24.

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Durante le settimane successive mi trascino per casa, a lavoro, in giro. Sono triste, delusa, ferita. Non tanto le sue parole - che pure sono state pesanti - quanto il modo in cui me le ha dette. Era pieno di cattiveria e di veleno, come se volesse ferirmi. Come se volesse farmi sentire una nullità, volesse farmi stare male. Per tutta la settimana non l'ho cercato per chiarimenti né lui ha cercato me, forse è meglio così, forse è meglio che lo dimentichi e non ci pensi più. E' stato meschino e non glielo perdono.
E' lunedì quando vado in libreria a lavorare di pomeriggio e la sera quando torno lo ritrovo a casa mia che chiacchiera con Gaia.
"Ciao" dice alzandosi quando mi vede entrare dalla porta. Resto a bocca aperta e vago con lo sguardo da lui alla mia amica che con un'alzata di spalle si proclama innocente. "Hai un minuto?" Mi chiede. Poso la borsa con stizza sul divano e lo supero, cercando le parole giuste per rispondergli. "Le puttane meritano anche i tuoi minuti?" Dico e Gaia sparisce nell'altra stanza. "Avevo bevuto, non volevo dirlo. Non lo penso" cerca di scusarsi ma non ha scusanti. "Non mi interessa Fabián, veramente, lasciami in pace" rispondo. "A me interessa invece" mi prende per un polso e mi tira a lui. "Sono qui per scusarmi, non dovevo dire quelle cose" dice guardandomi negli occhi. "Faccio la ballerina non la prostituta, e non me ne vergogno" ribatto cercando di staccarlo dal mio polso. "Lo so e ti ripeto che mi dispiace, sono qui per scusarmi te l'ho già detto" avvicina il viso al mio e sfiora le mie labbra con le sue. "Smettila, credi davvero di risolvere tutto così? Sei stato cattivo, mi hai fatta stare male per settimane" dico. "Lo so e mi dispiace, non so perché ti ho detto quelle cose, avevo bevuto. Mi puoi perdonare?" Risponde facendo un'espressione triste e mordendosi il labbro inferiore. "Bevi troppo, non sei mai lucido e fai solo cazzate" rispondo. "Lo so ma sto passando un periodo particolare, cercherò di migliorare.." Sussurra, poi porta il suo viso sempre più vicino al mio. "Lo devi fare per te perché ti stai rovinando.." Gli rispondo e lui annuisce. Il suo profumo mi inonda le narici, i miei sensi impazziscono e non aspetto che le sue labbra sulle mie. Mi bacia, prima dolcemente ma poi avidamente, come se avesse fame dei miei baci. Mi tiene la testa ferma contro la sua e con l'altra scivola sulla mia maglia, fino ad arrivare ai jeans e ad entrarci dentro. "Fabián.." Cerco di opporre resistenza ma non ne ho le forze. Prima che possa accorgermene è con due dita dentro di me che mi fa salire in paradiso, mentre con gli occhi resta fisso nei miei fino a quando non mi soddisfa pienamente. Resto qualche minuto avvinghiata a lui che mi accarezza i capelli e mi dice che sono stupenda e di perdonarlo. La sua voce mi ammalia, è come se mi facesse ogni volta un incantesimo diverso. Non riesco ad allontanarlo da me e dalla mia vita nonostante so che può farmi solo del male.
Pensando a questo ritorno in me, mi allontano da lui, mi sistemo e cerco di fare chiarezza innanzitutto con me stessa. "Fabián, cosa vuoi da me? Me lo devi dire perché non puoi venire qui, farmi queste cose.." arrossisco mentre lui mi guarda indeciso "Non puoi perché io non cerco questo, non voglio questo" concludo. "Nemmeno io. Però non mi piace fare promesse e proclami. Vediamo come va.. " dice avvicinandosi ancora. "Non lo so, mi serve tempo. Non puoi venire qui e chiedermi chissà cosa dopo il modo in cui mi hai trattata nell'ultimo mese.." dico mettendo distanza tra di noi, so che se mi toccasse mi scioglierei di nuovo e non voglio, non ora. "Va bene, hai ragione. Ti chiedo ancora scusa, non volevo farti del male. Sai dove abito fammi sapere tu quando avrai deciso, ok?" Mi chiede indietreggiando, capendo che non è il momento di fare altro. Annuisco e senza dire altro va via. Corro in camera da Gaia e scoppio il lacrime.
"Sono di gioia dopo un orgasmo che non arrivava da anni?" Domanda, stupida come sempre. "Che devo fare, non lo so.." le chiedo sperando in un suo consiglio "Non ti aspettare niente, prenditela così come viene, magari ti sorprende.." mi dice alzando le spalle e accarezzandomi i capelli e so che ha ragione. E se invece mi deludesse? Se fosse un altro a cui importa solo di aggiungere un'altra ragazza alla lista di quelle che ha scopato? Ci penso tutta la notte e non chiudo occhio.
Mi giro e rigiro nel letto, fortunatamente domani è martedì e non ho lavoro non sono davvero nelle condizioni per affrontare una giornata di lavoro.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora