10.

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Passano diverse settimane in cui non lo vedo più, o almeno, non più come prima. Non lo cerco più al balcone, abbandono il nostro appuntamento ormai fisso col martedì, abbandono l'idea che mi ero fatta di lui. Vederlo da vicino e avvicinarlo, parlargli, me l'ha fatto svalutare. Non mi ha riconosciuta e mi ha trattata talmente male che mi sono sentita mortificata.
Cerco di non pensarci ma lui ogni tanto mi ritorna in mente e devo sforzarmi di scacciare via la sua immagine dalla mia testa. Mi distraggo più che posso, sto uscendo molto, cerco di stare il minor tempo possibile in casa per non essere tentata di cercarlo.
Ora scappo via dal locale dopo un venerdì super pieno, sono le cinque e sono ancora per strada e tra l'altro piove a dirotto. Odio lavorare nei weekend, c'è sempre un casino di gente e quasi sempre troppo sballata. Proprio mentre penso a quanti pazzi ubriachi circolano per strada uno di questi mi taglia la strada sorpassandomi a destra e buttandosi davanti a me, per poi sfrecciare via.
"Ma guarda questo! Ma che cazzo fai oh!" Urlo sporgendomi dal finestrino ma inutilmente dato che in un attimo è già sparito dalla mia vista. Proseguo sulla mia strada e poco prima di imboccare la direzione di casa mia vedo quella macchina che mi aveva tagliato la strada contro un guardrail con un ragazzo steso a terra. Parcheggio sul ciglio della strada e lo raggiungo incurante della pioggia battente. I miei occhi sono come annebbiati, non so se ciò che vedo è reale o frutto della mia fantasia: a terra disteso c'è Fabian. Dopo un iniziale blocco mi accovaccio e lo smuovo."Fabian, Fabian svegliati.. su svegliati!" Lo smuovo ancora e dopo qualche sollecito apre leggermente gli occhi e vomita. Vomita a causa dell'alcol suppongo e per poco non lo fa su di me. Apre gli occhi un po' di più e mi guarda alzando leggermente la testa. "Portami via" dice solo. "Sì, la macchina la lasciamo qui, ora chiamo i Carabinieri" dico e sto per prendere il telefono ma lui mi ferma. "No, portami via e basta" dice con quell'accento spagnolo "la macchina non è mia" conclude quasi vergognandosi. Guardo l'auto e poi lui e capisco: è meglio fare come dice e portarlo via. Riesce a stento a camminare e a salire nella mia auto ma appena lo fa si addormenta. Provo a svegliarlo quando arrivo sotto il suo palazzo ma niente, non apre gli occhi. Non ho altra scelta che portarlo da me. Parcheggio e lo porto quasi in spalla fino all'ascensore che ci porta fuori il mio appartamento. Ormai sono quasi le sei e devo fare attenzione a non svegliare Gaia. Lo porto nel bagno per provare a fargli fare una doccia ma non riesco proprio a svegliarlo così lo metto a letto. Sono distrutta, è alto e pesante, è stata una faticata portarlo fino a qui. Mi faccio una doccia veloce e mi metto vicino a lui a letto. Mi addormento e dormo tranquillamente finché, suppongo qualche ora dopo, mi sveglio a causa di alcune fitte che sento nel basso ventre. Spalanco gli occhi e vedo Fabian su di me che come un toro inferocito mi fa sua senza neanche chiedermi il permesso. Ha gli occhi sbarrati e i denti stretti, mi appoggia un dito sulle labbra e mi mima di fare silenzio. "Shhhh" mi dice, io annuisco rilassandomi e godendomi le sue spinte portentose. Chiudo gli occhi e gli lascio fare col mio corpo ciò che vuole, pur essendo consapevole di star facendo un grande errore. Poco dopo esce da me e si svuota sulla mia pancia, cadendo poi di nuovo al suo posto nel letto. Resto immobile, non è stato come me lo ero immaginata, non mi ha dato piacere, almeno non fino all'apice. Immaginavo tutto diverso, non così superficiale.
Dopo qualche minuto si alza e va verso il balcone, poi si gira verso di me con un'espressione stupita. "Sei tu.." dice, io annuisco e lui si mette una mano sulla bocca. "Perché sei sparita?" Domanda quasi offeso, come se fossi io dalla parte del torto. "Perché ci siamo visti in discoteca, al Club, ti ho avvicinato ma non mi hai riconosciuta" dico sincera. "Mi.. mi dispiace.. sono un disastro in queste cose" si passa le mani tra i capelli e si avvicina al letto. "Mi dispiace anche per questo.." indica con un movimento della testa il mio letto e ciò che è appena successo tra di noi "non ho dato il meglio di me e soprattutto non ti ho chiesto se ti andava o no, scusa" dice. "Tranquillo, eri ubriaco, dovevo immaginarlo" rispondo e lui annuisce. "La prossima volta sarò meglio" sorride sembrando quasi timido "ah e per la questione di ieri.." continua ma non lo seguo "per l'auto, l'incidente.." chiarisce e capisco. "Sì.." do un cenno di assenso e lui prosegue "Non dirlo a nessuno, okay? Me lo prometti?" Mi chiede. "Sì" rispondo sincera, non so cosa abbia combinato ma onestamente non voglio mettermi in mezzo. "Grazie. Ora posso fare una doccia?" Domanda e senza aspettare una mia risposta va verso il bagno. Poco dopo esco dalla mia camera e trovo Gaia che per poco non mi salta addosso. "Hai scopato finalmente?" mi domanda eccitata. "No, cioè sì però niente di che.. Lui è quel ragazzo che abita di fronte che una volta ti feci vedere.." Cerco di farle ricordare di quel momento. "Il calciatore del Napoli?" Risponde sgranando gli occhi e alzando la voce. "Sì però non dirlo a nessuno, per ora non c'è niente tra di noi" le spiego. "Va bene" dice ed esce per andare a lavoro.
"Ah ora sì che sto bene" Fabian esce dal bagno sorridente e vestito. Mi dà un bacio a stampo sulla bocca e rifiutando la colazione che gli avevo preparato, se ne va.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora