Parte 26

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<S-Samantha> balbettò per la seconda volta in pochi minuti. <Che cosa ci fai qui?> chiese atterrito.

Ritrovando la capacità di parlare, e cercando di tenere salda la voce, risposi sussurrando. <Ero venuta a dirti delle scoperte che avevo fatto. Scoperte ottenute in una giornata di duro lavoro, mentre tu di affannavi ormai da settimane. Ma tu non hai mai cercato nulla, vero?> chiesi guardandolo finalmente negli occhi.

<Da quanto tempo eri qui? Che cosa hai sentito?> chiese, ma si rese subito conto di aver fatto una domanda stupida. Dalla mia espressione sconvolta, era chiaro che avessi sentito tutto quanto. <Non è come credi Sam, io...> provò a dire, ma si interruppe all'istante. Qualcosa, nel mio sguardo, lo aveva convinto a desistere dal parlare.

<Non è come credo? NON È COME CREDO?> urlai. <Io credo che tu mi abbia preso in giro fino ad oggi per spingermi ad innamorarmi di te su suggerimento di tuo nonno, sbaglio forse?! Era tutto una finzione allora? Il nostro incontro, l'allenamento, quello che è successo ieri sera?> chiesi continuando ad urlare e rendendomi conto che mi madre avesse ragione: niente era stato un "caso".

Lui era totalmente spiazzato, non l'avevo mai visto così indifeso da quando lo conoscevo. Ritrovò un po' di controllo e fece un passo verso di me.

<NON TI AVVICINARE!> gridai, ma lui sembrò non sentirmi. Tese una mano per provare a toccarmi, e sapevo che se lo avesse fatto, sarei crollata. Dopo quello che era successo tra di noi, avevo capito di provare qualcosa per lui. Tutto quel tempo passato a dirmi che era un'idiota insensibile e alla fine mi ero innamorata di lui. Sembrava assurdo parlare d'amore, ma non riuscivo a spiegarmi altrimenti la sensazione di vuoto che sentivo dentro. Una volta un'amica mi aveva fatto un torto e la nostra amicizia era lentamente svanita, ma questa non era la stessa sensazione che avevo provato quando l'avevo scoperto.

Questa sensazione era qualcosa di più, che andava oltre l'amicizia. Era come essere stata tradita dal proprio ragazzo cosa che, purtroppo, avevo provato sulla mia pelle alle scuole superiori. Quella volta ero stata molto male, ma questa...questa sembrava dieci volte più amplificata. E per provare un tale dolore dovevo per forza essermi innamorata di lui. Non avrei saputo dire quando fosse successo di preciso, forse quando, dopo avermi accompagnata a casa in seguito alla morte di Rose, mi aveva rivolto quel sorriso dolcissimo, o addirittura la prima volta che avevo incontrato i suoi occhi, i più belli che avessi mai visto.

Comunque, anche se non sapevo quando, era successo, e l'esperienza della sera prima ne era una prova. Le sensazioni che avevo avvertito ne erano una prova. Venire a conoscenza della verità mi aveva distrutta e all'improvviso sentii la necessità bruciante che anche lui provasse il mio stesso dolore. Lo guardai fisso negli occhi, e successe qualcosa di strano. Nella mia mente iniziarono ad apparire tutta una serie di immagini della vita di Liam. In molte lui era insieme a Marcus e ad una ragazza, che pensai fosse Lidia. Ogni immagine in cui c'era lei era circondata da un alone rosso, che la mia mente associò subito al sentimento dell'amore. Le scorsi tutte, finché non ne trovai una avvolta da un alone nero, nascosta in un angolo recondito della sua mente. Scelsi quella e, senza sapere come, la feci rivivere nella testa di Liam.

Liam e Lidia erano in un parco di notte, lui appena sedicenne secondo quanto mi aveva raccontato Marcus. Erano abbracciati e ridevano felici. Liam le sussurrava qualcosa in un orecchio, impedendomi di sentire, e lei ridacchiò. Ad un certo punto Liam si fermò, messo in allerta da un rumore, e poco dopo due Kudrax  li raggiunsero.

<Sta dietro di me> disse Liam, coprendo Lidia con la sua schiena e preparandosi a combattere, ma era troppo inesperto per tenere testa ad entrambi i demoni. Lo attaccarono insieme, costringendolo ad allontanarsi dalla ragazza, che nel frattempo strillava per paura che lo uccidessero. Provò ad evocare delle sfere di energia per aiutarlo, ma l'altro demone fu velocissimo: si allontanò da Liam e con i suoi artigli squarciò il petto della ragazza, proprio nel momento in cui Liam riuscì ad uccidere l'altro demone. Si girò terrorizzato, non sentendo più le urla di Lidia, e quando la vide distesa per terra in una pozza di sangue, perse tutto il suo autocontrollo. Si avventò contro il demone tempestandolo di colpi e infine lo vidi spezzargli il collo. Si buttò immediatamente su Lidia, e anche se non c'era più niente da fare, lo vidi aprire la bocca - forse per chiamare il suo nome – e provare a tamponare le sue ferite. Rassegnatosi alla realtà dei fatti, urlò contro il cielo, ma tutto ciò che si udì fu un urlo strozzato e in quel momento il ricordò finì.

L'Angelo PerdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora