35. Discoteca

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-Mi dispiace per ieri sera. Mi dispiace anche per l'altro giorno. Non avrei dovuto farti immischiare nei miei casini.-

Questo messaggio da parte di Jace mi arriva in mattinata, il giorno dopo. Lo leggo lentamente più volte, per essere sicuro che lui si stia realmente scusando. Ma questo non basta.

-Non serve a niente dispiacersi. Ormai ci sono dentro fino al collo per colpa tua.-

Non mi interessa di essere stato brusco o arrogante, lui non ha avuto pietà con me.

* * *

«So che è tutta colpa mia. Non avrei dovuto... fare quello che ho fatto l'altro giorno nella sala relax dell'hotel.»

Come ho mai potuto accettare di parlare con lui quando, invece, dovrei divertirmi e basta?

Per una volta che i professori hanno voluto accontentarci portandoci in una delle discoteche della città, lui deve rovinarmi anche questo momento.

Si è avvicinato a me e mi ha chiesto se ero disposto ad ascoltare quello che aveva da dire, ma adesso non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi.

Non so più chi sono.

«Perché lo hai fatto, allora?» incrocio le braccia.

Mi costringo a guardarlo in volto, anche se questo mi provoca emozioni contrastanti.

«Non lo so nemmeno io. Non voglio nemmeno saperlo.» Si morde le labbra, si porta le mani alla testa e si volta di spalle. «Cazzo. Tu ed io in questa situazione di merda...», si gira di nuovo, «...chi cazzo lo avrebbe mai detto?»

«Non ci posso credere nemmeno io che fino a qualche settimana fa eravamo qualcosa di simile ad amici. Adesso non so più chi siamo, non so più niente. Non riesco a prenderla alla leggera, non posso, Jace.»

Lui mi guarda imbambolato.

«Mi hai gettato in un mare di casini. Tu non hai idea di quanto la mia testa sia incasinata, sto impazzendo.»

«Ti posso capire, invece. Sono anni che vado avanti così.»

«Anni?» grido sconvolto. «Sono passati anni e tu ancora non sei riuscito ad ammettere quello che sei?» gesticolo quasi esasperato.

«Ti credi un genio in materia? Non è per niente facile! E poi non ne sono nemmeno sicuro! Pensa piuttosto ai fatti tuoi!»

«Tutto quello che so è che stavo con Sarah e me la passavo anche bene. Poi ho baciato... te! Quanto cazzo è insensata questa cosa?!»

«Stavi

«Di tutto quello che ho detto ti interessa solo che sono single?» esclamo portando le mani in aria per l'incredulità.

«Non sono interessato alla tua situazione sentimentale, voglio solo avere un quadro chiaro delle cose! E poi io sto ancora con Rachel» ribatte con tono quasi stizzito.

«Trovo che sia perfetto» me ne esco.

Lui rimane un po' confuso. «Di cosa stai parlando?»

«Tu stai con Rachel, io con Sarah...»

«Non ti eri lasciato?» mi interrompe.

«È una storia complicata da spiegare...» rispondo. «Stavo dicendo che la situazione non potrebbe che essere più favorevole di adesso.»

«Spiegati meglio.»

«Perché non facciamo finta che tutto questo non sia mai successo? Facciamo finta che eravamo ad un'altra tua stupida festa, ubriachi fradici tanto da non riuscire a ricordare niente. Facciamo che sia così: dimentichiamocene. Io non voglio affrontare tutto questo casino, tu ancora non ci riesci. Dimentichiamocene e facciamoci un favore. Io e te non ci siamo mai baciati, fine della storia.»

Ama e fa' ciò che vuoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora