Extra 5 - Cosa ha pensato Jace: la rissa con Nate

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Durante vacanze di Natale io e Alec non ci siamo visti molto, per questo a Capodanno è successo quello che è successo. A pensarci adesso, mentre lo incrocio nel corridoio della scuola, il ricordo di noi due chiusi nel bagno di quel locale mi fa sorridere e mi provoca strane vibrazioni lungo tutto il corpo.

«Ci vediamo al parcheggio a fine lezioni?» gli chiedo avvicinandomi a lui, ma non gli lascio neanche il tempo di rispondere perché so che la sua risposta non può essere che affermativa. Perciò sorrido divertito e sul mio volto si dipinge un'espressione maliziosa.

La nostra relazione va a gonfie vele, e da quel giorno al lago anche la nostra vita sessuale. Non so esattamente cosa mi abbia spinto a infilare di colpo la mano nelle sue mutande, quel pomeriggio. Vedere la sua erezione mi ha sorpreso e mi ha eccitato oltremodo, perciò mi sono semplicemente avvicinato e l'ho fatto.

Non mi ha lasciato finire, però, troppo imbarazzato dalla cosa, ma ha rimediato nella doccia.

Non mi dispiace che sia stato lui a prendere il controllo della situazione, per un attimo mi ero sentito vulnerabile, nudo davanti a lui, ma come al solito Alec ha il potere di rendermi forte e di farmi sentire invincibile.

Perciò l'ho lasciato fare, così mi sono potuto godere la vista di lui inginocchiato di fronte a me e ho assaporato ogni briciola di calore che mi donava con la sua lingua mentre faceva quel che faceva.

Quindi ho pensato: che sia lui a dirigere le danze, non mi dispiace per nulla lasciarmi guidare dai suoi pensieri poco casti, dalle sue espressioni maliziose e dal suo tocco voglioso.

La chimica che c'è tra di noi è veramente impressionante, per questo non possiamo più fare a meno l'uno dell'altro.

Da quando siamo tornati dalla gita, ho sempre avuto il timore che la gente potesse scoprire di noi, per questo ho obbligato Alec a tenere le cose segrete. Lui dice che va bene così, ma spesso perde la pazienza e mi sgrida, chiedendosi quando questo nascondersi finirà.

Ho paura che lo possa deludere, ho paura che si possa stancare, ma io non ce la faccio, non ce la faccio proprio ad ignorare quelle velenose voci che ci circondano, e sapere che se le cose dovessero diventare ufficiali quelle voci finirebbero per sommergerci... ho paura che Alec si spaventerebbe ancora di più e decidesse di finirla. A parte questo problema, le cose tra di noi vanno a gonfie vele.

Recluso in classe, costretto a stare attento e prendere appunti per poi spiegarli ad Alec durante uno dei numerosi pomeriggi che passiamo insieme, in quei momenti in cui studiamo veramente al posto di fare altro, il mio corpo non può far altro che fremere attendendo con ansia la fine delle lezioni per poter correre nel parcheggio.

Così, non appena la campanella finale suona, mi affretto ad uscire dall'edificio. Ripongo i libri nel mio zaino, afferro il mio cellulare, lo caccio in tasca e mi incammino.

«Ehi, Andrews!» mi sento chiamare all'improvviso. La sua voce mi fa alzare gli occhi al cielo, tanto è fastidiosa.

Dimenticavo tutto il casino che è successo con Nate ultimamente. Da quando è venuto a casa mia insieme agli altri mentre c'era anche Alec, e quando poi è entrato nella camera da letto sostenendo e urlando come un pazzo che io stessi nascondendo qualcuno, le cose si sono fatte parecchio tese.

Nate ha cominciato a seguirmi ovunque, mi sento il suo sguardo viscido addosso in ogni momento, come se mi stesse controllando costantemente in attesa di un mio passo falso.

Ho addirittura pensato che lui potesse avere una cotta per me ed essere semplicemente geloso, ma conoscendolo non potrebbe mai e poi mai essere così.

Ricordo ancora perfettamente ogni parola e ogni insulto che rivolgeva ad Alec all'inizio dell'estate, subito dopo la pubblicazione della foto. Nei suoi occhi c'era del proprio e vero disgusto, odio, anche se non riesco proprio a capire da cosa potrebbe mai derivare. Perché odia così tanto i gay?

Ama e fa' ciò che vuoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora