16.

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Per più di una settimana non lo vedo e non lo sento anche se l'altro ieri è tornato, l'ho intravisto dalle finestre. È come sospettavo, è finita. Finita poi, in realtà non è mai iniziata, sono io che mi sono illusa su cose impossibili come una cretina e soprattutto su nessuna base. Ho continuato a sperare che mi cercasse, che mi mandasse un messaggio o che si facesse in qualche modo vedere in un giorno qualsiasi ma così non è stato. Mi ero quasi abituata all'idea di non averlo più quando un martedì, poco prima di Natale, me lo ritrovo fuori la porta di casa.
"Fabián, ciao" sono stupita di vederlo qui ma non posso negare che mi fa piacere. "Ciao, hai un po' di tempo per me?" Mi chiede tenendo appoggiata una mano sulla porta. Le labbra gli si schiudono lentamente, sono rosse e secche. Mi sembra più robusto di quando l'ho visto l'ultima volta, ha più barba e i capelli più corti. E' sempre bellissimo, su questo non c'è dubbio e mi piace come la prima volta che l'ho visto. "Certo vieni, sono da sola stavo sist.." non mi lascia terminare la frase che mi bacia. Chiude gli occhi e mi bacia tenendomi il viso tra le mani. Mi prende in braccio e cammina a passo veloce verso quella che sa essere la mia camera. Si siede con me ancora addosso e mi toglie la maglia e poi il leggings. Non faccio niente per dissuaderlo o per fermarlo, voglio che mi  prenda almeno quanto lo vuole lui. "Non ce la facevo più.." sbiascica mentre scivolo tra le sue gambe prendendogli l'erezione tra le labbra e inghiottendola. Non glielo avevo mai fatto ma ora ne ho proprio voglia e lo faccio senza problemi. Lui sembra apprezzare e geme di piacere spingendomi con la testa contro il suo corpo e chiedendomi di guardarlo negli occhi. Lo sento fremere e dopo qualche secondo si sposta prendendomi per le braccia a scaraventandomi sul letto. Finisce di spogliarmi e mi entra dentro. Si muove veloce su di me, entra in profondità, esce, entra. Si appoggia su di me e sento il suo peso schiacciarmi ma mi piace, mi fa mancare il respiro e mi fa sentire più vivo il piacere nello stomaco. Avevo ragione, è decisamente più pesante, si sta allenando molto e il carico di lavoro si fa sentire. Si alza, mi stringe i seni, mi fa girare e continua. "Llego, llego.." dice e anche se non capisco lo spagnolo, questo lo interpreto bene. Scendo dal letto e mi inginocchio ai suoi piedi. Poco dopo si libera sulla mia lingua e sul mio seno, crollando poi sul letto. Non diciamo nulla, ascoltiamo i nostri rispettivi respiri affannati e ci calmiamo. Facciamo una doccia, mangiamo qualcosa, e guardiamo la tv.
"Ho visto qualche tua partita in questi giorni" gli dico, lui si gira verso di me e risponde "Ah si?" Chiede. "Sì, non ne capisco niente ma tutti dicevano che sei bravissimo, tra i migliori della squadra" affermo, sicura che sia la verità. "Ti ringrazio" risponde con finta umiltà, palesemente contento dei complimenti che tutti gli fanno.
"Ora vado che domani ho gli allenamenti di mattina, la sera ci sei per rivederci?" Mi chiede alzandosi e mettendosi il cappellino con un leone stampato sopra. "Verso le dieci" dico e lui annuisce "Da te alle dieci allora?" Abbassa la maniglia della porta e aspetta la mia risposta "Ti aspetto" dico solo e lui con un sorriso se ne va.
Non me lo aspettavo, è tornato. E' tornato e sembra che non sia solo per un incontro veloce. Ah al diavolo le mie illazioni e le mie illusioni, non mi interessa sapere per quanto durerà, so solo che stare con lui mi fa sentire bene. Non mi lascerò usare, questo è chiaro, però mi godrò ogni momento senza farmi troppi problemi inutili.

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Sorpresa! Da oggi pubblicherò anche nei weekend visto che ho terminato di scrivere questa storia! Vi aspetto😘

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora