Spalanco gli occhi tutto d'un tratto quando sento il campanello risuonare forte per tutta la casa.
Ci metto un attimo a realizzare che sono a casa di Jace, che sto dormendo con lui nel suo letto e che sono già le undici di sera.
Chiamo Jace picchiettando sulla sua spalla, lui si lamenta e poi il campanello suona di nuovo, questa volta più insistente. Chi cavolo può essere a quest'ora?
Jace si sveglia finalmente e ripete la stessa domanda con la voce impastata. Accende la lampada sul comodino e controlla l'orario, poi si alza lentamente e va a rispondere al citofono mentre ancora una volta il suono fastidioso si insinua in ogni angolo della casa.
Lo sento rispondere, poi lo sento ritornare in camera a passo molto lento. La sua faccia sembra sconvolta.
«Chi è?» chiedo un po' in ansia.
«È Nate» risponde, e questa volta sono io ad impallidire. «Ha portato alcuni della squadra e le ragazze con cui uscivamo sempre, quindi c'è anche Rachel.»
«Cosa?» domando con un filo di voce. «Che diamine ci fanno a casa tua a quest'ora?»
«Ha detto che ha portato da bere, vuole stare qui a fare un po' di baldoria.»
Rimango ammutolito di fronte alla situazione. Che cavolo facciamo? Se qualcuno di loro dovesse scoprire che io, Alexander Black, sono a casa di Jace Andrews si scatenerà un putiferio.
Jace sembra capire i miei pensieri. «Li mando via. Dico loro che sono stanco e che non ho voglia di fare nulla.»
«No» rispondo interrompendolo. «No. Hai mai rifiutato una festa a casa tua?» Lui fa di no con la testa. «Se dicessi di no all'improvviso si insospettirebbero, perché non è il tuo solito modo di comportarti.»
«Sì, ma ci sei tu qua! Che cosa dovrei fare?»
«Apri subito la porta, non perdere altro tempo.»
«E tu cosa farai?!» sbotta nel panico.
«Me ne resterò qui, ad aspettarti finché non torni» rispondo. «Vai, veloce.»
«Mi dispiace, Alec.»
«Va tutto bene.»
Esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Scende giù con passo svelto e lo sento aprire la porta.
«Che cavolo hai fatto, Jace? Perché ci hai messo tutto questo tempo? Ci stavamo congelando le chiappe! Facci entrare, su!» sento Nate parlare a gran voce.
Dopodiché per ore sento il tintinnare di bottiglie di vetro, musica a tutto volume, risate e rumori, come se stessero mettendo tutto a soqquadro.
E per ore io me ne sto prima sul letto a riposare ancora un altro po', poi mi siedo alla scrivania a leggere gli appunti di Jace sulla matematica. Ad un certo punto mi scoccio e mi alzo, cominciando a frugare e curiosare tra le sue cose.
Per tutte le volte che sono stato in questa camera non ho mai visto veramente cosa contiene.
Così comincio a guardare i trofei sulle mensole, gli oggetti curiosi poggiati sulla cassettiera come portachiavi a forma di peluche. Rido al pensiero di Jace con un peluche attaccato alle chiavi dell'auto.
Rovisto tra i suoi CD, segnandomi mentalmente di domandargli se posso prenderne qualcuno in prestito. Guardo i titoli dei film che ha, e anche tra quelli penso di rubargliene alcuni.
Poi passo alle fotografie che tiene sparse per la camera che lo ritraggono durante le partite di basket, una con la squadra intera che risale al secondo anno. Guardo bene e vedo che ci sono pure io in questa fotografia, che gli metto un braccio sulla spalla, mentre dall'altro lato il coach quasi mi strozza.
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Ama e fa' ciò che vuoi
RomanceAlexander Black è un ragazzo dell'ultimo anno del liceo e aveva una vita normale fin quando, ad una festa all'inizio dell'estate appena conclusa, una foto è stata pubblicata dal suo profilo Facebook scatenando la cattiveria della gente. In quella fo...