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Fino all'ultimo momento non avevo la sicurezza di poterci essere, eppure eccomi qui. Sono stata in bilico perché l'altra ragazza che lavora in libreria è malata e Salvo non sapeva se riusciva ad organizzarsi o no. Poi mi ha dato il via libera e mi sono organizzata. Ho cercato disperatamente un mezzo di trasporto che mi portasse entro le nove di sera ad Udine. Sono stata fortunata perché ho trovato un volo last minute e ho prenotato subito. Sono arrivata allo stadio poco prima che iniziasse la partita, ho comprato il biglietto e ho assistito alla partita dalla tribuna. Mi sono emozionata, ho urlato, ho gioito. Quando Fabián ha segnato per poco non mi scoppiava il cuore, ero così felice che mi è venuto da piangere e l'ho fatto. Al secondo gol sembravo impazzita, non so precisamente cosa ho fatto ma so che tutti mi guardavano ridendo come se fossi fuori di testa. Al fischio finale non sentivo più le gambe, ero così emozionata e felice per Fabián che non mi sembrava vero. Poi la sua esultanza, la coppa, il premio come migliore giocatore del torneo; tutto perfetto. Tutto perfetto fino a quando sui maxi schermi dello stadio non hanno trasmesso una sua intervista da bordo campo. All'inizio le sue parole mi sembrano normali, anzi, anche molto belle. Ringrazia la famiglia, i compagni e tutti coloro che l'hanno aiutato ad essere qui stasera. Poi il giornalista gli chiede di fare una dedica e lui si ferma un attimo abbassando lo sguardo, quando guarda di nuovo nella telecamera ha gli occhi lucidi e tira su col naso. E' commosso, emozionato. Dice che questa vittoria deve dedicarla ad una sola persona, che deve ringraziare solo lei se è dove è adesso. Il cuore inizia a battermi più forte, so che sta per fare il mio nome e non vedo l'ora di abbracciarlo e dirgli quanto lo amo e quanto sono orgogliosa di lui. Invece non va come avevo pensato. Non fa il mio nome, non fa quello della sorella o della mamma, no. Nomina una certa Sara, mai sentita prima. Il sorriso dal mio volto scompare e non so a cosa pensare. Chi è Sara? Che rapporto hanno? Mi pietrifico, l'intervista termina ma io continuo a fissare quel maxi schermo ormai vuoto e spento. Dopo un po' gli mando un messaggio in cui gli dico che sono allo stadio e che ho visto la partita da qui per fargli una sorpresa. Lui reagisce in modo entusiasta, dice che tra poco mi raggiunge e di aspettarlo fuori la tribuna. Faccio come mi dice e lo aspetto, dopo mezz'ora arriva e corre verso di me. Mi abbraccia, mi bacia, mi dice che non si aspettava di vedermi qui e che è felice. Felice di aver condiviso con me questa gioia immensa.
"Va tutto bene?" Mi chiede dopo un po' che non reagisco alle sue innumerevoli moine. Non so come chiederglielo, non so che parole usare, non so se sono pronta alla possibile risposta. Poi mi faccio coraggio, faccio un respiro profondo e glielo chiedo, diretta. "Chi è Sara?" Domando. Il suo sguardo si rabbuia subito, la sua espressione cambia, è nervoso. "Sara? Chi te ne ha parlato?" Mi chiede lui, sorpreso di sentirmi dire quel nome. "Ero allo stadio quando hanno trasmesso la tua intervista e ho sentito che le hai dedicato questa serata. Chi è Sara?" Ripeto, mentre lui - sempre più nervoso - si passa le mani tra i capelli. "Non qui, è una lunga storia. Hai cenato?" Domanda. Scuoto la testa e lui mi prende la mano. Cerca su internet il miglior ristorante della zona e poi chiama un taxi. Ci arriviamo viaggiando in silenzio. Chiede un tavolo per due e quando ci sediamo lo vedo ancora più irrequieto di prima. "Allora? Quanto ancora vuoi nascondermi la verità?" Gli chiedo, incrociando le braccia. "Pensavo fossi cambiato, pensavo che fosse davvero una cosa seria stavolta e invece hai un'altra.." Scuoto la testa disgustata e soprattutto delusa da me stessa. Come ho potuto fidarmi di nuovo di lui? Sono solo una stupida. "Non è così. Io e Sara non stiamo insieme, almeno non più.." Risponde con un filo di voce sempre a testa bassa, come se avesse vergogna. "Che significa? Spiegati meglio" dico, che significherebbe? Bah. "Ricordi quando ti dicevo che ci sono cose di me che non conosci e che poche persone sanno? Cose che mi hanno fatto stare male e mi hanno cambiato" mi spiega. "Certo che ricordo. Ti riferivi a lei?" Annuisce e si schiarisce la voce chiaramente provato. "Sara è stata la mia prima ragazza, la prima che ho amato. Siamo stati insieme qualche anno poi è successa una cosa brutta che ci ha allontanati" si ferma e capisco che per lui non è facile parlarne. Termina la pausa e continua a raccontare. "Un ubriacone le ha tagliato la strada ed ora è in coma. Da cinque anni quasi ormai" racconta ancora. Ormai i suoi occhi sono lucidi e trattiene le lacrime. "Da quando l'ho persa sono cambiato, ho iniziato a trattare male le donne perché volevo solo lei, non volevo sostituirla con nessuna. Poi con te mi sono accorto che non ci riuscivo, a starti lontano intendo" alza lo sguardo e mi stringe la mano. Anche il mio cuore si stringe nel vederlo così, ci ha sofferto e ancora ci soffre, è palese. "Perché non me l'hai mai detto?" Domando, mi sento quasi tradita. "Non volevo darti l'impressione di vivere ancora nel passato, di amarla ancora. Non voglio che lo pensi perché non è così" scuote la testa avvicinandosi ancora a me. "Non la ami più?" Gli domando, ho bisogno di sentirglielo dire. "No. Lei sarà sempre una parte importante di me e quando ho capito di amarti mi sentivo in colpa, mi sembrava di tradirla perciò ti allontanavo. Poi ho capito che era.." Allungo una mano verso di lui fermando le sue parole. "Puoi.. puoi ripetere ciò che hai detto per piacere?" Mi sento improvvisamente avvampare, non mi sembra vero. "Mi sentivo in colpa perché mi sembrava di tradirla perciò ti allontanavo.." Ripete ma gli faccio segno di no. "L'altra cosa" dico e lui annuisce. Deglutisce e sorride leggermente abbassando lo sguardo e poi rivolgendolo a me. "Ti amo e l'ho capito da un bel po'" dice facendomi scoppiare il cuore d'amore. "Ti amo anche io Fabián ma mi prometti di non nascondermi niente più, mai più?" Gli chiedo anche io quasi in lacrime. "Te lo giuro" dice. Si alza e si sporge verso di me baciandomi.
Lo amo, lo amo, lo amo. Lo amo senza freni, senza sosta. Magari non sarà facile ma so che con lui ne varrà la pena.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora