25.

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Penso a lui e alle sue scuse per tutta la settimana ed è il martedì seguente, quando sono sola a casa che mi decido a contattarlo e ad invitarlo da me. Sono stupida lo so, ma decido di dargli un'altra possibilità. Gli do appuntamento per le nove e spero non faccia tardi e che si anticipi così da passare più tempo insieme. Metto un vestito non troppo corto e scarpe basse, non voglio dargli messaggi sbagliati. Mi trucco leggermente e sciolgo i capelli, so che a lui piaccio così. Alle nove precise bussa alla mia porta; ha un jeans scolorito e una camicia larga, lo adoro. Mi porta una margherita selvatica che gli ho visto raccogliere dal ciglio della nostra strada, ma anche solo il pensiero che ha avuto di portarmela mi fa felice.
"Ti sei decisa? Credevo stessi già con un altro" dice, facendomi innervosire. "No, figurati, non è da me. Non sto con nessuno da tempo" rispondo acida "Con me nemmeno un mese fa, l'hai già dimenticato?" Precisa, quasi offeso. "Non ho dimenticato niente" dico, aspettando una sua risposta. "Anche perché è impossibile, almeno per me così è stato" dice grattandosi il mento quasi imbarazzato. A tratti mi sembra il Fabián dei nostri momenti migliori ma non mi voglio illudere, non di nuovo. "Già, non è facile" rispondo e lui annuisce. Mi guarda negli occhi ma io distolgo lo sguardo, so che mi convincerebbe a fare qualsiasi cosa se continua a guardarmi così e devo essere più forte di lui. "Mi hai fatto venire qui per dirmi qualcosa? Vuoi.. che ne so.. riempirmi di parolacce, insultarmi o qualcosa del genere?" Si ferma un attimo e si allontana da me di qualche passo allargando le braccia "Sono pronto, vai, me lo merito" conclude. Mi scappa quasi da ridere, il suo modo di muoversi e di parlare è comico anche se cerca di essere serio. "Non mi abbasso a questi livelli, quello che dovevo dirti te l'ho già detto" rispondo. "Okay, quindi perché sono qui? Sembra che mi odi ancora.." Domanda sedendosi sul divano. "Non ti odio" rispondo. "E questo già è buono.. e ho qualche possibilità di sistemare la nostra storia?" Mi chiede. La nostra storia? Ha appena detto così? Mi sento male. Vuole una storia con me, per davvero e anche io non desidero altro. "Devi fare il bravo Fabián, niente cazzate" lo avverto. "Giuro"  si mette una mano sul cuore e poi sorride a trentadue denti. "Grazie, non te ne pentirai" mi dice e mi bacia la bocca, stringendomi in un abbraccio. "Andiamo fuori a cena, ti va?" Mi propone alzandosi e prendendo il suo giubbino. "Preferisco mangiare qua, ordino il sushi, va bene?" Rispondo io, voglio averlo solo per me stasera. "Va bene, però offro io" Prende il suo cellulare e chiama ordinandolo. Dopo un po' ci arriva e mangiamo. Mi fa morire dalle risate, è simpatico e ha un modo di guardarmi che mi fa impazzire. Beviamo un paio di bottiglie di vino bianco che avevo in frigo e finiamo a baciarsi sul divano. Poco dopo siamo a letto che ci spogliamo l'un l'altro. Mi tira giù il vestito e inizia a baciarmi ovunque, sento le sue mani in qualsiasi parte del corpo e mi piacciono, il suo calore mi fa stare bene. Mi fa sdraiare e non capisco niente più, mi cura, mi tocca, mi bacia. Poi si sdraia e inizio io a dargli piacere con la bocca, lo sento ansimare, vedo le sue pupille dilatarsi nel buio soffuso della mia stanza, lo sento fare pressione sulla mia testa per andare più in profondità possibile. Poi ad un tratto esce dalla mia bocca e si alza, mi fa sdraiare di nuovo e mi entra dentro dopo essersi messo il condom. E' dentro di me e lo sento muoversi frenetico, entra ed esce, entra ed esce. Mi prende il viso con una mano e me lo stringe. "Ti piace?" Mi chiede mentre mi porta sull'orlo del precipizio "Sì, sì, sì.." ripeto chiudendo forte gli occhi. Sento il piacere che sta per invadermi e quando lo vede anche lui esce da me e mi fa girare prendendomi di spalle. Lì per lì ci resto male ma poi mi tira dalle spalle e mi sussurra qualcosa all'orecchio.
"Non è ancora il momento" dice, continuando a penetrarmi con vigore. Continua e fa di me ciò che vuole, mi gira come vuole, mi prende quanto vuole. Alla fine mi fa sdraiare a pancia all'aria e mi penetra ancora stringendomi i seni. Lo vedo tremare e buttare la testa all'indietro e capisco: sta arrivando. Anche io sono quasi al piacere e ci arrivo qualche istante prima che lui si svuoti sul mio seno. Poi si accascia accanto a me e si addormenta. Lo guardo mentre dorme profondamente, gli accarezzo i capelli che gli cadono morbidi sulla fronte. Mi era mancato così tanto, è inutile che io lo neghi sarei bugiarda.
Lo guardo e  non posso che pensare a quanto sia perfetto, stavolta non ho altri aggettivi se non perfetto. Lui, la serata, il sesso, tutto perfetto.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora