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E' stato due settimane in Thailandia con la sua famiglia, mi ha proposto di aggiungermi a loro ma non ho potuto a causa del lavoro. Ho le ferie programmate ad agosto e non posso approfittare ancora né di Salvo né del locale, ho già chiesto troppi favori. Ora è tornato e vuole che vada qualche giorno in Spagna con lui. Vuole presentarmi alla sua famiglia e vuole farmi conoscere una persona, dice. Ho fatto in modo di avere il lunedì pomeriggio, il martedì - come al solito - e il mercoledì mattina liberi così posso stare da lui qualche giorno. Mi ha preso il biglietto dell'aereo e arrivo da lui il lunedì verso le quattro del pomeriggio. Mi accoglie con la sorella Yamila e mi porta subito a casa. "Sapevo che prima o poi avrebbe messo la testa a posto, doveva incontrare una come te" mi dice la ragazza dai lunghi capelli castani. "Ci ho messo un po' di tempo eh, non te lo nego, però ora sembra andare tutto bene" rispondo. Fabian mi tira a lui e mi bacia. "Va tutto bene, ti amo e andrà tutto bene" dice, col sorriso sulle labbra rispondendo di rimando anche alla sorella. "Sono così felice, mio fratello ne aveva bisogno, era diventato troppo freddo e spietato negli ultimi tempi" racconta Yamila. "Lo so bene, però ora è tornato quello di sempre, no?" Le domando e lei annuisce passandomi le posate da mettere a tavola. Parla abbastanza bene l'italiano, l'ha studiato alle superiori e ora all'università. Con la madre e l'altro fratello, invece, ho molte più difficoltà. Fabian ci fa da traduttore ma ho il dubbio che dica loro delle cose diverse rispetto a ciò che io dico in italiano. "Perché ridono? Che gli hai detto Fabi?" Sbuffo e lui se la ride insieme agli altri. Io ho detto che la cena è stata buonissima, lui avrà tradotto qualcosa di diverso e di molto peggio. "Niente, ho detto che secondo te sono molto più buono io di questa cena" risponde dicendo con malizia la parola 'buono'. "Ma sei cretino Fabian? Mi fai passare per una ninfomane e non lo sono!" Ride ancora mantenendosi la pancia e Yamila con lui. "Yami ti ci metti anche tu?" Sospiro sconfitta e lei mi abbraccia. "Tranquilla, mia madre sa che Fabian scherza, lo conosce bene. Anche lei è contenta perché non lo vedeva così da quando.." Si interrompe come se stesse per dire qualcosa di cui non può parlare "..da molto tempo" termina. Annuisco con un mezzo sorriso, lei forse non lo sa ma io so a cosa si stava riferendo. E il fatto che Fabian me ne abbia parlato mi fa rivalutare molto anche la nostra storia perché so che tutto ciò che mi ha fatto nel passato facendomi soffrire l'ha fatto come forma di autodifesa. Soffriva e non sapeva come farmelo capire. Sicuramente ha sbagliato a trattarmi così ma ora lo capisco un po' di più.
La serata trascorre tranquilla, facciamo un giro in città e poi torniamo a casa a dormire. La mattina dopo quando mi sveglia, è diverso. Non ha il solito sorriso di sempre, non mi prende in giro, non mi fa il solletico. "La colazione è pronta, quando vuoi, ti aspetto in cucina" mi dice solo. Annuisco alzandomi dal letto. Faccio una doccia veloce e lo raggiungo a tavola. Il resto della famiglia è ancora a letto, mentre lui sembra non aver dormito per niente. "Tutto bene Fabi? Hai dormito bene?" Glielo domando dopo una decina di minuti di silenzio assoluto. "Non ho dormito bene" scuote la testa e poi continua. "Preparati che devo portarti da una parte, non sarà facile ma devo farlo" mi dice, alzando per un attimo lo sguardo su di me. Annuisco, non mi ha detto chiaramente dove vuole portarmi ma posso immaginarlo. Finisco il cappuccino con i churritos e vado in camera a prepararmi. Ci aspetta una mattinata difficile che prima o poi doveva arrivare. Mi farò trovare pronta perché so che Fabian, ora più che mai, ha bisogno di me.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora