Il giorno dopo ci alzammo tutti molto tardi, intorno alle dodici circa. Essendo andati a letto alle sei, non avevamo dormito molto, ma eravamo pur sempre degli ospiti, quindi ci preparammo e scendemmo a fare colazione. Io e i miei fratelli avevamo dormito in un enorme letto matrimoniale, in una camera per gli ospiti. Le pareti sulle tonalità del verde, davano un senso di pace alla stanza. Ci eravamo sistemati alla bell'e meglio, lasciando i bagagli in un angolo. Marcus aveva nuovamente prestato degli abiti a mio padre, mentre io e Dana ci eravamo arrangiate con dei suoi vecchi vestiti. Lavata e vestita, scesi in cucina, dove trovai i miei genitori adottivi a parlare con Raffaele. Avevano un'aria più serena, rispetto al giorno prima.
<Ben svegliata> mi salutò Raffaele, vedendomi sulla soglia. I miei genitori si voltarono e mi vennero incontro.
<Grazie> risposi. <Per tutto>
<È il minimo che possa fare, dopo tutto quello che ho fatto a mia figlia e di conseguenza anche a te>
<Non sono cresciuta poi così male> dissi guardando i miei genitori. Ad entrambi vennero gli occhi lucidi e mio padre tossì per dissimulare l'imbarazzo. Mia madre mi abbracciò forte, sottintendendo molte cose con quel semplice gesto.
<Parliamo?> mi chiese. Annuii e andammo a sederci nel salone, molto simile a quello di Gabriele. Ci raggiunsero anche Alessandro e Michael e gli raccontai tutto con calma. Mi interruppero molte volte, curiosi come dei ragazzini. Mi ricordò molto il mio primo incontro con Liam. Risposi ad ogni domanda, ridendo delle loro espressioni stupefatte.
<Non avevo intenzione di tenervelo nascosto, è solo che non sapevo come intavolare il discorso> dissi dopo aver finito.
<Ci credo!> fece Alessandro. <Ancora non riesco a metabolizzare il fatto che non invecchierai più>
<Ho ancora tempo, veramente. Non ho ancora compiuto trent'anni!> risi.
<Dovremo interrompere i rapporti con gli altri parenti, ad un certo punto> disse triste mia madre. <Presto inizieranno ad accorgersi che non invecchi>.
<Lo so, e questa cosa è davvero pesante> sospirai.
<Troveremo una scusa> mi rassicurò mio padre.
<Buongiorno> salutarono Christopher e Dana, e nello stesso momento qualcuno bussò più volte alla porta, in maniera frenetica. Dana si affrettò ad aprire e Marcus entrò, pallido in viso, seguito da suo nonno e da Gabriele. Indossavano dei cappotti molto pesanti, e questo m'incuriosì.
<Lui è qui> disse Marcus, e non ci fu bisogno che specificasse chi. Mi alzai di scatto, con il cuore a mille.
<Lui chi?> chiese Michael.
<Che cosa facciamo?> chiesi guardando i due Arcangeli.
<Gabriele, cosa succede?> domandò Raffaele, arrivando dalla cucina.
<Come previsto, si è presentato al confine> gli rispose.
<Ma lui chi?> ripetè Michael.
<Dobbiamo andare a parlarci, Raffaele. È necessario che siamo presenti tutti e sette. Ho già avvisato gli altri, che ci stanno aspettando al confine. Non è venuto da solo, ma non penso proprio che sia folle fino al punto di attaccarci così vicino a casa nostra. Solo noi Arcangeli dovremmo bastare, ma...>
<È mio padre. Devo esserci anche io. Io ho ucciso Nicodemus, è con me che ce l'ha> intervenne Christopher.
<Non credo che sia una buona idea. Se lo fai perché pensi che lui voglia te, sbagli. Certo, hai ucciso tuo fratello, ma non è questo il vero motivo per cui lui è qui. Sa che abbiamo Samantha e cercherà in tutti i modi di prenderla. Qualsiasi cosa dica, non assecondarlo. Metteresti solo in pericolo tua figlia> gli disse Gabriele.
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L'Angelo Perduto
FantasySamantha Della Torre è una detective di Scotland Yard che vive una vita tranquilla, divisa tra casa, lavoro e qualche uscita con la sua migliore amica. Strani omicidi iniziano, però, a verificarsi in città. Quando viene attaccata da un essere mai vi...