21.

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|Fabián|

"Mi hai fatto venire qui per fare cosa, Fabián?" Piotr sbuffa sedendosi sul mio letto dove sono sdraiato da ieri. Non gli rispondo e lui continua. "Che hai?" dice. "Non devo vederla più Piotr, ci provo ma poi torno sempre da lei e non devo farlo, non devo" scuoto la testa, vorrei liberarmi dalla sua immagine ma non ci riesco. "Ma di che stai parlando?" Piotr non mi capisce e ha ragione, non gli ho spiegato nulla ma è ora che io lo faccia. "Martina, la ragazza che ogni tanto vedo.." spiego e lui annuisce capendo a chi mi riferisco. "E quindi?" domanda e io continuo. "Ci stiamo vedendo troppo, anche al di fuori del sesso e non posso farlo" termino. "E perché scusa? Ti piace no? Che male c'è se vi vedete?" Salto giù dal letto e inizio a camminare su e giù per la stanza con lui che mi guarda come se fossi pazzo. "Non può succedere, non mi posso affezionare Piotr, no" scuoto la testa e lui continua a non capire. Si alza e mi ferma prendendomi da un braccio. "Perché no?" Domanda guardandomi negli occhi. I miei si inumidiscono, non ne parlo mai con nessuno, qui a Napoli lo sa solo Dries ma Piotr è un amico fidato e so di potermi confidare con lui. "Perché non sono pronto, non dopo Sara" dico passandomi le mani sul viso e lui è ancora più perplesso. "Chi è Sara?" Lo fisso negli occhi e faccio un respiro profondo, è il momento di raccontarglielo. "Era la mia ragazza, la prima e unica che ho amato. Avevo diciotto anni, lei sedici" racconto e Piotr ascolta attento "la amavo davvero, era la mia vita, la mia prima in tutto. Una sera volevamo vederci ma io non avevo l'auto perché mio fratello maggiore se l'era presa per uscire, così mi convinse che lei avrebbe preso il motorino di suo padre di nascosto, di notte, e sarebbe venuta a casa mia. All'inizio non ero d'accordo ma poi le dissi di sì e lo fece" mi interrompo perché sento il dolore ancora vivo nel cuore, quasi non riesco a respirare. Piotr non dice niente, mi dà il tempo di riprendermi e continuare. "Non arrivò mai da me, un ubriaco le tagliò la strada e la prese in pieno. Non si è mai più svegliata, è attaccata a quella macchina da quattro anni e i dottori dicono che non c'è niente da fare" le lacrime scorrono sul mio viso senza freno, Piotr si alza e mi abbraccia. "Non posso rischiare di amare ancora e poi perdere di nuovo qualcuno che amo, non posso" scuoto la testa mentre lui mi stringe più che può. "Non è colpa tua Fabian, non lo è. E poi non deve per forza andare così, magari non vi innamorate e finisce prima, magari va bene e state insieme per sempre, magari vi innamorate e poi la storia finisce come tante altre.. Non puoi sapere cosa succederà e non puoi evitarti l'amore Fabián, nessuno può" mi spiega guardandomi negli occhi. Mi asciugo dalle lacrime e mi riprendo. "Lo so ma ora non ce la faccio, se solo ci penso mi sento male, mi sembra di tradirla e non voglio farlo. Devo allontanarla e devo tornare quello di sempre e scoparmene due al giorno senza chiedere nemmeno il nome" faccio il duro ma non convinco nemmeno me stesso. "Se secondo te ti fa stare meglio fallo, ma non puoi scappare" mi ripete. "So anche questo ma devo provare a non pensarla e non vederla più, dopo Sara non mi era più successo che una mi prendesse così, non avevo mai raccontato a qualcuno di me dopo di lei e ora questa ragazza sta tirando fuori il mio lato dolce e non me la sento ancora, non ci riesco" spiego e Piotr mi sostiene con una pacca sulle spalle. "Allora allontanala se ti fa stare meglio, fallo" mi dice. "Sì devo. A pranzo dovevamo vederci ma non mi sono presentato e non ho risposto alle sue chiamate. Poi le dirò che non ho più intenzione di vederla" dico e Piotr annuisce.
Farò così poi mi troverò una ragazza e me la scoperò fino a svenire senza forze per stordirmi e non pensare più a lei e al modo in cui mi fa sentire quando mi guarda con quegli occhioni scuri.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora