Capitolo 13

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Passa poco, la porta della cucina si apre e Kyle entra.
Mi cerca con lo sguardo, lo sento anche se sono girata, intenta a mescolare l'antidolorifico con l'acqua, sento un bacio schioccare è una piccola risata da parte di Jason.
Poi il suo fiato sul mio collo "dobbiamo parlare"
"No, va tutto bene"
"No, e lo sai"
Bevo il bicchiere con l'intruglio magico e opto per la non parola.
Ora ho più paura di lui, ma quando mi ha chiesto scusa, le sue sopracciglia si erano alzate come per vero dispiacere...

Accompagno Jason al parco, con lo zainetto in spalla va in contro al suo amichetto e finalmente lo vedo felice con un suo simile, la madre sembra entusiasta di vedere Jason, ma quando i suoi occhi sono su di me, quel bel sorriso si spegne in un batter d'occhio
"Salve" dice
"Salve, per che ora passo a prenderlo?"
"Ci vediamo qui, verso le 20:00 può andare?"
"Certo" mi volto per andarmene ma lei mi richiama
"Signorina!"
Mi giro
"Gli fa da babysitter?"
"Sì"
"Quindi sta a casa sua sempre?"
"Si... perché?"
"Stia attenta a quel ragazzo, suo fratello"
Un'altra avvertenza che mi fa capire di essere finita in un guaio serio. Non Dico assolutamente nulla, mi volto e continuo per la strada del ritorno.
Di casa mia, non di Jason.
Di Kyle.

"Ciao piccola"
"Mamma è già andata?"
"Si, il Capo la voleva pronta ore fa"
Mi abbraccia ma avverte subito il mio fastidio
"Megan, che succede?"
"Sono scivolata, ho sbattuto la spalla"
Lui non sa ancora nulla su quello strano ragazzo, Forse è perché non esce mai o perché non parla con nessuno, forse ho preso da lui sul fatto di non sapere mai nulla in tempo e per questo non lo ringrazio.
"Ti porto del ghiaccio, guarda la Tv intanto"

Accendo e il canale che becco subito è il numero 52, cambio e vado sul 29 per vedere se replicano le vecchie stagioni di Grey's Anatomy.
BINGO
"È la terza stagione" Urla papà
"Vedo"
"Preferisco la nona"
"Anche io!" Sa che la nona stagione è la Nostra stagione e che tutte le altre servono solo di contorno, ma non manchiamo mai neppure a quelle.
"Credi che Karen e Liam saranno a casa entro il mese prossimo?"
"Non so, oggi chiedo, perché?"
"Perché ti rivoglio a casa, almeno per una serata"
"Capisco"
"Almeno ti pagano bene"
"Papà!"

Vado in bagno e finalmente tolgo la maglia, la spallina del reggiseno taglia a metà un livido già viola.
Che hai fatto Kyle?
Volevo solo svegliarti.
Prendo uno straccio, lo lego alla spalla con non tanta facilità, corro giù in cucina e prendo una borsa del ghiaccio.
Non mi faccio vedere da papà, mi bloccherebbe a casa, me ne sto in camera mia ad ascoltare della musica, aspettando le 20:00.

Fortunatamente metto la sveglia, perché vado in un sonno profondo, il desiderio di dormire ha avuto la meglio sulla musica di Janis Joplin.

Mi faccio la doccia, a casa mia per non aspettare Kyle e metto un top rosso con un paio di leggings neri, la felpa ce l'ho già lì, e i capelli li lego in una coda alta.

"Papà, devo scappare"
"Vai e sta attenta"
"Appena puoi, chiedi a mamma di chiamarmi, è da giorni che non le parlo"
"Va bene"

Devo ammetterlo, la separazione sembrava il risultato finale di anni e anni di litigi, ma il sentirla e vederla camminare per casa mi manca.
Si, anche se i miei sono separati, viviamo comunque sotto lo stesso tetto, si rispettano e non si sono traditi, hanno solo cambiato camera è diviso il guardaroba in due.

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora