Rita

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La donna ripose la stoviglia al proprio posto nello scaffale e andò ad aprire la porta, dopo aver sentito suonare il campanello, chiedendosi chi potesse essere a quell'ora.

"Torno subito, tesoro" disse alla piccola e graziosa bambina impegnata a disegnare sul tavolo, che sollevò i suoi occhioni azzurri come il ghiaccio prima di annuire con la testa.

In un primo momento, il pensiero dell'adulta si posò in automatico sulla sorella; aperta la porta, il cuore, sfortunatamente, le piombò nella gola improvvisamente asciutta, quando si ritrovò la canna nera di una pistola puntata contro la fronte.

"Se non farai niente di stupido, andrà tutto bene. Ma se provi ad urlare..." Self caricò l'arma, facendo ben arrivare il messaggio.

"Vi prego... vi prego..." biascicò lei, con la voce incrinata dal timore che aveva preso possesso del suo intero corpo.

"Ti ho detto di non parlare"

Il federale si fece spazio per passare, con Bagwell alle spalle che portava in braccio Kelly, sotto lo sguardo attonito e spaventato della padrona di casa; prima che potessero oltrepassare il corridoio dell'ingresso che portava direttamente al salotto, la donna bloccò loro il passaggio, alzando le mani "Per favore, aspettate..." guardò nervosamente in dietro di sé, ma venne anticipata dalla bambina. 

"Mamma chi è?"

"Arrivo Emily, tesoro. Resta lì, d'accordo?" prima che la donna potesse evitare il peggio, la piccola era ormai giunta abbastanza oltre da poter scorgere gli sconosciuti: il suo visino paffuto, tranquillo e spensierato si tramutò all'istante in uno dipinto dalla sorpresa e dalla diffidenza.

***

"Chi sono questi signori? E che cos'ha fatto quella ragazza?" domandò ancora una volta Emily, innocentemente, seduta sul lettino della sua cameretta, mentre guardava la madre negli occhi.

La sorella di Gretchen teneva la il viso paffuto della bambina tra le proprie mani, per darle conforto e rassicurarla "Tranquilla, amore, vedrai che presto se ne andranno" le posò un casto bacio sulla fronte, prima di recarsi nuovamente in salotto, lasciando penzolare le braccia lungo i fianchi "Che cosa volete da noi?" sì rivolse ai due uomini.

T-Bag osservava in silenzio tutte le circostanze e non gli era sfuggito il viso impaurito di Emily poco prima; poteva scorgere il suo sguardo, famigliarmente glaciale, leggermente esposto e provò quasi pietà in quel momento, ma che non fosse nella posizione migliore per ribellarsi glielo ricordò la figura di Kelly.

"Sta zitta!" Self ammonì la padrona di casa senza mai abbassare la pistola, nel frattempo ordinandole di chiamare subito la sorella.

"Vuole parlare con te..." mormorò ad un certo punto la donna, riconsegnando sottomessa, il cellulare all'uomo.

"Che diavolo stai facendo Self?"

"Sono felice di sentirti, Gretchen. Non pensi sia ora di tornare dalla cara famigliuola?"

Gretchen Morgan era una di quelle poche persone che pur di ottenere ciò che volevano, era disposta a scavalcare montagne, calpestare i carboni ardenti a piedi nudi, ma anche ad abbassarsi a livelli estremi pur di proteggere coloro a cui voleva bene.

Aprì la porta di casa, armata, dirigendosi nel salotto, trovando il quadretto che si aspettava; incrociò per un attimo la figura della ragazza ricoperta di sangue sul divano, per poi puntare i suoi occhi ghiaccio come le punte di un iceberg, verso i due non benvenuti. 

"Bentornata a casa. Ferma lì, esatto, quella è la giusta distanza" espresse l'ex federale, intuendo nel suo sguardo le mute parole: l'uomo alternò occhiate da lei a Kelly e sbuffò "Tranquilla, non sono così meschino da permettere che una dolce creatura come quella assistita a questo spettacolo orribile"

How You Live Me "Prison Break"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora