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Faccio come mi dice, vado via. Ma prima devo passare da Nikola e raccontargli tutto, lo dico anche a Fabián perché non voglio che se ci vede insieme magari pensa qualcosa di sbagliato.
Raggiungo il serbo all'hotel e lo chiamo, mi raggiunge e so che ha già capito tutto o quasi. Quando gli dico che devo parlargli annuisce sconsolato e mi porta fuori uno chalet tra i più sperduti del paese. Ci sediamo fuori su delle sedie di plastica bianche e gli racconto che Fabián sa tutto e che ho dovuto dirglielo perché ha letto i nostri messaggi. Lui mi guarda fisso negli occhi, poi si porta i gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mai. Scoppia a piangere e mi dice che è colpa sua, solo colpa sua se ora la sua vita sarà rovinata. Mi dice che quella sera che è venuto per la prima volta al mio locale aveva litigato con la moglie, che voleva rilassarsi un po', che voleva un po' di pace. Poi mi vide e lì iniziò a fantasticare su di me. L'ho attratto dal primo momento e voleva vedermi meglio perciò mi chiese il ballo. Con la moglie era un brutto periodo e voleva solo spegnere il cervello e cancellare le urla dei litigi dalla testa per una mezz'ora, mi dice. Dopo quel ballo però le cose non migliorano, anzi, peggiorano. Non fa che pensarmi, vuole rivedermi. Viene altre volte al locale ma non riesce a parlarmi fino alla sera che siamo stati insieme nel privé. Voleva sentire cosa avrebbe provato a stare con me, era diventata la sua ossessione e doveva rispondere a questa domanda. Dopo che siamo stati insieme i sensi di colpa l'hanno assalito ma continuava a pensarmi e per questo è venuto altre volte a vedermi ballare. Sa che non lo faccio per mestiere quindi non mi ha mai chiesto di fare sesso e aspettava una mia mossa e quando è arrivata, l'ultima volta che ci siamo visti nel privé, non ce l'ha fatta. Ha pensato a sua moglie, alla loro vita insieme e ha trovato la forza di dirmi di no e anche la sicurezza di amare sua moglie. Me lo dice in lacrime, singhiozzando. Ama la moglie e soprattutto i figli e non voleva distruggere la sua famiglia, né lo vuole ora. Mi dice che sa di aver sbagliato e sa che il karma non perdona. Sapeva che prima o poi la situazione si sarebbe ritorta contro di lui perché le brutte azioni hanno sempre delle conseguenze, anche dopo tempo. E ora ha paura, anzi, ha la certezza che Fabián dirà tutto e che la moglie lo lascerà, giustamente. Gli metto una mano sulla spalla, cerco di rincuorarlo per quel che posso. Gli dico che Fabián è arrabbiato, deluso, sì, ma non cattivo. Gli dico che ho detto allo spagnolo che lui ama la moglie e che è stato solo uno stupido errore che vorremmo entrambi non aver fatto e sono sicura che lui non dirà niente. Nikola si asciuga le lacrime, beve un po' d'acqua, si augura che le cose vadano come dico io e io lo rassicuro.
Conosco Fabián e ripeto, non è cattivo. È arrabbiato soprattutto con me perché voleva che glielo dicessi ma so che presto capirà e soprattutto che non rovinerà una famiglia per una stronzata simile.

"Si può sapere che è successo?" Domanda Gaia quando ci sediamo nel treno che da Verona ci porterà a Napoli. "Perché siamo dovuti scappare come dei ladri dal ritiro?" continua quando vede che non le do attenzione. Sbuffo ma poi rispondo, è giusto che sappia. "Sono stata a letto con Nikola, il modello di Armani e Fabián l'ha scoperto. Mi ha mandata via" dico subito. "Ohhh" dicono in coro i miei accompagnatori, già, c'è anche Salvo ed ha ascoltato tutto. "Ma che sei fuori di testa? Un cazzo non ti bastava?" Mi dà uno schiaffo dietro la testa facendomi anche abbastanza male. "Cretina non stavamo insieme quando sono stata con Nikola, era il periodo in cui Fabián mi allontanò. E non sapevo fosse un suo compagno di squadra, l'ho scoperto qualche mese fa" dico e di nuovo piovono gli "Ohhhh". Come se non fosse mai successa prima una cosa del genere nell'intero mondo, bah. "Ecco perché non volevi che cenasse con noi" ci giriamo entrambe verso Salvo, non ci aspettavamo uno suo commento. "È vero vecchia baldracca" Gaia si porta le mani sulla bocca come se avesse scoperto il segreto della vita eterna. Quando è così melodrammatica non la sopporto. "Non volevo creare situazioni imbarazzanti, tutto qui" spiego e loro annuiscono. "E dimmi un po', chi è meglio a scopare?" Finisce la frase ricordandosi della presenza di un settantenne al nostro fianco e cerca di fermarsi ma ormai è tardi. "Sono affari miei e basta, per oggi ti ho già detto troppo" chiudo. Lei si lamenta della mia acidità e della mia antipatia per un po' ma fingo che non esista, ho altro per la testa e non mi servono anche le sue lamentele onestamente. Prendo il mio cellulare, le cuffiette e attacco la musica.
Buonanotte, ci rivediamo a Napoli.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora