41. Annuncio

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Dannazione. Ieri sera, dopo essere rientrati, io e Jace abbiamo dovuto separarci di nuovo, ritornando a far finta che tra noi non ci sia assolutamente niente.

Così mi sono perso la sua risposta. Dopo tutto quel mio monologo, avrei veramente voluto conoscerla. Avrei voluto conoscere le sue motivazioni e i suoi pensieri.

Ma siamo arrivati all'ultimo giorno di gita, ormai. Queste due settimane non sono trascorse più, credo che sia stata la gita più interminabile della storia.

È stata così piena di emozioni, sono successe così tante cose come mai in diciassette anni di vita.

Eppure non abbiamo avuto affatto tempo, io e Jace. La svolta decisiva nel nostro rapporto è avvenuta solo pochissimi giorni fa e tra visite, la compagnia indesiderata delle altre persone, l'impossibilità di stare insieme, non abbiamo avuto modo di parlare di quello che più mi interessava sapere. Il perché io.

Oggi non staremo granché insieme, visto che abbiamo passato tutta la mattina a dormire, abbiamo pranzato e adesso siamo tutti qui, ad oziare seduti sulle poltrone della hall indecisi su cosa fare mentre aspettiamo che i prof ci diano questa strepitosa notizia che ci hanno promesso.

Jace è seduto dall'altra parte della stanza, e io me ne rimango qui a guardarlo di sfuggita ogni tanto, sperando che nessuno se ne accorga.

Finalmente, però, i prof fanno il loro ingresso, uscendo insieme dall'ascensore.

All'improvviso mi viene in mente un motivo più che valido che li ha fatti ritardare così tanto. Non ci è voluto molto a capire che il prof Scott ha una cotta per la prof Miller, era talmente evidente!

Mi auguro che non sia lo stesso per quanto riguarda me, nei confronti di quel biondo prepotente e stronzo che adesso mi guarda.

«Ragazzi!» esclamano gioiosi.

Credo proprio che ci abbiamo dato dentro.

«Visto che oggi è l'ultimo giorno nella meravigliosa città di Reykjavik, abbiamo deciso di organizzare una piccola festa!» annuncia la prof Miller.

Ci guardiamo tutti con i visi perplessi e sconvolti.

«Esattamente! In realtà questa cosa era in programma fin dall'inizio, ma non abbiamo voluto svelarvi niente per mantenere l'effetto sorpresa» continua l'altro. «Con gli ultimi spiccioli rimasti del nostro budget, abbiamo prenotato la sala ballo di quest'hotel che sarà predisposta con tutto il necessario per una festa proprio come quella che piace a voi giovani!»

«Quindi ci sarà dell'alcol?» chiede rischiosamente un ragazzo della nostra età, sorridendo come uno stupido.

Il prof gli manda un'occhiataccia. «Assolutamente no!»

Si levano nell'aria, allora, alcuni sospiri e alcuni lamenti.

«Allora non sarà una festa come piace a noi» fa notare una ragazza di terzo anno.

Adesso è il turno della prof Miller di scaricare le sue occhiatacce.  «Perché non provate ad apprezzare il pensiero, per una volta?»

«Inoltre», aggiunge il mio insegnate di filosofia, «questo pomeriggio siete completamente liberi di andare e fare cosa volete, ovviamente con responsabilità.»

Mi esalto, esattamente come tutti i miei compagni: «È fantastico!»

«Potremmo andare a fare shopping, che ne pensate?» chiede Sarah.

«Sei pazza?» risponde Paul.

«Guarda che non è una cattiva idea» commento io.

«Ti schieri dalla sua parte?» Si porta una mano alla bocca spalancata con fare teatrale.

Ama e fa' ciò che vuoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora