Parcheggiai l'auto davanti al distretto e andai in ufficio. C'era una leggera agitazione, e quando entrai tutti si voltarono a fissarmi. Avevo forse qualcosa sul viso? L'agente Collins venne da me e disse che il capo voleva vedermi, così aprii la porta del suo ufficio e lo trovai seduto alla scrivania con la testa poggiata sulle mani incrociate.
<È successo qualcosa?> chiesi un po' allarmata.
<Entra e siediti> rispose lui con arie greve. Obbedii e lui continuò. <Ho aspettato a dirtelo perché non volevo metterti in agitazione. Lionel ha analizzato le ferite sul corpo di Rose e ha notato che sono praticamente identiche a quelle dell'unico cadavere scomparso del quale siamo riusciti a scattare delle foto>
<Cosa?> sussurrai.
<Il ladro che ha attaccato Rose è lo stesso che ha ucciso la prima donna misteriosa. O, perlomeno, l'arma è la stessa. Il ragazzo che era con voi quella notte, nella sua deposizione ha ammesso di avergli visto usare un coltello mai visto prima e questo potrebbe spiegare perché Lionel non è riuscito ad identificare l'arma. Se parliamo di un'arma fatta in casa, almeno un'incognita potrebbe essere stata risolta>.
Avevo smesso di ascoltarlo, perché mi sentivo un'idiota per non aver pensato all'ipotesi che, dietro la scomparsa di quei corpi, potesse esserci una causa soprannaturale. Troppi corpi erano scomparsi in maniera inspiegabile, e io sarei dovuta arrivarci prima, ora che ero a conoscenza di quel mondo nascosto. Dovevo assolutamente parlarne con Liam.
<Ma non è tutto> stava dicendo il capo. <Visto che stiamo parlando di una possibile connessione con l'omicidio di una detective, i miei superiori hanno ritenuto opportuno anticipare le pratiche e assegnarti una nuova partner. Mi hanno spedito il fascicolo stamattina>.
<No!> esclamai categorica. <Non se ne parla>
Lui mi guardò con aria afflitta. <Sai che non dipende da me>. Mi passò il fascicolo e lo presi più per un riflesso incondizionato che per volontà. Lo guardai rabbiosa, ma ormai era nelle mie mani, quindi lo aprii. Da una foto, una ragazza sui venticinque, con i capelli neri e due profondi occhi castani, mi restituiva uno sguardo furbo e determinato. Claire Matthews. Davanti avevo colei che i capi del mio capo ritenevano adatta a ricoprire il ruolo di mia partner. Sfortunatamente, non sapevano che a me non importava nulla di quello che loro pensavano. No! Non ero ancora pronta ad avere un'altra compagna. Rose era morta da troppo poco tempo. Restituii il fascicolo al capitano e me ne andai senza dire una parola. Avevo bisogno di schiarirmi le idee, così presi l'auto e guidai. Guidai senza una meta precisa, finché non riconobbi il parco vicino casa mia. Era qui che io e Rose venivamo ad allenarci, a correre un po'. Andai a sedermi su una panchina e rimasi lì per non so quanto tempo.
*
<Sei lenta splendore, devi accelerare il ritmo per avere delle belle gambe toniche> urlò Rose.
<Se le mie gambe dovessero diventare ancora più toniche, sarei pronta per fare le gare di bodybuilding> le risposi affannata.
<Ma che esagerata!> esclamò lei ridendo.
<Nonostante tu sia davanti, non fai altro che correggermi. Come fai? Hai gli occhi sulle spalle?>
<No. Semplicemente un padre che mi fa fare questo genere di cose da quando ho iniziato a gattonare. Avresti dovuto sentirlo: "No, Rose, non si gattona così. L'angolo delle ginocchia deve essere più piegato"> disse, imitando la voce del padre.
<L'angolo delle ginocchia? Ok, te lo sei appena inventata> dissi scettica.
<Si, forse ho un po' esagerato, ma ci sono andata vicina> ammise ridacchiando. Scoppiai a ridere anch'io e ci sedemmo sull'erba, a guardare alcuni ragazzi che giocavano a basket.
<Posto perfetto per ammirare il panorama> disse Rose, come al solito in cerca di una nuova preda. La guardai scioccata e...
*
Lo squillo del cellulare mi riscosse dai miei ricordi. Iniziavo ad odiarlo.
<Della Torre> risposi.
<Dove sei?> mi chiese il capo.
<Vicino casa mia> gli dissi, secca. Di sicuro non era questo il tono con cui avrei dovuto rivolgermi ad un mio superiore, ma ero troppo arrabbiata per far caso alla gerarchia.
<Ci hanno segnalato un cadavere> disse.
Non appena pronunciò quella frase, misi da parte la rabbia. <Vado subito> feci, dirigendomi verso il luogo che il capo mi aveva comunicato.
Quando arrivai sul luogo del delitto, mi accorsi di non essere sola. Una ragazza più o meno della mia età stava perlustrando la zona.
<Signorina non può stare qui> la informai, mostrandole il distintivo.
Lei si voltò. Aveva uno sguardo strano, ma non riuscii a capire perché. Mi sorrise e disse <Allora sei tu la mia partner>. Per un attimo la mia mascella toccò terra.
<La...tua...cosa?> chiesi guardandola scioccata. Nella foto del fascicolo aveva i capelli sciolti e non portava gli occhiali da sole, per questo non ero riuscita a riconoscerla.
<La tua partner> ripeté. Senza darmi la possibilità di parlare, iniziò a spiegarmi la situazione. <Il cadavere è stato segnalato da una donna, Karla Stevenson. Ho preso la deposizione, ma quando mi ha portata sul luogo del delitto non c'era nulla. Mi ha indicato la zona in cui aveva visto il corpo, ma al suo posto c'era solo una macchia nera. Ho letto i fascicoli dei casi precedenti, quindi sapevo cosa cercare>
<Maledizione> brontolai fra me e me. Feci per andarmene, ma mi fermò.
<Comunque piacere, mi chiamo Claire> disse sorridente, tendendomi la mano. Mi voltai con un enorme sforzo e la strinsi, riluttante.
<Samantha> dissi.
<Senti, capisco che sia presto e che per te sia difficile da accettare, lo sarebbe anche per me, ma ormai sono stata assegnata al tuo distretto, quindi spero che riusciremo ad andare d'accordo> concluse determinata.
<Non ho niente contro di te, ma come hai detto anche tu è troppo presto. Non farò nulla per ostacolarti, ma non te la prendere se non sarò il massimo della simpatia> chiarii.
<Nessun problema>. Mi sorrise, e dopo che furono arrivate due pattuglie per ispezionare la zona, ci dirigemmo ognuna verso la propria macchina. Andai in centrale a fare rapporto e poi tornai a casa. Non avevo fatto granché, ma mi sentivo esausta. Provai a chiamare Liam, per parlagli di quei corpi, ma non rispose. Riprovai, ma ottenni lo stesso risultato. Frustata, lanciai il cellulare sul divano e me ne andai a dormire. Perché diamine mi aveva dato il suo numero se tanto non era intenzionato a rispondere?!
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L'Angelo Perduto
FantasySamantha Della Torre è una detective di Scotland Yard che vive una vita tranquilla, divisa tra casa, lavoro e qualche uscita con la sua migliore amica. Strani omicidi iniziano, però, a verificarsi in città. Quando viene attaccata da un essere mai vi...