Alliance (Parte uno)

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Non appena ebbe terminato la telefonata con Gretchen, il cui numero l'aveva rimediato di nascosto tramite il cellulare di Lincoln, quello stesso pomeriggio, per mettersi d'accordo riguardo al piano contro Don Self e Trishanne, Kelly si riunì, qualche ora più tardi, alla squadra
intenta ad ultimare il piano per mettere le mani sull'ultima scheda ed arrivare finalmente a Scylla.

Self procurò loro tutto il necessario richiesto, facendosi avanti, comparendo alle loro spalle "Gli ultimi due scatoloni sono ancora in macchina. Andateveli a prendere da soli..." si fece da parte, appoggiando sul tavolo la scatola che aveva tra le mani, prima di rivolgersi a Michael, date le condizioni in cui lo aveva visto l'ultima volta.

"Si, ero solo un po' disidratato" mentì meccanicamente il ragazzo.

Senza rispondere esplicitamente all'affermazione, l'agente proseguì "Bene, qui ho tutto quello che mi avete chiesto. Sicuri che basterà per entrare?"

"Entrare è un nostro problema. Tu preoccupati piuttosto dell'uscita" mormorò Lincoln, non tradendo un tono seccato, quasi schematico, mentre testava un rotolo di un cavo.

"Ho messo qualcuno a controllare Gretchen e Bagwell. Se faranno i furbi verranno eliminati subito"

Senza che nessuno se ne accorgesse, a quelle parole Kelly girò di scatto la testa in direzione del federale, gli occhi spalancati e la bocca sempre serrata: la sensazione era simile a come ricevere un'ondata di acqua ghiacciata addosso.

Credette di aver sentito male, invece aveva sentito più che perfettamente: non si trattava di uno scherzo, era tutto diverso ora, un passo falso ed il suo ex compagno sarebbe stato ucciso. 

Se la motivazione, quasi stupida, era in principio stata spinta più che altro da un capriccio, si trasformò all'istante in qualcosa di più concreto e serio: qualsiasi cosa stesse coinvolgendo Trishanne era tutta una trappola, anche se ammise era strano che un tipo intelligente come T-Bag fosse stato così ingenuo.

Non riusciva proprio a spiegarselo.

Comunque, non poteva dire in presenza di tutti che doveva recarsi di nuovo alla Gate.

Per cui avrebbe dovuto fare tutto di nascosto e in un secondo momento.

Non se ne sarebbe dovuta importare, ma la solita molla le scattò nello stomaco.

***

Miriam era seduta alla sua postazione, cercando l'occasione giusta per rivelare la sua nuova posizione a Bagwell: voleva fargli capire che le sue intenzioni erano sincere, soprattutto con lui.

Da un lato le veniva da ridere: cose del genere erano da storie inventate, le si vedevano al massimo in TV.

Alternò più volte lo sguardo dal computer all'entrata infondo al corridoio, sperando di vederlo arrivare il prima possibile, mordendosi il labbro inferiore a causa dell'agitazione.

Le sue preghiere vennero esaudite, quando, dopo cinque minuti circa, lo vide rientrare e dirigersi proprio verso di lei, con un espressione fin troppo soddisfatta. 

Era l'occasione perfetta.

Theodore non ebbe il tempo di parlare, perché la segretaria introdusse subito l'argomento, o quasi: si tolse l'apparecchio acustico, appoggiandolo accanto alla tastiera del computer, si alzò dalla sedia e gli si parò davanti, ricevendo subito lo sguardo interrogativo dell'uomo.

Aspettò pochi secondi, indecisa, prima di ritrovare l'uso della parola, esprimendosi in tono basso per non essere udita da orecchie indiscrete "Devo parlarti, è urgente"

"Ma certo, cara... andiamo nel mio ufficio, dove avremo la giusta privacy" acconsentì lui, suadente, cedendole il passo e passandole un braccio dietro la schiena.

How You Live Me "Prison Break"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora