Parte 21

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Aspettammo le ventuno prima di decidere di andare. Stavo per uscire quando Marcus mi bloccò.

<Questa volta andremo con il teletrasporto> disse.

<Ma allora perché non lo abbiamo fatto anche prima?>

<Perché era giorno e stavamo andando in un posto pieno di persone. Teletrasportandoci avremmo attirato l'attenzione. In questo momento l'ufficio di mio nonno è vuoto, quindi non corriamo rischi> spiegò.

Qualcosa, però, mi frenava. Il nonno di Marcus aveva mentito alla sua stessa figlia. Le aveva detto che fossi morta, e credevo che lo avesse fatto non solo per via di Raffaele. Marcus si accorse della mia espressione turbata e mi guardò indirizzandomi una domanda muta.

<Prima hai chiesto a tua madre perché mai tuo nonno le avesse mentito e lei ha risposto per via di Raffaele. Ma se non fosse solo per questo?>

<Se hai paura che sappiano della tua natura per metà demoniaca, ti dico già che non credo sia possibile. Se lo avessero saputo sin dall'inizio, di certo non avresti vissuto tutti questi anni. Gli Arcangeli non sono cattivi, ma di fronte ad una situazione mai vista prima come la tua avrebbero certamente agito il più in fretta possibile. Magari non ti avrebbero uccisa, ma ti avrebbero imprigionata da qualche parte. Quindi il fatto che tu abbia vissuto con i tuoi genitori adottivi dimostra che loro sono all'oscuro di tutto. Devono aver creduto che tu fossi per metà umana e hanno stabilito che non fosse il caso di agire. Ho letto di alcuni bambini per metà umani, e i loro poteri angelici non si sono mai mostrati, quindi non devono averti reputata un pericolo> spiegò con un tono tranquillo. Per farmi capire quanto fosse convinto delle sue parole.

Feci un respiro profondo e annuii. In effetti, il suo ragionamento filava. Sorrise e mi prese per mano, teletrasportandoci in un posto buio. Marcus creò una sfera di luce e io scoppiai quasi a ridere. Mi guardò interrogativo.

<Sei proprio un angelo> dissi sottovoce. Presi il cellulare dalla tasca e accesi la torcia.

<È tu sei troppo dipendente dalla tecnologia> rispose ridacchiando.

La stanza era ampia, circa sei metri per cinque. Sulla sinistra, un mobile di legno massiccio occupava gran parte della parete e sopra di esso alcune foto di famiglia: in una, l'arcangelo reggeva un bambino, probabilmente Marcus, e stava in mezzo a Sophie e ad un uomo sui trent'anni, sicuramente il padre di Marcus vista la somiglianza; in un'altra vi era sempre l'arcangelo al fianco di una donna che doveva essere sua moglie, anche lei sulla trentina, e le teneva un braccio intorno alle spalle. Di fianco a questo mobile, un piccolo schedario. Sulla parte destra della stanza era appeso un enorme dipinto raffigurante sette uomini alati che indossavano delle splendide tuniche. Riuscivo quasi a percepire la maestosità emanata da quel quadro. La parete più lunga era invece occupata da una grossa libreria e da un'ampia finestra, di fronte alla quale una scrivania dall'aria antichissima faceva la sua bella figura. Sopra, una grossa lampada e una serie di documenti. Oltre quell'enorme quadro, la stanza era piena di tante altre piccole raffigurazioni che rappresentavano – o almeno credevo – episodi della Bibbia.

<Cosa dovremmo cercare, di preciso?> chiesi.

<Mia madre ha parlato di una stanza, quindi, siccome non vedo nessuna porta, direi di iniziare semplicemente a cercare ovunque> rispose Marcus alzando le spalle.

Ci dividemmo la stanza e iniziammo a cercare. Mi diressi verso la libreria e iniziai ad ispezionare ogni volume. Vi erano alcuni dei classici degli umani, come l'Iliade, l'Odissea, La Divina Commedia e tanti altri. Li tirai fuori uno per uno, ma non successe nulla. Avevo sperato in quei classici trucchetti che si vedevano sempre nei film come "Il Mistero dei Templari" e simili, ovvero quello di una porta nascosta che si rivela prendendo un libro, ma non ebbi fortuna. Studiai anche la libreria stessa, sperando di trovare qualcosa, ma a parte qualche piccolo taglio nel legno non trovai nulla. 

L'Angelo PerdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora