18.

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Non si è presentato di nuovo. Stavolta non sono arrabbiata ma solo delusa, non ho nemmeno la forza di scrivergli. E' quasi l'una quando mi addormento e la mattina quando mi sveglio non ho ancora sue notizie. Non me lo ritrovo fuori la porta, non me lo ritrovo in cucina a chiacchierare con Gaia, semplicemente è sparito. Mi affaccio e vedo che le sue finestre sono aperte e che è in casa. C'è di nuovo quel ragazzo biondo che ho visto anche in campo con lui col Napoli. Il biondo mi vede e sembra riconoscermi ma senza dirmi niente e senza farmi nessun gesto di saluto se ne rientra dentro.
"Quando la smetterai?" Gaia parla all'improvviso e mi fa spaventare. "Ma di fare cosa? Mi hai spaventata.." mi allontano dal balcone e spero che non mi parli di Fabián ma purtroppo lo fa eccome. "Di sperare in qualcosa di impossibile" dice, indicando casa dello spagnolo "i tipi così meglio perderli che trovarli se non la pensi come lui" conclude incrociando le braccia. "La speranza è l'ultima a morire, però so che sono stupida a crederci, infatti non l'ho nemmeno contattato ieri" le spiego e lei sospira. "Che ne dici se usciamo stasera? Ce ne andiamo un po' ai baretti e poi al Club, c'è una bella serata" mi propone. Sto per dire di no, non ho voglia di fare baldoria però poi penso che buttare un'altra serata a pensarlo quando per lui non esisto è da cretine, quindi accetto. "Va bene, usciamo per le dieci?" Le chiedo e lei annuisce. "Sì alle dieci scendiamo" conferma e mi lascia in camera andando in cucina.
Il pomeriggio vado in libreria e cerco di essere meno scorbutica e più rilassata anche se è difficile dato che il tempo sembra non passare mai. Torno a casa per le otto e mi faccio subito una doccia e lo shampoo. Faccio i capelli mossi e metto la crema per il corpo. Decido di mettere un pantalone di pelle a vita alta e un toppino corto con degli stivaletti neri col tacco. Metto il rossetto rosso e il mascara volumizzante. Stasera mi sento bella e ho bisogno di svagarmi. Alle dieci Gaia è pronta ma io non ancora, come al solito. Faccio le corse e alle dieci e venti sono pronta e scendiamo. Andiamo a bere qualcosa ai baretti di Chiaia, raggiungiamo una comitiva di nostri amici e poi insieme ci spostiamo al Club. C'è la serata black e il locale è pieno già da prima di mezzanotte. Prendo un altro drink e inizio a ballare con un mio amico. E' bravo e quando la musica ci prende ci scateniamo. Mi muovo su di lui in modo sensuale e lui mi tiene stretta dai fianchi. "Martina?" Qualcuno mi tira da un braccio, qualcuno di nome Fabián. E io che ero uscita per non pensarlo.. "Fabián, ciao" alzo la voce per farmi sentire, ha un'espressione infastidita "la canzone non è finita, continuo a ballare col  mio amico e poi sono da te" gli dico facendogli l'occhiolino e voltandomi verso l'altro ragazzo che mi aspetta per terminare il ballo. "No. Balla con me, ora" mi tira di nuovo ma riesco a liberarmi. "Ho detto dopo, non farmi essere scortese" rispondo fissandolo negli occhi e poi lo lascio ballando col mio amico. Resta in mezzo alla pista a guardarmi mentre ballo e poi dopo un po' va via. Non lo inseguo e quando la canzone finisce torno al mio posto accanto a Gaia. E' lui a ricercarmi e a trovarmi ai divanetti. "Vieni?" mi chiede solo, con le mascelle serrate. Mi alzo e lo seguo facendo lo slalom tra la folla. "Vuoi qualcosa da bere?" Mi domanda quando passiamo accanto al bar. "No, grazie" rifiuto e lui continua a camminare. Non capisco dove sta andando anche se sospetto qualcosa. Lo fermo appena vedo che si dirige verso i bagni, gli tiro la mano e mi fermo. "Dove stiamo andando?" Gli chiedo cercando di nascondere il mio disappunto. "In un posto più tranquillo" dice. "Nei cessi non vengo" rispondo incrociando le braccia. "Dai, tutte lo fanno" cerca di convincermi avendo l'effetto opposto. Scuoto la testa, non ha capito niente. "Torno dai miei amici Fabián, è meglio" mi volto e faccio per andarmene ma lui mi ferma. "Con quello però ci ballavi, con me che problemi hai?" Mi chiede anche se non ha alcun senso. "Che c'entra il ballo con il sesso nei bagni di un locale?" Allarga le braccia e poi se le mette sui fianchi. "Ci hai fatto qualcosa?" Mi domanda, facendomi ridere. "Non devo darti conto di nulla" gli dico, più dura che posso. "Ci sei stata sì o no? Devo saperlo" mi prende di nuovo per un polso e mi scuote. "Non ci ho fatto niente Fabian, non mi interessa nemmeno. Però tu non puoi farmi queste scenate e poi trattarmi come mi stai trattando in questi giorni" finalmente parlo delle buche che mi ha dato e lui sembra rattristarsi. "Ho avuto un imprevisto, mi dispiace" si giustifica. "Non mi interessa, okay? Ho capito che mi cerchi quando vuoi fare sesso, e mi può pure stare bene da un lato. Però poi non puoi farmi queste scenate" dico e lui annuisce anche se aggrotta ancora di più le sopracciglia e serra i pugni. "Io sono incasinato e non sarò perfetto, non lo nego. Però non puoi stare con gli altri, non lo sopporto" mi parla alzando la voce per superare la musica alta e si avvicina di più a me. Sorrido amaramente, vuole solo rovinarmi, lo so. "Non vado con nessuno, in questo momento mi piaci solo tu. Ma questo non ti autorizza a trattarmi una merda perché non lo sono e non lo merito" concludo e lui scuote la testa. "Lo so e mi dispiace. Ogni tanto sbaglio, tu perdonami" appoggia la testa alla mia e mi bacia le labbra. "Ce ne andiamo?" Mi sorride e non so dirgli di no, è più forte di me. Andiamo a casa sua e passiamo una notte  fenomenale insieme.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora