Entriamo nell'ospedale mano nella mano, lui è agitato e non dice una parola. Tutti gli infermieri e i dottori che lo vedono passare lo salutano e poi guardano me e le nostre mani intrecciate con stupore. Lui sembra non curarsene e mi porta fino al piano della terapia intensiva. Ad un certo punto si ferma guardando nel vuoto, lo vedo fare esercizi di respirazione e chiudere gli occhi. Mi stringe un po' di più la mano e poi si mette di fronte a me sbarrandomi la strada. "Non so se sono pronto, non so se ce la faccio però voglio farlo, quindi tu non badare a me, non far caso alle mie reazioni perché ci sto davvero male" dice con gli occhi già lucidi. Mi si stringe il cuore a vederlo così, mi alzo sulle punte e lo abbraccio. Lo sento inspirare sul mio collo e spero si stia rilassando anche solo un po'. "Fabi io sono qui per te, perché ti amo e voglio essere partecipe di ogni fase della tua vita ma se devi starci male.." Sto per finire ma mi interrompe. "No, no, no.." Inizia a farfugliare e a tirare su col naso. Mi prende il viso e mi parla guardandomi negli occhi. "Io voglio che vieni, non ci ho ripensato. Sei pronta?" Mi chiede e io dopo qualche secondo annuisco. E' lui a non esserlo e vorrei che si prendesse un po' più di tempo ma ormai ha deciso e non voglio dissuaderlo. Mi riprende la mano ed entra per primo nella stanza. E' tutto bianco e vuoto. Ci sono solo fili che escono dal letto e dei macchinari. Fabian lascia la mia mano e va vicino alla ragazza biondina che è a letto. Le prende una mano e se la porta alla bocca baciandogliela. Ha i lineamenti dolci e stanchi, è magra e ha le lentiggini che le ricoprono il viso. Fabián alza lo sguardo verso di me e mi fa segno di raggiungerlo, non so fino a quanto io c'entri tra loro due ma se lui mi vuole qui è qui che resterò. Mi metto accanto a lui, prende anche la mia mano nella sua dopo essersi asciugato le lacrime. "Eccola qui, lei è Martina. Te ne avevo parlato, ricordi?" Inizia a parlare con lei e il mio cuore inizia a battere più veloce, è una scena straziante. "So che ti avevo promesso che mai nessuna avrebbe preso il tuo posto ma Sara.." Ora sta singhiozzando e si è inginocchiato ai piedi del letto. "..Lei, lei non è come le altre, lei mi ha ridato la voglia di innamorarmi e di credere nell'amore" le dice. Ormai sono anche io in lacrime, oltre che star chiedendo perdono alla ragazza che un tempo amava sta praticamente anche facendo una dichiarazione d'amore a me. "Lei è l'unica che può darmi quello che mi davi tu e sono sicuro che se la conoscessi saresti d'accordo con me" termina. Mi guarda e gli sorrido, si sta dimostrando una persona meravigliosa, rotta dentro, ferita, con le cicatrici ma meravigliosa. Sono orgogliosa di lui e del suo percorso e sono orgogliosa di noi come coppia. Sono orgogliosa e fiera del mio uomo che ha il cuore grande e che non si vergogna di mostrare i suoi sentimenti, anche se fa male, anche se fa piangere.
Ci sediamo sulle sedie degli ospiti che avviciniamo al letto e lui inizia a raccontarle delle cose che abbiamo fatto insieme ultimamente e finalmente sorride un po'.
"Non parti da quando ci siamo conosciuti e hai fatto lo stronzo eh? Quella parte li la salti furbacchione.." Gli do uno schiaffetto dietro la testa e lui ride scuotendo la testa. "Gliel'ho già raccontato l'ultima volta che sono venuto, al mio compleanno" dice. "Le avevi già parlato di noi anche se non stavamo insieme?" Domando curiosa. "Mhmh" annuisce tornando serio "a Sara non so nascondere niente, quando sono venuto ad aprile da lei stavo male perché mi mancavi e le ho raccontato tutto. Mi sentivo in colpa anche con lei e dovevo raccontarglielo" spiega, senza guardarmi. "Perché non mi guardi?" Gli prendo il mento con la mano e lo obbligo a guardarmi negli occhi. "No è che.." si ferma, prova un paio di volte a parlare e dopo qualche tentativo andato a vuoto, continua. "Non voglio che mi prendi per un bambino o un cretino, perché non lo sono" dice. "So che non lo sei, anzi. Mostrare i tuoi sentimenti fa di te una persona matura e onesta, non te ne devi vergognare. Ti apprezzo ancora di più per questo" rispondo e lui mi abbraccia. Dopo una mezz'ora salutiamo Sara e torniamo a casa sua.
Tra poco ho il volo per Napoli e devo ancora sistemare le mie cose, anche se, dopo una giornata del genere, lasciare Fabián è l'ultima cosa che vorrei dover fare.
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Nati dalla tempesta | Fabián Ruiz
FanfictionTi ho conosciuto in una serata di pioggia e mi sa che quasi quasi ho ritrovato il sole. |Fanfiction su Fabián Ruiz Peña pubblicata il 15-7-19 ✔️|