Mi sveglio tranquillo, come se nulla fosse successo. E per me era veramente così: il sonno mi aveva fatto dimenticare tutto quello che era successo la sera prima.
Ma è quando arrivo nella hall, pronto per incontrare il gruppo e ricominciare con le escursioni nella natura, è quando vedo la figura di Jace da lontano che tutto mi ritorna in mente come un pugno in pieno viso, e so perfettamente di che parlo.
È con Rachel, non la sta baciando ma sono così vicini che sembrano quasi farlo. Le tiene la mano e le sta sussurrando qualcosa, ma sul suo viso non ci sono espressioni. Esattamente come ieri.
Cerco di distogliere lo sguardo, mi impongo di farlo quando non ci riesco.
«Tutto bene?» chiede ancora una volta Sarah.
Non l'ho baciata, non l'ho toccata né sfiorata da ieri. Non posso farlo se prima non capisco cosa mi succede.
«Sì, Sarah. Esattamente come quando me lo hai chiesto le altre dieci volte. Che c'è che ti fa pensare che io sia turbato?» le rispondo con un sorriso.
È strabiliante venire a sapere solo ora delle mie ottime capacità di mentire spudoratamente. O almeno penso... sono ottime?
«Non so...» risponde lei abbassando lo sguardo. «Sei strano, tutto qui.»
Mentre i professori ci illustrano l'itinerario di oggi, i nostri occhi si incrociano. Per un attimo infinito io e Jace ci guardiamo negli occhi da due parti opposte della stanza.
È lui il primo a distogliere lo sguardo, brusco, indifferente, come se nulla fosse successo.
Mentre io rimango imbambolato. Stupido, Alec, che fai? Perché continui a guardarlo? Basta.
Con quell'unico attimo in cui ho incrociato i suoi occhi azzurri, in quell'unico attimo ho capito ciò che mi vuole dire: non è successo assolutamente nulla; dimentica tutto e stammi lontano.
Lo farò. Lo dimenticherò, farò come se io non sia mai salito al sesto piano ieri sera.
Me lo ripeto così tante volte che alla fine mi convinco che è la verità. E non lo faccio per una sua minaccia inespressa, lo faccio per me, perché da quando è successo mi sento come perso in una città caotica e non so nemmeno dove guardare o dove andare.
Lo faccio per me, perché dimenticarlo come ho già fatto una volta è la cosa giusta. Lo dimenticherò per stare meglio.
* * *
Sono già passati quattro giorni da quell'episodio che ho cercato di cancellare in tutti i modi. Ma è proprio vero che il corpo ricorderà sempre quello che la mente cerca di dimenticare.
È inutile, ma almeno cerco di non pensarci ogni volta che siamo nello stesso luogo.
Ci siamo evitati come la peste, non ci guardiamo in faccia da quell'ultima volta la mattina dopo l'episodio. Non ci siamo sfiorati, né parlati, né abbiamo condiviso gli stessi due metri quadrati di spazio.
Siamo come due perfetti estranei che non si conoscono più.
Ho evitato anche Sarah, in questi giorni. Mi sento come se la tradissi in ogni istante che passo con lei, ma è stato molto più difficile cercare di allontanarla.
Essendo amica di Paul, anche se non volesse stare con me ci si ritroverebbe lo stesso.
Tuttavia lei lo ha capito, cosa cerco di fare. Non sa il motivo, nessuno sa niente e per fortuna nessuno ha fatto delle ipotesi. Non sembra averla presa male, sembra sempre tranquilla... ma è proprio questo che mi spaventa.
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Ama e fa' ciò che vuoi
RomanceAlexander Black è un ragazzo dell'ultimo anno del liceo e aveva una vita normale fin quando, ad una festa all'inizio dell'estate appena conclusa, una foto è stata pubblicata dal suo profilo Facebook scatenando la cattiveria della gente. In quella fo...