45.

493 29 10
                                    

Dimaro è davvero carina, un po' freddina ma carina. E' la prima e ultima settimana di ritiro per Fabián dato che è arrivato in ritardo a causa degli europei e sono riuscita finalmente ad organizzarmi per venire qui. Sono venuta con Gaia e Salvo che non può ancora crederci. Ha chiuso la libreria per tutto il weekend pur di essere qui. Ha conosciuto anche Fabián e non ha fatto che fargli complimenti e minacciarlo di cose orribili nel caso mi avesse fatto soffrire. Fabián giura che non è sua intenzione e lo invita a bordo campo a vedere le partitelle di allenamento. Le guardiamo anche io e Gaia ma con meno entusiasmo almeno per il calcio. Io guardo solo Fabi, lei chiunque abbia un pene tra le gambe e un bel fisico, cioè tutti. "Senti ma quello biondino e alto chi è?" Mi chiede indicando quello che mi sembra Milik. "Si chiama Arek, fa l'attaccante" dico e lei mi guarda maliziosa. "Se gli mostro la mia porta la sfonda la rete?" Domanda alludendo a cose lontane dal calcio. "Sei un caso irrecuperabile, la smetti?" Rido ma lei sembra seria. "E quello moro e alto lì in mezzo?" Indica un altro compagno di squadra di Fabian e devo fingere di mantenere la calma quando lo riconosco. "Quello è Maksimovic, è difensore" dico e lei si lecca le labbra. "Questo mi piace proprio troppo, dopo me lo presenti?" Mi sorride e io nego immediatamente con la testa. "E' sposato con due figli, lascialo stare" tronco la conversazione e mi giro verso Salvo che sta urlando qualcosa ad un attaccante che ha appena sbagliato un gol.
Il resto della mattinata la passiamo tra chioschi che vendono gadget del Napoli, tifosi e cori. A pranzo Fabián ci raggiunge e ci porta a mangiare in un ristorantino in centro dove ci sono anche altri suoi compagni con le famiglie. Mangiamo a base di carne e formaggi che qui sono ottimi. Noi prendiamo anche del buon vino rosso mentre per Fabián solo acqua naturale. "Marti, Marti.." Gaia mi chiama a bassa voce con delle gomitate nei fianchi. "Eccolo il modello di Armani, eccolo ed è anche senza la moglie" mi dice con un improvviso sorriso. "Shh sta zitta" la redarguisco e lei mette il broncio. "Niko, ehi, stai da solo?" Fabián si alza e si rivolge al suo compagno di squadra. "Sì ma me ne stavo andando, devo.." Cerca palesemente una scusa, so che, come me, vuole limitare i nostri contatti soprattutto se c'è Fabián. "Dai non fare storie siediti con noi che non abbiamo ancora iniziato" lo invita e lui sembra indeciso. "Se deve andare lascialo andare Fabi" dico, cercando di dirlo con tono neutrale. "Ma no, siediti invece, ci fa piacere un po' di compagnia" ora solo Gaia ci mancava, è un complotto contro di me? "No dai, meglio di no" ripete ma Fabián lo va a prendere per un braccio e lo fa sedere al nostro tavolo. Gli piazza il menù tra le mani e chiama il cameriere per farlo ordinare. Iniziamo a chiacchierare, io e Nikola non ci guardiamo mai, sarebbe troppo imbarazzante. Gaia ci prova spudoratamente ma lui le dice chiaramente di essere sposato e che domani arriva la moglie coi bambini. La mia amica si rattrista ma le passa quasi subito. Restiamo ancora un po' a tavola, poi torniamo in camera. Lascio un attimo Gaia in albergo e raggiungo il mio fidanzato nel suo albergo. Incontro il suo mister che mi raccomanda di non stancarlo troppo, poi Piotr che mi prende in giro per il mio giubbino pesante. Non sono abituata a questo freddo a fine luglio, ma che vogliono? Gli faccio la linguaccia e salgo in camera di Fabián. Tra poco c'è una serata in piazza coi tifosi e ci andremo insieme. "Sei pronto?" Gli chiedo entrando in camera. "Sì quasi, devo andare un attimo da José che mi deve prestare una cosa, torno subito" mi dice. "Io ne approfitto e vado un attimo in bagno" rispondo e lui annuisce. "A tra poco" mi bacia la bocca ed esce. Vado al bagno e mi do una sistematina al trucco che ormai è quasi inesistente, poi torno in camera e noto il display del mio cellulare che è illuminato. Penso sia Gaia che mi chiede come mai non sono ancora in piazza, invece no: è Nikola su Instagram. Ha un profilo privato con pochissimi che lo seguono di cui non sapevo l'esistenza. Mi guardo intorno e Fabián non è ancora tornato. Apro l'anteprima e leggo.
'Scusa non volevo venire a tavola ma se andavo via era ancora più sospetto. Mica ha capito qualcosa? Tu non gli hai detto niente, vero?' Sospiro, gli rispondo che Fabián non sospetta di nulla e di non preoccuparsi. Il mio ragazzo entra poco dopo nella sua camera e insieme scendiamo in piazza tra i tifosi e gli altri suoi compagni di squadra.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora