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"Vai a lavoro?" Mi prende alla sprovvista beccandomi giù al mio palazzo. "Sì, sono già in ritardo" gli rispondo velocemente senza nemmeno fermarmi. "Vai a piedi?" Chiede ancora, seguendomi. "Sì, ho l'auto senza benzina" rispondo attraversando la strada. "Ti do un passaggio ho l'auto qui" me la indica parcheggiata sul marciapiede. Mi fermo un attimo e poi annuisco seguendolo. Salgo nella sua auto e mi chiede di indicargli la strada. Il viaggio dura meno di dieci minuti in cui chiacchieriamo tranquillamente di tutto. "Stasera ci sei?" Mi chiede poco prima di arrivare a destinazione. "Mmm.." Faccio finta di pensarci e poi alla fine annuisco. "Vengo da te però perché c'è Gaia a casa e non voglio darle modo di parlare" spiego. "Perché che dice?" Sorride divertito quando gli parlo della mia coinquilina. "Niente di che, solo che inizia a chiedermi del sesso e tutto il resto e non mi va di dare spiegazioni" sospiro, adoro Gaia ma a volte è pressante e non ce la faccio. "Dille che sono un carrarmato e che non mi fermo mai" risponde scuotendo la testa divertito. "Non mi piace dare dettagli, sono cose nostre. A lei dico le cose che voglio dirle, non tutto" spiego. "Capisco.. Allora ci vediamo da me, sempre verso le dieci?" mi chiede parcheggiando fuori la libreria. "Sì, a stasera" scendo dall'auto e mi avvio verso la libreria passando davanti alla sua portiera. "Vieni qua.. madre mia che culo che hai" mi tira per un braccio e si sporge con il viso fuori dal finestrino prendendomi la faccia con una mano, come suo solito, e baciandomi a stampo. Poi mi dà uno schiaffo sul sedere e un pizzicotto. "Dai devo andare, lasciami stare" cerco di divincolarmi ma mi tira ancora. "L'ultimo e vado via" dice baciandomi ancora. Strofino il mio naso col suo e poi ci baciamo, stavolta più dolcemente. "Ti lascio andare, se il capo dice qualcosa fai il mio nome e vedi che non si arrabbia" mi fa l'occhiolino e va via.
Entro in libreria e Salvo mi guarda con un mezzo sorriso. "Fabian Ruiz, davvero?" Domanda perplesso. "Sì, è lui" mi sposto i capelli dal viso mettendoli dietro le orecchie con fare imbarazzato "ma non stiamo insieme, ogni tanto ci vediamo, tutto qui" termino. Annuisce e non ne parla più. Continuo la giornata di lavoro più tranquilla del solito, sono più rilassata e si nota. Non rispondo male ai clienti, anzi, ci rido e ci scherzo e il tempo questa volta sembra volare. Torno a casa verso le otto e un quarto e subito mi vado a fare una doccia bollente. Esco dalla doccia e mi vesto. Metto un leggings e una maglia larga, lego i capelli e metto le Nike.
"Devi andare in palestra?" Mi domanda Gaia guardando il mio abbigliamento. "No vado da Fabian" indico il palazzo di fronte con un movimento della testa. "Così conciata?" ride e scuote la testa guardandomi. "Ma sì, tanto alla fine mi toglierà tutto" rispondo facendola ridere e ridendo a mia volta. "Fai bene Marti, goditelo tutto" mi dice e mi lascia un bacio in fronte. Alle dieci meno un quarto scendo e vado da lui. Ho sempre un po' d'ansia quando devo vederlo ma la voglia e l'adrenalina superano tutto. Busso al citofono e mi apre, salgo ma lo trovo che si sta infilando il giubbino e sta prendendo le chiavi dell'auto. "Hai già cenato?" Mi domanda. Scuoto la testa, non ho mangiato nulla ma non capisco che intenzioni ha. "No, perché?" Chiedo. "Andiamo a mangiare fuori, ti va?" Mi sorride e mi indica la porta "Così conciata Fabian? Non sapevo che avevi intenzione di uscire" dico vergognandomi quasi. Mi guarda un'infinità di secondi mettendosi il cappellino, poi parla. "Stai benissimo, che problema c'è?" Mi domanda. "Ma se sembro scappata dal reparto di psichiatria, guardami" mi indico e lui scoppia a ridere "non sono nemmeno truccata" termino sbuffando. "Sei bellissima anche così, io ti preferisco naturale. Però facciamo che andiamo un attimo a casa tua, ti prepari velocemente e scendiamo, okay?" Mi mette due dita sotto al mento e mi bacia lievemente le labbra. "Pizza?" Gli chiedo alzandomi sulle punte e avvicinando di nuovo le nostre bocche. Mi accarezza i capelli e scuote la testa. "No, non mi piace la pizza" ammette e subito mi stacco da lui scioccata. "Come può non piacerti la pizza? A Napoli tra l'altro.." Mi metto una mano in fronte mentre scendiamo le scale, lui ride. "Lo so, Dries mi ha portato a mangiarne ovunque ma niente, non mi piace. Preferisco il pesce fresco. Andiamo al ristorante che ho proprio voglia di pasta" dice e io annuisco. "Va bene, come vuoi".
Saliamo a casa mia e lo lascio a chiacchierare con Gaia mentre io mi preparo, faccio velocemente e dopo dieci minuti sono pronta. Andiamo a Pozzuoli da Bobò e mangiamo tutte pietanze a base di pesce fresco che lui adora. Facciamo un giro sul lungomare e poi andiamo da lui dove passiamo la notte insieme. I giorni seguenti siamo sempre così, ci cerchiamo sempre, messaggiamo, mi chiama, ci vediamo, usciamo. Sembra davvero che sia iniziato qualcosa di più profondo, di più importante della storiella che c'era all'inizio.
Sono quindici giorni che la situazione prosegue così e ora ci salutiamo dandoci la buonanotte e dandoci appuntamento per domani a pranzo, dice che vuole portarmi a mangiare in un posto speciale. Vado a dormire col sorriso sulle labbra e non vedo l'ora di vederlo domani.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora