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Corro verso casa per non fare tardi all'appuntamento con la mia coinquilina. La mia vita è sempre stata così, una corsa continua. Correre la mattina per andare in libreria a lavorare, correre a pranzo, correre alla sera per non fare tardi al mio secondo lavoro, correre correre e ancora correre. Lavorare in quella piccola bettola - chiamata Antica Libreria Partenopea - in un vicolo sperduto della mia città è sempre stato il mio sogno che l'anno scorso sono riuscita a realizzare ma purtroppo, non mi basta per mantenermi quindi tre volte a settimana faccio la ballerina in un locale sul lungomare di Mergellina. Si tratta più che altro di balli da discoteca su un palco con altre colleghe, niente di sconvolgente. Ognuno ha le sue armi, io ho il mio corpo e so come usarlo. Non me ne vergogno anzi, svolgo il mio lavoro con dignità e sono orgogliosa di me e della mia vita, non voglio pesare sui miei genitori in alcun modo ed è per questo che da quando ho diciannove anni sono andata a vivere con un'amica in centro. Lei, Gaia, è la mia migliore amica da sempre e nonostante provenga da una famiglia ricca e famosa della città - il padre è un notaio e la madre professoressa universitaria - ha preferito lasciare le agiatezze di casa sua e farcela con le sue sole forze. A differenza mia, non ha un bel rapporto coi suoi genitori e li vede raramente. Siamo entrambe single e libere mentalmente, non ci importa di niente se non di noi e della nostra vita. Amiamo divertirci e viaggiare, appena possiamo ne approfittiamo per scoprire nuovi posti del mondo sempre e solo noi due. Non pensiamo all'amore, magari un giorno arriverà, ma ora, a ventidue anni non lo cerchiamo.
Casa nostra ha due camere da letto, la cucina e un bagno. E' piccola ma ha tutto quello che ci serve e soprattutto è a Posillipo, zona centralissima e ottima per noi e per la nostra vita. Lei lavora in uno studio dentistico tre volte a settimana e arrotonda anche lei nei locali la sera. Riusciamo a pagare l'affitto, le spese e anche a farci passare gli sfizi che vogliamo. Stiamo bene e la nostra vita ci piace così com'è. Siamo legatissime da sempre anche se molto diverse: lei bionda e riccia, poco formosa e non troppo alta, scurrile tendente al volgare, nata in estate, precisa come un orologio svizzero, esplosiva; io mora e liscia, alta e formosa, per lo più riservata e poco socievole, nata a dicembre e ritardataria cronica. Il sole e la luna, l'alfa e l'omega ma legate da qualcosa di inspiegabile.

"Martì, domani ce ne andiamo in SPA, che dici?" Mi chiede scendendo le scale del nostro palazzo a passo svelto. "Hai prenotato?" rispondo voltandomi verso di lei. "Sì" annuisce facendo un tiro alla sua Merit blu e poi soffia il fumo via. "E che me lo chiedi a fare allora?" le dico facendo la finta offesa. "Tanto lo so che dici di sì" risponde convinta di sé guardandomi e annuendo decisa. "Hai prenotato anche la sauna?" Chiedo aspettandomi già la sua risposta. "Ovvio" dice e le sorrido. "A che ora partiamo?" Domando. Mi sorride sapendo di avere ragione, non rifiuterei mai una giornata relax e lei lo sa bene. "Alle nove" azzarda e subito la mia espressione cambia. "Alle undici? Non è presto?" Le faccio la linguaccia ed esco dal nostro portone dirigendomi verso la mia auto. "Stronza, massimo alle nove e mezza partiamo, giuro che ti butto giù dal letto" mi segue nell'auto e sbatte forte la portiera del lato guidatore prima di mettersi comoda. "Sì poi domani vediamo.." Sbuffo mettendomi una Vigorsol Air in bocca e iniziando a masticarla vistosamente. Sto provando a smettere di fumare ma per me è davvero difficile e le chewing-gum mi aiutano o almeno mi sto convincendo di questa cosa, quindi appena ho voglia di fumare me ne ficco una in bocca e cerco di non pensarci più.
Gaia mette in moto e sta per partire ma la fermo prima che possa farlo.
"Aspetta, guarda là.." indico il portone del palazzo di fronte e un ragazzo altissimo con un cappellino con la visiera in testa che mette la chiave nella toppa della serratura guardandosi intorno. "Chi cazzo è?" Si sporge dal finestrino e guarda nella direzione in cui le ho indicato.
"Quello è un calciatore del Napoli, abita di fronte a noi.. Non ci posso credere.." Scuoto la testa, non ho mai creduto alle coincidenze, ma questa sembra fatta davvero apposta.
"Martina ma stai bene? Mi hai fatta spaventare, pensavo che fosse chissà chi!" Urla tirandomi uno schiaffo sulla gamba "E poi da quando in qua segui il calcio?" Continua guardandomi perplessa. "Non seguo il calcio" rispondo seguendo i movimenti del ragazzo di fronte a me "era al mio locale l'altra sera e mi hanno detto chi era, io nemmeno lo sapevo. Ha un qualcosa di.. non so, particolare.. qualcosa che attira la mia attenzione" dico ancora assorta nel guardarlo. "Sì, il conto in banca sicuramente. Ora possiamo andare o vuoi fissare quel portone chiuso ancora per molto?" Mi sbraita nelle orecchie e sistema lo specchietto retrovisore. "Andiamo" stavolta mette in moto per davvero e partiamo dirette al supermercato per fare la spesa.

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Eccomi ragazze! Il mio nuovo protagonista è proprio lui, Fabián!😁 Che ne dite, vi piace?

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora