Parte 14

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Ero curiosa di sapere cosa mi avrebbe detto, come avrebbe giustificato il suo comportamento, ma sapevo che, se fossi rimasta a casa, avrei passato tutto il giorno a rimuginarci su. Dopo essermi lavata, misi la mia tenuta da jogging e andai un po' a correre nel parco vicino casa.

Accesi l'ipod e mi lasciai trascinare dalle canzoni dei Muse, sfrecciando accanto alle persone a spasso con i loro cani. Correvo da un po', ed ero stremata, quando vidi un albero solitario, e, in men che non si dica, mi ritrovai alla sua ombra. Realizzai solo in un secondo momento che avessi percorso trenta metri ad una velocità incredibile. Ero letteralmente schizzata sotto l'albero. Mi guardai intorno, cercando di capire se qualcuno mi avesse vista, ma nessuno sembrava spaventato o guardava verso di me, quindi mi tranquillizzai un po'. Come diamine avevo fatto? Ero veloce, si, ma non così tanto. Feci dei respiri profondi e decisi di tornare a casa.

L'acqua calda della doccia servì a rilassarmi. Asciugai per bene i capelli e andai a preparare qualcosa da mangiare. Feci due sandwich e mi sedetti per guardare un po' di tv. Non so quando, mi addormentai e mi svegliai solo a causa del piatto caduto per terra mentre mi giravo sul divano. Mi alzai un po' stordita e andai a bere un bicchiere d'acqua, quando vidi Liam vicino il piano della cucina. Prima o poi avrebbe dovuto spiegarmi come faceva ad aprire la finestra.

<Ciao> disse sorridendo. Doveva aver capito i miei pensieri.

<È un po' che non ci si vede>

<Si, scusa. Il tuo allenamento come procede?>

<Non male. Riesco a concentrare l'energia anche in due punti diversi, anche se in questo ho qualche problemino in più>.

<Niente affatto male, direi. Una volta che avrai imparato a farlo bene ti insegnerò a combattere facendo uso della tecnica>

Annuii, ma poi ripensai a quella mattina. <Vorrei parlarti di una cosa. Oggi, mentre ero al parco a fare jogging, mi è capitata una cosa molto strana. Ero stanca, e non vedevo l'ora di raggiungere un albero per riposare. Ne avevo puntato uno e...ad un tratto mi sono ritrovata sotto di esso. È stata una cosa pazzesca, anche se non ho idea di come abbia fatto. Ho pensato alla super velocità, come fai spesso tu, ma non mi sono mai esercitata ad usarla>.

Lui scosse la testa. <Non è super velocità, si tratta di teletrasporto> spiegò. <È uno dei nostri poteri. Notevole che ci sia riuscita senza allenamento. Ti spiegherò come funziona più avanti>

<Teletrasporto?!> esclamai. <Come quello di Goku?>

<Chi?> chiese confuso.

<Aaah, lascia perdere. Essere un angelo comincia proprio a piacermi!>

Sorrise. <Che ne dici, ti va di esercitarti sulla nuova tecnica?>

<Va bene. Prendo un bicchiere d'acqua e iniziamo l'allenamento> dissi dirigendomi verso il frigo. Bussarono alla porta, e Liam si nascose in corridoio. Non avevo davvero idea di chi potesse essere.

<Ciao> disse Marcus quando aprii.

<Marcus!>

<L'altro giorno, quando sono uscito dal balcone, hai fatto una faccia strana, quindi ho deciso di entrare in maniera tradizionale> disse sorridendo e chiudendosi la porta alle spalle.

<Cosa ci fai tu qui?> chiese Liam, mostrandosi. Aveva una voce strana, a metà tra la sorpresa e la rabbia.

Lo sguardo di Marcus si indurì. <Non credo che siano affari tuoi, ma io e Sam siamo amici, ora> disse.

"Amici con benefici" , pensai tra me e me.

<Dimmi che non stai facendo tutto solo per vendicarti! Lasciala fuori da tutto questo!> disse Liam, avvicinandosi minaccioso.

L'Angelo PerdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora