Parte 24

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Teneva Dana sollevata come se fosse un giocattolo. Potevo vedere i suoi muscoli attraverso la maglia leggera. Non erano eccessivi, ma si notava che fosse una persona che si teneva in allenamento. Dana aveva gli occhi sgranati, ma non sembrava completamente spaventata. Nei suoi occhi c'era qualcosa di più: sembrava stupore. Anche lo sguardo del ragazzo non era cattivo come immaginavo. Sbatté le palpebre due volte e lo vidi deglutire. Dana superò il momento di stupore e ne approfittò per tirargli una ginocchiata nello stomaco, ma lui capì le sue intenzioni e lo schivò, anche se non completamente. Lo colpì al fianco, ma lui non mollò la presa.

<Non è stato per niente carino!> le disse abbassandosi per appoggiarla sulla strada e bloccarle le gambe con le sue.

<Nemmeno quello che stai facendo tu è carino! Se devi uccidermi fallo e basta!> esclamò lei.

Lui la guardò sorpreso per un secondo, ma poi assunse un'aria di scherno. <Ecco il classico angelo> disse. <Solo perché sono un demone dovrei volerti uccidere? Siete molto razzisti, e anche prevenuti> continuò. <Se proprio lo vuoi sapere, l'altra sera è stato il tuo caro amichetto ad attaccarmi. Io passeggiavo tranquillamente quando un'ubriacone ha iniziato a darmi fastidio. Ho creato una sfera di fuoco per spaventarlo un po' e quell'angelo ha iniziato ad attaccarmi, senza che io avessi ancora fatto nulla> spiegò.

<E come potrei dargli torto?!> domandò lei esasperata. <Lui ti ha visto con una sfera di fuoco e ha creduto che volessi ucciderlo. Non lo giudico per non aver pensato: "Oh ma guarda, un demone con una sfera di fuoco! Aspetterò che attacchi quell'uomo e lo uccida, per avere una valida prova ed attaccarlo giustamente!> disse sarcastica. Mi scappò un sorriso e a quanto pare non fui l'unica a trovare Dana divertente. All'improvviso il ragazzo iniziò a ridere: una risata profonda, di gusto. Dana era sorpresa tanto quanto me da quella scena. Ero abituata ad avere a che fare con orribili Kudrax, non con demoni superiori incredibilmente attraenti e che ridevano in quel modo. E pensavo che fosse lo stesso per lei.

<In effetti hai ragione. Noi demoni non siamo conosciuti per essere delle persone molto gentili, vero?> disse continuando a sorridere. Mi colpì il fatto che usò il termine persona per parlare di se. Avrebbe potuto articolare la frase in modo diverso, come ad esempio "noi demoni non siamo conosciuti per il nostro comportamento gentile", ma invece aveva utilizzato la parola persona. Quasi come se considerasse se stesso alla pari di qualsiasi essere umano. Era assurdo pensare che un demone potesse ragionare in quel modo, ma lui doveva avere qualcosa di diverso da tutti gli altri. Qualcosa che aveva spinto Dana ad innamorarsi di lui. Si alzò, tirando Dana con se.

<Ora devo andare> disse <Ma è stato un piacere dimostrarti che non tutti i demoni sono malvagi e basta. Che c'è qualcos'altro in noi oltre all'oscurità. In me almeno> specificò abbassando la voce. Mentre lui andava via, vidi Dana rimanere bloccata come uno stoccafisso, incapace di dare un senso a quello stano incontro.

Quando stava ormai per girare l'angolo, il ragazzo si fermò. <Mi chiamo Christopher, comunque> disse voltandosi. <I miei genitori hanno avuto senso dell'umorismo, devo ammetterlo> così dicendo imboccò la strada principale.

<Da quel giorno> disse la voce di Dana nella mia testa. <Iniziai a ritrovarmelo da tutte le parti>. Davanti ai miei occhi iniziarono a scorrere diverse immagini: Christopher che aspettava Dana nel vicolo per fare un pezzo di strada con lei, Christopher che uscendo dal bar le lasciava un caffè in mano prima che potesse entrare e comprarselo da sola, Christopher che le passava una busta con del cibo cinese.

<In quest'ultima immagine, lui si era accorto che non avevo toccato cibo per tutto il giorno ed era andato a comprarlo per evitare che tornassi a casa senza forze> disse ancora la voce di mia madre, commossa. <All'inizio non sapevo come interpretare tutto quello che faceva, ma poco alla volta iniziammo a conoscerci e mi resi conto che era vero: lui non era come gli altri demoni. Anche se a volte reagiva in maniera un po' brusca, si calmava subito non appena se ne rendeva conto. In soli quattro mesi, mi fidavo ciecamente di lui e ne ero follemente innamorata. Mai mi sarei aspettata che una cosa del genere fosse possibile, ma invece accadde>

L'Angelo PerdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora