Scoppio a ridere come un forsennato dopo che mi ha proposto di lasciarci. «È stato un bello scherzo, Jace» rido ancora, cercando di riprendere fiato.
Credo di aver visto un mezzo sorriso sul suo volto e questo mi dà sollievo. «Da quando sei diventato così divertente?» gli chiedo.
Lui abbassa il capo, si aggiusta la maglia troppo larga e poi ritorna a guardarmi negli occhi. «Alec.»
Lo interrompo: «Volevi solo pomiciare come sempre, vero? Be', cosa aspetti?»
Si avvicina a passo lento, ha proprio deciso di farmi patire, oggi.
Allunga le mani verso di me, come a volermele posare sulle spalle. Poi sembra ripensarci e le abbassa.
«Alec, sono serio.»
«Anche io sono serio. Sto morendo dalla voglia di baciarti, in questo momento.»
Abbassa di nuovo la testa. «No» dice in un sospiro. E mi guarda di nuovo negli occhi. Mi sa che quel mezzo sorriso me l'ero proprio immaginato. Posso sentire la sua freddezza, perché mi sta congelando. «Dicevo sul serio. Ti sto lasciando.»
Certo ormai della serietà delle sue parole, rimango completamente pietrificato.
«Cosa?» chiedo in un bisbiglio, con gli occhi spalancati e il fiato improvvisamente corto e spezzato.
«Rompiamo. Finiamola qui» ripete, come se sentirselo dire non una, ma due volte e adesso tre, quattro non sia abbastanza per provocarmi un intenso dolore al petto.
È una sensazione simile a quel calore che si spande quando mi bacia, quando mi dice che mi ama o anche solo quando mi sta accanto. È simile, perché c'è sempre quel calore che mi invade il corpo, ma adesso questo mi mette completamente a disagio, mi tronca il respiro, mi fa diventare la bocca secca e mi fa venire voglia di piangere.
«Perché?» chiedo quando riesco a trovare un filo di voce. «Così, all'improvviso?»
Sono certo che la mia faccia si stia contraendo in una serie di espressioni confuse, addolorate, tristi, arrabbiate, sofferenti tutte insieme. Sono sicuro che il mio viso sia uno spettacolo orribile in questo momento, dopo una confessione così improvvisa da lasciarmi senza parole, da farmi credere a stento a quello che sta succedendo. Ma da dove gli è uscita questa cosa? Cosa cavolo lo ha portato a voler dire queste parole così brutte, incredibili?
«Dimmi che è solo uno scherzo di cattivo gusto, ti prego, perché io non ti credo.»
Mi avvicino ma lui si allontana, come se temesse di scottarsi. «È così e basta. Fattene una ragione» dice poi. Il suo tono sembra tranquillo e indifferente. Sembra. Perché posso sentire la sua voce tremare un po' alla fine, quando tenta di andarsene e abbandonarmi qui, alla deriva.
Quando mi passa accanto con l'intenzione di fuggire da quella porta, lo afferro per un braccio e lo trattengo vicino a me.
«Che cazzo significa, Jace? È così e basta? Che cazzo significa?!» mi ritrovo ad urlare. «Spiegami! Perché mi stai lasciando?!»
Lui abbassa gli occhi, ancora stretto nella mia forte presa. Ma non accenna a rispondere, il suo respiro si fa irregolare, come se si stesse trattenendo dal parlare o dal fare qualcosa.
«Jace!» il mio urlo si propaga e rimbomba sulle pareti di questa enorme palestra. «Dopo tutto quello che abbiamo affrontato per stare finalmente insieme, tu vuoi lasciarmi così?! Senza darmi neanche una spiegazione?!»
«Alec, io... non posso stare con te» risponde, alla fine.
A sentire le sue parole una rabbia indescrivibile mi assale. «Non puoi stare con me?» ripeto prima di scatenarmi. «Perché non puoi stare con me? Mi stai prendendo in giro, per caso?!» grido.
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Ama e fa' ciò che vuoi
RomanceAlexander Black è un ragazzo dell'ultimo anno del liceo e aveva una vita normale fin quando, ad una festa all'inizio dell'estate appena conclusa, una foto è stata pubblicata dal suo profilo Facebook scatenando la cattiveria della gente. In quella fo...