Parte 40

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La giornata passò in fretta dopo quell'annuncio. Dana e Sophie si rinchiusero in cucina per quasi tutto il pomeriggio, mentre io mi allenai con Christopher. La mia famiglia, invece, si disperse per la casa, chi a leggere, chi a guardare un film. Non che potessero fare altro, comunque.

Gabriele aveva raccontato la verità sulla mia storia, certo, ma se avesse rivelato della presenza di quattro umani e un demone in casa di mio nonno, gli altri angeli sarebbero andati fuori di testa. Non ci avrebbero messo poco tempo ad accettare la relazione di mia madre – avrebbero anche potuto non farlo mai -, e sconvolgerli con un'altra notizia come questa sarebbe stato davvero troppo. Quindi tutti eravamo costretti a rimanere in casa. La consapevolezza della guerra imminente, poi, non aiutava ad alleggerire l'atmosfera.

Christopher era deciso a combattere insieme agli angeli, ma Dana aveva paura – non a torto, dovevo ammettere – che venisse scambiato per un demone avversario e che qualcuno lo uccidesse. Lui non era riuscito a controbattere, sapendo che quella fosse una paura lecita, ma le aveva risposto che, pericolo o non pericolo, mai mi avrebbe lasciato da sola contro la sua razza. Le aveva poi detto che non avrebbe combattuto nella vera guerra, che sarebbe venuto insieme a me al confine degli Inferi, ma Dana non era ancora convinta completamente. Lei non avrebbe combattuto, conoscendo solo le tecniche di difesa di base, e questo la mandava in bestia.

Era furiosa con se stessa per non aver dato ascolto a suo padre e non aver imparato a combattere in piena regola, ma sapeva che, non appena avesse messo piede sul campo di battaglia, qualcuno l'avrebbe uccisa, quindi avrebbe fatto meglio a non partecipare. Per quanto riguardava me, invece, avevo dovuto cercare di calmare la mia famiglia, che non riusciva a credere che il giorno seguente sarei andata in guerra. Silvia piangeva ininterrottamente, mentre Fabrizio – anche lui con gli occhi lucidi – cercava di calmarla. I miei fratelli invece erano rimasti zitti per tutto il tempo, con uno sguardo vacuo negli occhi, increduli. Gli avevo spiegato che non sarei stata nel cuore della battaglia, ma non era bastato a fargli accettare la cosa. Verso mezzanotte eravamo andati tutti a letto senza essere riusciti a chiarirci. Sapevo già che quella sarebbe stata un'altra notte in bianco, così mi rassegnai ad aspettare impotente lo scorrere dei minuti.

<Vi prego, proteggetevi a vicenda> supplicò Dana, prima che io e Christopher ci teletrasportassimo sulla Terra. Non avevamo partecipato all'incontro mattutino, visto che non avremmo preso parte alla battaglia e mio padre aveva preferito che rimanessi a casa per esercitarmi ancora un pò, ed ora eravamo quasi pronti ad uscire.

<Non le toglierò gli occhi di dosso neanche un momento> la rassicurò mio padre e la strinse forte.

<Te lo prometto> dissi e le diedi un bacio sulla fronte. Quando la lasciai, vidi gli altri dietro di lei, tutti con gli occhi gonfi e rossi.

<Mamma, dai> cercai di rassicurarla andandole incontro. Lei scoppiò nuovamente a piangere e mi si aggrappò come un polpo, dicendo qualcosa di incomprensibile a causa della voce attutita dalla mia spalla. <Non ho capito nulla>

<Fai attenzione, per favore. Torna da noi tutta intera> ripetè, ormai rassegnata. Ci riunimmo tutti in un abbraccio, che fu interrotto dall'arrivo di Liam.

<Ciao> lo salutai sorpresa.

<Ciao. Mio nonno mi ha chiesto di venire a prendervi. Non voleva che finiste dalla parte sbagliata dello schieramento> sorrise, scherzando ma non troppo.

<Arriviamo subito>. Salutai tutti ancora una volta e io e Christopher gli andammo vicini.

<Prenditi cura di nostra figlia> disse Fabrizio a Christopher, e con "nostra", non voleva intendere solamente "della famiglia Della Torre".

L'Angelo PerdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora