Nelle settimane successive, la mia vita fu completamente assorta dal lavoro e dall'allenamento dei miei nuovi poteri. Ogni volta tornavo a casa stanca morta e non appena chiudevo gli occhi, il giorno seguente incominciava troppo velocemente. Ventiquattro ore non erano sufficienti per fare tutto quello che dovevo fare. A lavoro ero stata impegnata con alcuni casi di omicidio non di carattere soprannaturale, fortunatamente, e le cose con Claire sembravano essersi stabilizzate. Parlavamo del più e del meno senza imbarazzo, ma non ci spingevamo su argomenti più personali e ad entrambe sembrava andar bene così.
Avevo fatto grossi passi avanti sul controllo dei miei poteri e grazie all'addestramento ricevuto in accademia, ero migliorata tantissimo anche nel combattimento. Marcus era impressionato. Ma se lui era sempre presente, anche se dopo quella notte non ci eravamo più spinti oltre dei semplici abbracci amichevoli, Liam sembrava come scomparso. Non si era più fatto vedere e sentire, a parte qualche messaggio in cui mi scriveva che stava lavorando su quello che gli avevo chiesto.
Anche se mi scocciava ammetterlo, mi ero abituata alla sua presenza nella mia vita e in un certo senso mi mancava. Nei pochi momenti in cui non litigavamo, mi sembrava di scorgere una bella persona, come quando era rimasto vicino al mio letto dopo l'omicidio di Rose finché non mi ero svegliata e mi aveva riaccompagnata a casa. Ero molto curiosa di conoscere quel suo lato gentile, ma ogni volta che si apriva un po', non appena se ne accorgeva, si richiudeva subito a riccio e iniziava di nuovo a prendermi in giro o a male parole. Quel ragazzo aveva più sbalzi di umore di una donna incinta in preda agli ormoni impazziti. Visto che era sabato sera, invece di uscire come avrebbe fatto qualsiasi ragazza normale, mi preparai per salire sul tetto ad allenarmi. Stavo per uscire di casa quando una voce familiare parlò.
<Vai da qualche parte?> chiese Liam.
<Chi non muore si rivede> dissi sorridendo.
<Non avrai sentito la mia mancanza?> chiese portandosi una mano al petto e fingendosi scioccato.
<Che tu ci creda o no, è così> decisi di ammettere. Lui mi guardò sospettoso, ma quando capì che ero seria fece una faccia molto sorpresa. Durò un attimo, ma riuscii a vederla. Era quasi come se pensasse che fosse impossibile che qualcuno sentisse la sua mancanza. Abbassò lo sguardo, con un'espressione colpevole in faccia. Sembrò sul punto di dire qualcosa, ma alla fine ci ripensò, optando per qualcos'altro.
<Marcus mi ha mandato qualche breve aggiornamento. A quanto ho capito avete passato parecchio tempo insieme. Non credo che tu ti sia sentita poi così sola> disse sprezzante.
Invece di arrabbiarmi per quell'insinuazione, decisi di non rispondergli per le rime e gli dissi semplicemente la verità. <Anche se non credo che questi siano affari tuoi, sappi che io e Marcus siamo solo amici. Non è più successo niente fra di noi> spiegai.
<Sono uomo abbastanza da riconoscere che ogni donna vorrebbe andare a letto con lui, quindi pensi che ti creda?> disse ancora con quel tono di sfida.
Non sapendo più cosa rispondergli, mi limitai a scuotere la testa e a voltarmi, esasperata. In un attimo me lo ritrovai davanti. <Cos'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?>
<No Liam, semplicemente non mi va di litigare ogni volta che siamo insieme. Se vuoi credere alle mie parole, bene, altrimenti non so cosa dirti> dissi alzando la testa per guardarlo negli occhi. Aveva ragione: Marcus era bello come pochi uomini su questo mondo, ma dopo quella sera il nostro rapporto si era come raffreddato. Non in negativo, si era solamente trasformato in qualcosa di diverso, come quello che si prova per un fratello o per qualcuno che si conosce così bene da trovare assurdo anche solo il pensiero di andare oltre la semplice amicizia.
In quel momento, però, trovandomi così vicina a Liam, provavo tutt'altra sensazione, come una sorta di spillo nello stomaco che mi provocava un solletico piacevole. Lui non aveva niente da invidiare a Marcus in termini di bellezza. Da così vicino, i suoi occhi di un azzurro chiarissimo erano impressionanti, belli come poche cose avessi mai visto. Socchiusi le labbra, meravigliata, e fu quasi come se un lampo passasse nel suo sguardo.
Azzerò la distanza che ci separava e premette le sue labbra sulle mie. Rimasi così sconvolta da quel gesto totalmente inaspettato, che all'inizio non risposi al bacio, ma quando la punta della sua lingua mi accarezzò il labbro inferiore, il mio cervello si accese. Misi le mani sulla sua nuca e lo avvicinai ancora di più, sorprendendolo.
Lui mi afferrò per i fianchi e mi tirò su, appoggiandomi al muro. Gli avvolsi le gambe intorno alla vita e il bacio si fece ancora più intenso. Scostai le labbra per prendere fiato e lui passò al mio collo, lasciando dietro di se piccoli baci roventi. Dopo aver fatto scorta di ossigeno, pretendei nuovamente l'attenzione della sua bocca e lui fu felice di concedermela.
Un piccolo gemito mi sfuggì dalle labbra e Liam andò fuori di testa. In un nanosecondo ci ritrovammo sul mio letto, avvinghiati in una maniera che non credevo neanche possibile. Interruppe il bacio per togliersi la maglietta e in quel momento i nostri sguardi si incrociarono. Mi guardò per un attimo, ma fu sufficiente. Il suo viso si trasformò in una maschera di dispiacere. No, non era dispiacere, era senso di colpa. Si allontanò da me come un lampo, e prima di vederlo scomparire, mi sembrò di udire un leggero "mi dispiace".
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L'Angelo Perduto
FantasíaSamantha Della Torre è una detective di Scotland Yard che vive una vita tranquilla, divisa tra casa, lavoro e qualche uscita con la sua migliore amica. Strani omicidi iniziano, però, a verificarsi in città. Quando viene attaccata da un essere mai vi...