Mi svegliai di soprassalto, affannata. Il calore sembrava avermi seguito. Mi scoprii, ma non bastò. Andai ad aprire la finestra, ma anche quello servì a poco. Stavo bruciando, avevo bisogno d'acqua. Andai ad infilarmi sotto la doccia. Sembravo aver dimenticato come si sfilasse una maglia, quindi cercai di strapparla all'altezza della spalla destra. Appena la toccai, il punto in cui la mia mano si era poggiata prese fuoco. Scioccata, mi infilai di corsa sotto la doccia. Con l'acqua che mi scorreva addosso, il calore sembrò placarsi. Appena fui sicura che non sarebbe tornato, uscii e guardai la maglia. Come diavolo avevo fatto a darle fuoco? Avrei dovuto parlarne con Liam. Guardai la maglia dispiaciuta; era una delle mie preferite. Fortunatamente il problema era solo lungo la spalla destra, quindi decisi di tagliarla, facendola diventare una mono manica. La indossai, e non stava poi così male.
<Ti sei data al bricolage?> chiese Liam spuntando dal nulla. Mi girai spaventata, non aspettandomi di trovarlo in casa già alle sette del mattino.
<Ma come diamine fai ad entrare ogni volta?> domandai seccata.
<Ho i miei metodi> disse con un sorriso compiaciuto. <Comunque non hai risposto alla mia domanda> mi fece notare.
<No, non mi do al bricolage, è che stanotte mi sono svegliata a causa di un forte calore. Non riuscivo a farlo andare via e mi sono infilata sotto la doccia. Purtroppo, nel mezzo, ho anche bruciato la maglia. Le ho dato fuoco! Com'è possibile? Possiamo farlo?> chiesi agitata.
<No, gli angeli non possono controllare il fuoco. Comunque, non credo tu l'abbia bruciata. E' probabile, invece, che sia stato a causa di un sovraccarico di energia. Hai avuto un incubo?>.
<Si. Mi stai dicendo che d'ora in avanti dovrò aver paura anche di fare un brutto sogno per la possibilità di un'autocombustione?> domandai scioccata.
<Ma no. No, non potresti mai far male a te stessa. Te l'ho detto, l'energia angelica è ciò che ci tiene in vita, come potrebbe ucciderti? Non la tua almeno> concluse.
<Non la mia? Quindi fammi capire, un angelo può essere ucciso dai poteri di un demone o con l'energia angelica di un altro angelo? Volendo, potrei uccidere te?>
<È una minaccia?> mi chiese sorridendo e annuendo per farmi capire che avessi ragione.
<Forse> risposi ridendo a mia volta.
<Hai fatto progressi ieri?>
<Non molti> ammisi.
<Quindi non era colpa mia e del mio andare su e giù> disse guardandomi storto.
<Non dirmi che te la sei legato al dito?>
<Ancora non lo so. Su, mettiamoci a lavoro>
Mi sedetti e iniziai a concentrarmi. Forse cercare di liberare la mente tutta in una volta non era la mossa giusta. Mi focalizzai su un'unica cosa: quando ero più piccola, sognavo sempre una bellissima voce che cantava una canzone che non conoscevo, ma che mi era rimasta impressa nei ricordi.
Cominciai a cantarla mentalmente, e poco alla volta inizia a perdere il contatto con la realtà. Era come essere chiusa in una stanza insonorizzata. Ad un certo punto iniziai a percepire qualcosa: una piccola fonte di calore circa all'altezza dello stomaco. Smisi di cantare e spostai la mia attenzione su quella fiammella, che iniziò a crescere e crescere. Il mio corpo sembrava colmo di quel calore. Mi concentrai al massimo e riuscii a far fuoriuscire quel calore dal mio corpo sotto forma di una sfera lucente. La guardai incantata, non riuscendo a credere di esserci riuscita. Adesso era come se tutto fosse diventato più reale. Ancora non avevo accettato pienamente la realtà su me stessa, ma ora, vedendo quello che tenevo in mano, non potevo più negare l'evidenza. Lo squillo del telefono mi distrasse, e la sfera di luce svanì. Fu come risvegliarsi da un sogno. Guardai Liam un po' intontita e andai a rispondere.
<Salve Capo> dissi dopo aver letto il numero sul display.
<Ciao Sam, come va?>. La sua voce era preoccupata, lo sentivo.
<Non posso dire di stare bene, ma va un po' meglio> ammisi.
<Bene, domani ce la fai a tornare a lavoro?>
<Certo, ci sarò> dissi.
<Perfetto. A domani allora> mi salutò.
<A domani> riagganciai.
<Quindi si torna a lavoro?> mi chiese Liam.
<Sembra proprio di sì. Avremo meno tempo per i nostri allenamenti>
<Allora ci converrà sfruttare al massimo questo giorno> disse sfoderando un sorriso malefico.
Tornai a sedermi e per tutto il resto del giorno mi allenai a controllare l'energia angelica. Liam non parlava molto e stava sempre ad una certa distanza. Non capivo il perché, ma non volevo chiederglielo e fargli venire strane idee in testa.
<Ora devo andare> disse Liam alle venti.
<Non ti va di restare per cena? Ordino cinese>. Volevo ancora allenarmi, ma avevo paura di combinare qualche pasticcio senza di lui.
<Mi dispiace, devo andare. Ho un compito da svolgere.>
<Ok> dissi delusa. <Ci vediamo>
Mentre usciva dalla finestra si fermò e mi fissò.
<Cosa c'è?> gli chiesi.
Con un sorrisetto arrogante disse <Non ti starai innamorando di me, vero?>. Non mi diede il tempo di rispondergli che volò dalla finestra. Ma la porta non sapeva usarla?!
Mi affacciai e gridai <Non potrei mai innamorarmi di uno tanto idiota e presuntuoso!> chiusi la finestra e vidi di nuovo quel tizio dell'altra volta che mi fissava. Ma non aveva nient'altro da fare che stare sempre sul balcone? Chiusi la finestra e ordinai cinese, affamata. Dopo aver mangiato andai subito a dormire, perché con tutto l'allenamento di quel pomeriggio ero davvero stremata. Prima di addormentarmi ripensai all'ultima frase di Liam. Innamorarmi di lui? Si, come no. Sarebbe stato possibile solo dopo una tripla lobotomia.
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L'Angelo Perduto
FantasíaSamantha Della Torre è una detective di Scotland Yard che vive una vita tranquilla, divisa tra casa, lavoro e qualche uscita con la sua migliore amica. Strani omicidi iniziano, però, a verificarsi in città. Quando viene attaccata da un essere mai vi...