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Siamo seduti in piazza per la serata cabaret. Sono qui con Martina e altri miei compagni di squadra. I comici fanno battute, ci fanno ridere, cantare e divertire. Mi fanno salire sul palco con José e ci fanno cantare diversi cori da stadio insieme ai tifosi presenti. A fine serata accompagno Martina al suo hotel e la saluto prima di tornare nella mia stanza.
"Ci vediamo domani?" Poggio la mia fronte alla sua e glielo chiedo a bassa voce. Annuisce e si sposta i capelli dietro un orecchio. "Ma quando posso averti per me?" Mi passa l'indice sul petto facendolo scivolare su tutto il busto. Sospiro, manca anche a me la nostra vita quotidiana. "Martedì sarò tutto tuo" rispondo. "Lo sapevo già, speravo che mi dicessi 'ora' e invece niente" sbuffa facendomi ridere. "Sai che qui non è possibile, il mister mi farebbe fuori immediatamente" le spiego e lei fa segno di sì con la testa. "Perciò vai prima che il mister ti trovi qui e ti metta in punizione" mi spinge mettendomi la mano aperta sul petto senza però spostarmi nemmeno di mezzo centimetro. Sbuffa ancora e poi incrocia le braccia. "Vado davvero, buonanotte" le prendo il viso tra le mani mentre si alza sulle punte e ci baciamo. Entra in camera e io vado via. Torno nel mio hotel e nella hall trovo Mertens e Insigne che ancora ridono e prendono in giro chiunque respiri. Vogliono iniziare anche con me ma li fermo sul nascere, non ne ho voglia. "Uh cucciolino piccolo è triste.." Lorenzo fa il broncio ma faccio finta di non sentirlo. Non ho nulla contro di lui ma stasera voglio solo dormire. Nel corridoio trovo Nikola con Vlad che parlano tra di loro mentre messaggiano a cellulare. Li saluto da lontano e prendo anche io il cellulare. Gli passo accanto ed essendo distratto dai messaggi di mia sorella non mi accorgo che Nikola è di fronte a me. Cammino veloce e ci sbatto contro facendogli cadere il cellulare. "Scusa Niko, ero distratto" gli prendo il cellulare da terra e glielo restituisco. "Non ti preoccupare" lo prende e se lo mette subito in tasca. Ci salutiamo ancora e vado in camera mia. Mi spoglio e mi sdraio a letto ma non riesco a prendere sonno subito. Ci metto un paio d'ore e quando alle sette e mezza suona la sveglia mi sembra di aver dormito un quarto d'ora. Mi alzo solo dopo che Piotr me l'ha urlato dieci volte e con lui José, faccio una doccia e scendo a fare colazione. Il resto della squadra è già giù e sono l'ultimo. Mi siedo e prendo per prima cosa un bel caffè di Tommaso, bello forte. Poi prendo una spremuta e un cornetto ai cereali. Lorenzo e Dries hanno sempre la solita voglia di scherzare, anche di prima mattina, sono irrecuperabili. Ridono, fanno battute, prendono in giro Tommaso e poi scattano foto e selfie. Mentre fanno una delle loro solite marachelle io prendo la spremuta e la bevo ma poi quando la riappoggio sulla tavola non trovo il giusto equilibrio e lo rovescio, facendolo cadere addosso a Nikola. Già, di nuovo lui.
"Ma lo fai apposta? Che cazzo hai contro di me?" Si alza e allarga le braccia aumentando la voce. Io resto seduto ma alzo lo sguardo verso di lui. Non volevo, non l'ho fatto apposta ma a questo punto, non mi tiro indietro. Ho qualcosa contro di lui? Probabilmente si è forse inconsciamente voglio affrontarlo. Prendo il bicchiere e quel che ancora c'è dentro, mi alzo, e rispondo. "Dimmelo tu, c'è qualcosa che devo sapere?" Domando. Tutti ci guardano, lui sbianca e cambia espressione. "Dimmelo dai, dimmelo" lo sprono, ma lui non dice una parola. Il silenzio ci circonda gli altri hanno capito che c'è qualcosa sotto. Persino i Drienzo sono in silenzio a fissarci, pazzesco. "Come immaginavo, non hai le palle di dirmelo, vero?" Continua a non parlare e io scuoto la testa. "Ti chiedo scusa per prima per la spremuta, sono stato maleducato, dovevo offrirtela tutta" dico prendendo la mira e versandogli addosso anche il resto che era rimasto nel bicchiere. "Ora ho finito" lo poso sulla tavola e me ne vado sotto gli occhi increduli di tutti.
Cosa mi prende? Beh, pazzo non sono, almeno non fino a questo punto. L'altra sera ho letto un messaggio che Nikola ha mandato alla mia ragazza e anche se non so bene di cosa si tratta, so che mi nascondono qualcosa. Ero entrato in camera mia e il suo cellulare era sul tavolino. Sì illuminò e lessi la notifica di Instagram. I miei occhi corsero veloci dalla prima all'ultima parola, poi uscii dalla stanza senza nemmeno toccare il cellulare. Non avevo intenzione di fare scenate qui ma mi si è presentata l'occasione e non ho potuto evitarlo.
Vado in hotel da lei, la sveglio e senza fingere più tranquillità le chiedo di parlare. "Si può sapere che ti prende stamattina?" Mi dice quando mi raggiunge. "Cosa c'è tra te e Nikola?" Le chiedo subito. Lei fa un'espressione confusa, come se non sapesse di che sto parlando. "Nikola? Niente, che deve esserci?" Ride e mi allaccia le mani al collo. "Sei geloso anche dei tuoi compagni ora?" La allontano, devo sapere la verità o non riesco nemmeno a sfiorarla. "Ho letto i messaggi che vi scambiate, non negare. Cosa non devo sapere?" A queste mie parole si sente evidentemente messa con le spalle al muro. Indietreggia di due passi e si schiarisce la voce. "Niente di importante" dice, scuotendo la testa. "Questo lascialo decidere a me e guardami" le alzo la testa ma continua a schivare i miei occhi. "Che c'è, non hai il coraggio nemmeno tu?" Le domando ancora. "Hai parlato con lui?" Mi chiede con la paura negli occhi. "Ci ho provato ma non mi ha detto nulla, tocca a te". La fisso e lei sembra decidersi. "Io e te non stavamo insieme e io non sapevo chi fosse" dice sempre a testa bassa. "Quando?" Mi guarda un attimo e fa un respiro profondo. "Ti ricordi quando mi bussasti nel privé? Ero con lui" dice e io sento un vuoto improvviso nello stomaco. "Mioddio.." Mi passo le mani sul viso, non riesco a crederci. "Quante volte?" Chiedo ancora, voglio sapere tutto. "Solo quella volta e ti ripeto che non sapevo chi fosse, né lui sapeva di me. Non ha significato nulla e non è il caso che lo sappiano anche gli altri, soprattutto sua moglie" dice come se volesse dirmi cosa fare. "Io però dovevo saperlo, no? Cioè sono il cornuto della situazione" scuoto la testa, mi sembra impossibile. "Non sei cornuto, io e te non stavamo insieme e non voglio ripetertelo più" quasi alza la voce. Cioè ora vuole stare dalla parte della ragione? "Ah ora sei tu che riprendi me? E tutte quelle storie sulla sincerità, l'onestà, il non avere più segreti? Che fine hanno fatto?" Le punto il dito contro e lei annuisce. "E' stata una cosa insignificante, ho fatto sesso anche con altri ragazzi mentre non stavo con te non era necessari che te lo raccontassi" dice. "Siamo d'accordo, ma se si tratta di un mio compagno di squadra, dovevi farlo. Lui ti è entrato dentro, capisci?" Scuoto la testa, sono ripugnato. "Come faccio a guardarlo in faccia?" Continuo e lei mi avvicina. "Io amo te Fabián e lui ama sua moglie. Non è contato nulla e non cambia i nostri sentimenti. Magari dovevamo dirtelo, è vero, ma lui non voleva casini e l'ho appoggiato" spiega le loro motivazioni che mi sembrano abbastanza sensate. "E' meglio se te ne vai, a Napoli ne riparliamo" dico solo. In questo momento non sono in grado di aggiungere altro e non voglio peggiorare la situazione. La lascio nel suo albergo e vado via.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora