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Sono stata chiamata un altro paio di volte dal comandante dei carabinieri e mi hanno fatto andare in commissariato per deporre ufficialmente la mia testimonianza. Ho confermato e sottoscritto la mia versione, che poi non è altro che la verità. Ho visto Fabián al commissariato ma ci siamo solo salutati e nient'altro. Era con due avvocati e una donna che non so chi sia. Ho letto che in campo non sta dando il meglio di sé, i giornali parlano di questa storia e lo danno già per colpevole ma lui continua a professarsi innocente. Le prostitute non l'hanno mai riconosciuto, continuano a dire che era notte e non hanno visto il loro aggressore. La settimana prossima c'è il processo e devo presentarmi per ripetere la mia deposizione.
Nel frattempo la mia vita continua, alla libreria sembra che ci sia nuova linfa; al locale sto lavorando come una forsennata.
"Stasera lavori?" Mi chiede Gaia mentre sparecchia dopo che io ho preparato il pranzo. "No stasera no, nemmeno tu?" La guardo aspettando la sua risposta che arriva subito. "No nemmeno io. Andiamo a cena fuori e poi ci facciamo un giro?" Domanda ancora. "Va bene" annuisco e lei carica la lavastoviglie. "Il tu ex, guarda come è bello.." Improvvisamente tira in mezzo Fabián guardando fuori dalla finestra verso casa sua. Mi sporgo un attimo anche io e lo vedo abbracciato ad una ragazza castana. Si stringono forte, lei è sulle punte per arrivare alla sua altezza, lui le lascia dei baci tra i capelli. Quando si staccano la vedo bene e la riconosco, è la sorellina Yamila. Una volta, nel nostro miglior periodo, mi parlò di lei. Mi disse che la amava, che non crede nell'amore ma che per la sorella faceva un'eccezione, che la sorella è il suo cuore fuori dal petto e che per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa. Mi disse che lei l'aveva aiutato molto durante un periodo buio della sua vita - di cui non mi disse mai nulla - e che le è molto riconoscente. A vederli lì, stretti e uniti mi viene da invidiarli. Li invidio sia perché io sono figlia unica e non ho mai avuto un fratello o una sorella con cui confidarmi e sia perché vorrei essere io tra le braccia di Fabián. Non mi è ancora passata e forse non mi passerà mai. So che per lui non è così, che ora ha tanti pensieri per la testa, che mi ha detto chiaramente che tra di noi non ci sarà mai niente ma non riesco a dimenticarlo del tutto. Poi averlo davanti agli occhi continuamente non mi aiuta, certo.
"Hai finito? Prima te lo scordi meglio è per te, porta solo guai questo, lo hai capito?" Gaia mi raggiunge e cerca di darmi un motivo in più per dimenticarlo. "L'ho dimenticato, non ci penso più" dico mentendo. "Non mi sembra, però so che non è facile quindi ti capisco. Stasera ti porto ad ubriacarti così ti rilassi un po'" sorride e ancheggiando con fare da diva se ne torna in camera sua. Non le dico che non mi va perché tanto sarebbe inutile e poi forse ha ragione, forse ho bisogno di svagarmi.
Così facciamo come avevamo programmato: ceniamo in un pub poco fuori Napoli e poi andiamo in giro per i baretti. Mi scolo un paio di cicchetti e poi una birra. Abbiamo anche la mattina libera quindi ci diamo dentro entrambe, poi ci accompagnerà a casa un nostro amico che è astemio e ci fa spesso da autista. Conosco anche un ragazzo, mi corteggia, mi offre un altro drink. Iniziamo a parlare, a ridere insieme, a raccontarci. Poco dopo mi ritrovo con le spalle contro le mattonelle fredde del bagno di un bar e lui che mi scopa forte e che mi fa venire ripetutamente e poi si svuota dentro di me. Mi sento subito meglio, come se distrarmi dalle ultime vicende con Fabián mi servisse per riprendermi e quando Marco, il ragazzo che mi ha appena presa in questo lurido bagno, si stacca da me mi sento subito vuota e già mi manca la sensazione di pienezza che mi ha dato. Sì, sono incoerente lo so. Avevo detto che nei cessi dei locali non ci sarei mai andata ma, ehi, questa era una situazione di emergenza e dovevo farlo. Alla fine mi riaccompagna lui a casa ed entrambi mettiamo in chiaro che non ci saranno prossime volte, è stato bello ma meglio non approfondire. Ecco, mi sdraio a letto e mi sento finalmente bene, libera, rilassata.
Mi ci voleva proprio.

Nati dalla tempesta | Fabián RuizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora