Abbiamo solo dormito.
Non ero ancora entrato in camera sua da quando la gita è cominciata, non che ne avessi mai avuto l'opportunità.
Siamo stati estranei e nemici per la maggior parte del tempo, poi ci siamo baciati e la situazione è peggiorata ulteriormente.
Adesso che non so più le cose come stanno, ho finalmente avuto l'occasione di entrare in camera sua.
Non mi aspettavo di certo un cambiamento enorme, ma la cosa che più mi ha attratto è stato quel panorama che si vede dalla sua finestra.
La vista non cambia molto, ma è stata la prima volta da quando sono qui che ho avuto l'occasione di vedere il tramonto sul mare da questa altezza.
È stato stupendo, tanto che sono rimasto imbambolato per minuti interi, mentre ero disteso nel letto.
Siamo entrati nella stanza mentre sembravamo non volerci più separare uno dalle labbra dell'altro. Ad un certo punto Jace ha cominciato a spogliarsi, fino a rimanere con solo i boxer addosso. Quanto ho visto il suo corpo mezzo nudo quasi non mi veniva un attacco di cuore.
Spero di non essere arrossito come un cretino, perché non mi era mai capitato di sentirmi strano a vedere il corpo di un ragazzo per come la natura l'ha fatto. Be', quasi.
Nello spogliatoio, a scuola, dopo una partita, praticamente tutti giriamo mezzi nudi senza farci alcun problema.
Non me ne ero mai fatto alcuno nemmeno io, ma questo è un caso complicato e diverso.
«Cosa stai facendo?» gli ho chiesto cercando di non farmi venire la balbuzie proprio in quel momento.
Lui mi ha guardato alzando un sopracciglio, come se fosse ovvio. Avrei voluto prenderlo a pugni. «Mi sto mettendo a letto.»
Ha alzato le coperte e ci si è infilato sotto.
Ho abbassato lo sguardo. «Jace... non sono pronto per quel passo.» Ho deciso che la via diretta era la migliore. Era inutile girarci intorno.
A quel punto Jace ha spalancato gli occhi ed era alquanto indeciso se impallidire o arrossire, dato che il suo viso era pallido come quello di un cadavere, ma le sue guance sembravano quelle di Heidi.
Ho frenato il mio impulso di ridere a quella tenera visione, solo per mantenere la serietà dell'argomento.
«Cosa?» ha balbettato. «Io... non intendevo fare nulla... volevo solo dormire.»
È stato allora che mi sono messo a ridere, perché eravamo proprio due stupidi che non sapevano niente.
Lui mi ha guardato truce e mi ha mostrato il suo pugno serrato. In tutta risposta mi sono avvicinato e mi sono tolto anche io la maglietta, ma solo quella.
Lui ha tenuto lo sguardo basso per tutto il tempo, anche mentre entravo nel suo letto troppo piccolo per due persone e, con imbarazzo, adagiavo il mio petto alla sua schiena e lo abbracciavo, entrambi con i visi rivolti al tramonto, ad accarezzare ogni centimetro dei nostri corpi, fin quando non ci siamo addormentati.
Ci svegliamo di soprassalto quando sentiamo la serratura scattare e ci rendiamo conto che stanno per entrare i suoi compagni di stanza. Mentre noi siamo abbracciati. Nello stesso letto. Mezzi nudi.
Jace scatta in piedi ancora prima che io abbia il tempo di aprire totalmente gli occhi. Si infila al lampo i pantaloni di una tuta e mi copre fino alla testa con il piumone.
Sento i due ragazzi entrare chiacchierando e ridendo, mentre Jace si siede di nuovo sul letto, accanto a me.
«Sssh!» fa agli altri.
STAI LEGGENDO
Ama e fa' ciò che vuoi
RomanceAlexander Black è un ragazzo dell'ultimo anno del liceo e aveva una vita normale fin quando, ad una festa all'inizio dell'estate appena conclusa, una foto è stata pubblicata dal suo profilo Facebook scatenando la cattiveria della gente. In quella fo...