è quello che mi merito per non andare mai da un dottore quando sento di non star bene.» Cerca di forzare una risata ma con scarsi risultati.

So che dovrei dire qualcosa, qualunque cosa, ma sono rimasto letteralmente senza parole.
L'unica cosa che so è che non mi vedrà andare al college, non conoscerà i miei figli, non sarà al mio matrimonio, non vedrà la mamma invecchiare e neanche me.

Sono stordito e mi dò un colpetto sul braccio, sperando di svegliarmi, ma non succede.
Nonostante ogni figlio sa di dover perdere i genitori, io non sono pronto. Ho solo diciassette anni, mio padre ne ha cinquanta. Non può andarsene così presto e sopratutto non così.

Ho ancora così tante cose da chiedergli e da imparare con lui, così tanti ricordi da condividere e creare.

E alla fine, l'unica cosa che riesco a dire è: «Ti voglio tanto bene, papà.»

A quel punto a mio padre scende una lacrima, scivola fino al mento, ma non se l'asciuga mai.
Rimane lì, a fissarmi con un accenno di sorriso, come se si stesse rendendo conto dell'uomo che sto diventando.

Poi mi stringe a sé ed io inizio a piangere, proprio come ha fatto mia madre qualche minuto fa.

L'uomo che mi ha insegnato ad andare in bicicletta, che mi ha insegnato ad essere forte, che mi ha cresciuto, che mi sgrida quando torno a casa tardi, che mi fa sempre ridere e che pretende ancora che io sia un bambino, pronto a giocare con lui, presto non ci sarà più.

Ed io vorrei urlargli che sto morendo anche io, con lui, che questo è quello che sarò senza di lui.
Un morto vivente, un corpo senza anima.

Come farò, per il resto della mia vita, senza mio padre? E come farà mia madre?

Vorrei supplicarlo di restare, di combattere, ma una cosa che so su mio padre è che non si arrende mai.
E se non vuole fare le cure, è perché sul serio non c'è nulla da fare.

«Ti voglio bene anche io, Felix. Sono così orgoglioso di te.» Papà mi stringe un po' più forte e mi scompiglia i capelli, un gesto che faceva sempre quando ero bambino.

Mi fa singhiozzare ancora di più.

«Non voglio che tu muoia, papà. Non sono pronto. Devi vedermi al college, devi vedermi laurearmi, devi vedere il mio matrimonio, devi-»

Mio padre, con un gesto fulmineo, mi fa alzare la testa e punta i suoi occhi nei miei. «Fidati, quando ti dico che darei di tutto per altro tempo. Ma non c'è Felix, io e te non possiamo fare nulla. Possiamo solo sfruttare al meglio quello che mi rimane, creare questi ultimi ricordi.»

Fa un respiro profondo, chiudendo gli occhi. «Alcune persone muoiono senza preavviso, tesoro, io ho avuto la fortuna di saperlo. Tu e tua madre potrete prepararvi meglio e...-»

«Non ci si può preparare a questo, papà.» La voce mi trema quando lo interrompo. «Non si può.»

«Lo so.» Un altro sospiro. «Ma sarebbe più facile se si potesse.»

E dentro di me penso che lo capisco, ma che tanto lui non si accorgerà di niente. Vedrà solo il buio, mentre io sarò costretto a vivere una vita senza di lui.
Senza mio padre.

Se avete gradito questo capitolo, vi chiedo gentilmente di lasciare un voto.
Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗

The journey of my heart Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora