Parte 19

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Solo con la mente lucida, al mattino, realizzai davvero quello che era successo. Avevo baciato Liam! Bhè, era stato lui a baciare me, ma io glielo avevo permesso. E ora che era successo, chi volevo prendere in giro? Liam mi piaceva eccome. La sensazione che avevo provato baciandolo non l'avevo mai provata con nessuno, neanche con Marcus. E Marcus baciava da dio. Pensando a Marcus mi sentii immediatamente in colpa. Fra di noi non c'era più stato nulla, ma mi sentivo comunque come se gli avessi fatto un torto e sicuramente doveva averlo pensato anche Liam visto lo sguardo che aveva fatto prima di andarsene. Pensai di chiamarlo ma ci ripensai subito: conoscendolo, non avrebbe risposto. Andai a farmi la doccia, percependo ancora con le labbra leggermente gonfie.

"Sei sveglia?" chiedeva il messaggio di Marcus. Non appena gli scrissi di si, si teletrasportò sul mio divano. Lo guardai storto e lui sorrise.

<Le porte sono così sopravvalutate> disse alzando le spalle. Ero indecisa se dirgli o no quello che era successo. Da un lato mi sentivo in colpa, dall'altro non stavamo insieme. E poi il suo rapporto con Liam era già così complicato che avevo paura di peggiorare la situazione.

<Stavo pensando di insegnarti l'ultima cosa che ti manca per completare l'addestramento> disse interrompendo i miei pensieri.

<Ma non hai un lavoro?> chiesi per stuzzicarlo.

<Hey, io non ti dico come fare il tuo lavoro e tu non mi dici come fare il mio. È tutto sotto controllo> ammiccò.

Scossi la testa. <Cosa volevi fare quindi?>

<Pensaci, cos'è l'unica cosa che ancora non hai imparato?>

Ci pensai su, ma mi sembrava di aver imparato tutto, finché non ripensai al mio primo incontro con Liam, quando lo avevo spinto fuori dalla finestra. Quando capii a cosa si riferisse, quasi urlai. <Mi insegnerai a volare!!> dissi saltellando.

<Esattamente> rise. <Possiamo farlo in casa, per iniziare. Essendo giorno saremmo troppo esposti e qualcuno potrebbe spaventarsi nel vedere due persone volare, tu che ne dici?>

<Ora che mi ci fai pensare...> dissi ironica.

<Allora> iniziò Marcus. <Credo che troverai molto semplice imparare a volare, perché sai già come raggiungere la concentrazione necessaria, l'hai imparato con l'energia angelica> continuò venendomi vicino e mettendosi alle mie spalle. <Chiudi gli occhi e cerca di visualizzare il tuo corpo come un guscio vuoto. In questo modo dovresti avvertire un senso di leggerezza>

Provai a fare quello che mi chiedeva, ma trovavo difficile concentrarmi a causa del mio maledetto cervello che, non appena chiudevo gli occhi, mi riportava a quello che era successo la sera precedente. La foga con cui Liam mi aveva baciata mi portava a credere che desiderasse farlo da molto tempo, ma lui non mi aveva mai mandato dei segnali che mi permettessero di capire qualcosa. Da come si era sempre comportato fino ad ora, sembrava quasi un peso, per lui, avere a che fare con me. Da quando lo conoscevo, nonostante trovasse i miei poteri interessanti, non avevamo mai passato abbastanza tempo insieme perché potesse capirne la provenienza. Non aveva rispettato il patto che avevamo stretto nel giardino della mia casa in Italia. Mi aveva allenata per un po', ma alla fine avevo fatto dei grossi miglioramenti solo grazie all'aiuto di Marcus. Sembrava quasi che volesse tenere le distanze volontariamente, come aveva fatto nelle ultime settimane.

<Non sei concentrata> disse Marcus interrompendo i miei pensieri.

<Scusa. Ora riprovo>

Tentai seriamente di concentrarmi e feci quello che mi aveva chiesto. Presi un profondo respiro e svuotai la mente, focalizzandomi sull'immagine del mio corpo. Provai ad immaginare che lentamente la mia immagine si scurisse, fino a diventare una semplice sagoma nera. Iniziai a visualizzare la sagoma che spiccava un piccolo salto, combattendo contro la forza di gravità e restando in aria, anche se ad una piccola altezza. All'improvviso mi sembrò di aver perso il contatto con il pavimento del salotto.

L'Angelo PerdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora