Il ritorno a scuola dopo le vacanze, si sa, è sempre traumatizzante.
Le occhiaie sotto i miei occhi gonfi e semichiusi dal sonno potrebbero fare invidia a un personaggio di un film horror. Per fortuna, però, non sono l'unico in queste condizioni.
Infatti Jace mi viene incontro nel corridoio al cambio dell'ora, assottiglia gli occhi come ad accertarsi che sia veramente io, come se fosse miope, poi sorride e si ferma davanti a me.
«Buongiorno» esordisce.
«'Giorno» gli sorrido, ma solo per poco per non attirare l'attenzione su di noi, per quanto sia possibile. Ogni volta che ci fermiamo a chiacchierare tutti ci guardano come se fosse qualcosa dell'altro mondo.
Da Capodanno, dopo esserci lasciati trasportare dalla passione all'interno di quel bagno maleodorante - che a pensarci da sobrio è un po' disgustoso -, ci siamo visti un paio di volte con il pretesto di studiare insieme, ma finivamo sempre sul letto a fare sesso orale come se non ci fosse un domani. Mi chiedo quando faremo il passo finale arrivando a fare sesso vero e proprio.
A pensarci adesso, in mezzo a questo corridoio, con il soggetto dei miei pensieri direttamente davanti a me, così vicino, mi provoca dei brividi di eccitazione che stento a tenere a freno. La passione che ci travolge ultimamente mi sta facendo andare fuori di testa. Per ora lo trascinerei molto volentieri all'interno di qualche sgabuzzino e gli farei le peggiori cose possibili.
Ma stiamo rimanendo ad osservarci adoranti - come se anche lui stesse pensando quello che sto pensando io - per troppo tempo, sento i mormorii cominciare a diffondersi anche se ci sono stati i testimoni in gita della nostra tregua, anche se ormai dovrebbe essere chiaro che abbiamo risolto e che siamo amici. Almeno agli occhi degli altri.
Invece no, dobbiamo continuare a comportarci come estranei, aguzzando l'udito per sentire quello che la gente ha sempre da dire. Mi sto stancando di questa cosa, ma non ci posso fare niente.
«Ci vediamo al parcheggio a fine lezioni?» mi chiede sottovoce mentre mi passa accanto allontanandosi da me, senza darmi il tempo di rispondere. Sorrido perché il bastardo lo sa che la mia risposta non può essere che positiva.
* * *
«Hai bisogno di passaggio, Alec?» mi chiede Shawn.
«No, vado con Jace.»
Mio cugino assottiglia gli occhi e indossa il suo ghigno, poi alza ritmicamente le sopracciglia ammiccando.
Alzo gli occhi al cielo, lui scoppia a ridere: «Mi piace come sei diventato più sensibile.»
«Che stronzate, Shawn. Non sto ridendo né sto arrossendo, sono solo annoiato dalla tua stupidaggine.»
Porta una mano davanti la bocca spalancata in un gesto teatrale: «Alexander Black, quanto sei maleducato!»
Lo spintono leggermente mentre camminiamo uno di fianco all'altro uscendo da scuola. All'uscita incontriamo anche Paul, Sarah e Laura - una ragazza che ho conosciuto proprio per capodanno; è simpatica, ma per sbaglio da ubriaco le ho spiattellato tutto sulla mia relazione con Jace. Per fortuna non ha reagito male: anzi, ha cominciato ad urlare in giro dicendo che siamo troppo carini. Evidentemente era ubriaca anche lei. A quanto pare è una compagna del corso di storia di Sarah, e a quanto pare adesso fa parte del nostro strano gruppo.
Saluto tutti, con la fretta di andare da Jace, e mi incammino verso la sua auto nel parcheggio. Ma lui non c'è.
Che cavolo di fine ha fatto? Di solito si fa sempre trovare già in macchina ad aspettarmi, oppure appoggiato da qualche parte mentre fuma una sigaretta.
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Ama e fa' ciò che vuoi
Storie d'amoreAlexander Black è un ragazzo dell'ultimo anno del liceo e aveva una vita normale fin quando, ad una festa all'inizio dell'estate appena conclusa, una foto è stata pubblicata dal suo profilo Facebook scatenando la cattiveria della gente. In quella fo...