Ci sediamo tutti e tre ad uno dei tavoli del cortile. Paul siede affianco a me, Jace ci sta di fronte. Abbassa lo sguardo mentre si tormenta le dita delle mani poggiate sul legno vecchio.
«Io e Jace ci siamo conosciuti l'anno scorso. È capitato che la mia scuola e la tua scuola andassero in gita gli stessi giorni nello stesso posto. È capitato più volte nel corso degli anni, anche con altre scuole. D'altronde in un paese piccolo come il nostro le mete non possono che essere limitate» comincia a raccontare Paul. «Salto tutti gli inutili dettagli, altrimenti non finirei più. Ti svelo solo che a quel tempo, nel mio secondo anno di liceo, finalmente avevo dichiarato la mia omosessualità ai miei amici stretti e alla mia famiglia. Per fortuna nessuno ha espresso alcun tipo di ribrezzo nei miei confronti, ma si sa che gli adolescenti farebbero qualsiasi cosa pur di apparire potenti agli occhi degli altri, perciò avevo deciso di tenere la cosa solo per quella cerchia ristretta. Come sto continuando a fare, d'altronde.
«Io e Jace ci siamo incrociati una sera nel ristorante in cui entrambe le classi si erano ritrovate a cenare, il primo giorno di gita. Ci siamo incontrati al piano bar, io chiedevo un bicchiere d'acqua dopo aver preso un caffé, lui ordinava una birra. Sembrava veramente giù di morale, così - entrambi seduti - ho deciso di rompere il ghiaccio e intrattenere una conversazione per poter fare qualcosa. Non so esattamente perché io l'abbia fatto... forse mi imbarazzava ammettere che lo trovavo un tipo affascinante.»
Le mie orecchie ascoltano ogni singola parola che viene pronunciata e che esce dalle labbra del mio amico, mentre i miei occhi guardano di continuo Jace, curiosi e confusi e gelosi allo stesso tempo. L'idea che Paul e Jace abbiano avuto un qualche tipo di relazione, qualsiasi, mi fa inaspettatamente ingelosire.
Così interrompo il mio amico e mi rivolgo al biondo: «Perché eri giù di morale quella sera?»
Jace mi guarda dritto negli occhi e posso vedere che tutta quella rabbia che avevo scorto ieri adesso non c'è più. Ora trovo solo qualcosa di simile alla tristezza. Jace, perché sei triste?
«Devo proprio dirlo?»
«Sì.»
«Lui mi aveva detto che era successo qualcosa di bello il giorno precedente» interviene Paul, vedendo che il biondo non si decide a parlare. «Ma poi ha riflettuto che quella cosa non aveva alcun valore, in realtà. Non per lui, ma per qualcun altro. Ero confuso, tuttavia ho deciso di lasciar perdere. Se non sapeva spiegarla a parole vuol dire che non era una cosa semplice. Quella sera io volevo solo divertirmi. Sai che non so ancora a cosa si riferisse? Anche se non mi importa.»
Allora il mio sguardo si volge di nuovo a Jace, e questa volta si fa più insistente.
«Avevamo vinto la partita finale con la nostra squadra di basket», parla, «così il coach aveva deciso di farci scattare una foto. Non so se l'hai vista, l'ho incorniciata ed è su una delle mensole della mia camera.»
Una foto? All'improvviso mi ritorna in mente quella sera in cui ero in ansia per la visita inaspettata di Nate, e mi ero messo a ficcanasare tra le cose di Jace. Mi ricordo di quella foto.
«Il coach aveva fretta e con i suoi soliti modi bruschi mi aveva spinto accanto a te per metterci in posa. Ci siamo stretti in un abbraccio, quel giorno, e io mi sentivo in imbarazzo e al contempo al settimo cielo. Ma tu non sembravi averci fatto gran caso, non credo che ti ricordi di quella volta. Semplicemente mi ignoravi, seguivi la politica dello stare lontano dai guai. Ci avevo riflettuto quel giorno in cui ho incontrato questo tipo qui, perciò ero depresso.»
«Oh» riesco a dire semplicemente. Ogni volta la sua onestà improvvisa mi stronca e mi lascia senza parole. Ma sono felice che riesca ad esternare i suoi sentimenti e i suoi pensieri di tanto in tanto, invece di far finta che non esistano, cosa che porta solo al peggio.
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Ama e fa' ciò che vuoi
RomanceAlexander Black è un ragazzo dell'ultimo anno del liceo e aveva una vita normale fin quando, ad una festa all'inizio dell'estate appena conclusa, una foto è stata pubblicata dal suo profilo Facebook scatenando la cattiveria della gente. In quella fo...