Capitolo 64

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"Perché ti sta chiamando mio papà?"
"Non saprei, è tardi"
"Rispondi"
"Va bene"

————————
KYLE POV

stacca le mani dai suoi fianchi e prendo il telefono
Lei è lì che ascolta, bella come non mai, con le guance rosse e i capelli spettinati.
"Pronto?"
"Kyle, dove sei?"
"A casa"
"Megan sta bene, dov'è?"
"Megan sta bene, è a dormire" lei corruga la fronte, cerca di scendere dalle mie gambe ma io la fermo prima che se ne vada. Non posso dirlo a suo padre.
Non ora.
"Kyle, Jay ha chiamato la Base"
"Per che cazzo l'ha fatto? Fottuto bastardo"
Megan sembra sempre più confusa
"Non so, quel ragazzo non è apposto"
"E che ha detto?"
"Ti rivogliono li, se non ti presenti ti verranno a prendere loro"
"Non possono farlo"
"Possono eccome, Jay li ha convinti"
"CHE HA DETTO?!" ringhio
Megan sta davvero tentando di andarsene, la fermo ancora.
"Non lo so, ma mi hanno contattato"
"Che devo fare? Fare i bagnagli, mettermi gli scarponi e tornare lì a piedi?"
"Cerco di far cadere ciò che ha detto Jay, tu devi solo stare a casa"
"Vado da lui, che crolli il cielo io..."
"NO, tu stai a casa e proteggi Megan e Jason, mi hai ascoltato? È il tuo Capo che te lo ordina"
"Va bene, okay"

Metto giù e ritorno a guardare Megan, è sconvolta e affranta
"Cosa è successo?"
"Jay ha detto non so cosa alla Base e ora mi rivogliono lì"
"Loro che cosa?"
"Non ci ritorno li, devo risolvere la faccenda"
"No." Uguale a suo padre "tu resti qui"
"Dammi il numero di Jay"
"No, nessuno chiama nessuno"
"Dammelo ho detto"
"No, non te lo do"
Ho una tale rabbia addosso, devo cercare di incanalarla per non farle del male
"Kyle, tu stai qui, a costo di rimanere sveglia tutta la notte"
Mi prende la mano e ma la fa chiudere nella sua
"Ora è lui che ha la meglio, qualsiasi cosa tu faccia, lui vincerebbe ora, bisogna stare lontani da persone come lui"
Non ha torto.

"Tu ora devi stare tranquillo"
"come? Per me non è normale starmene qui fermo"
"Allora andiamo a dipingere la macchina di Jason"

——————
Sono tutta concentrata nel dipingere il fianco dentro di blu elettrico, lui non sembra nemmeno attento a non far gocciolare tutto sui giornali a terra.
"Kyle, sei sveglio"
"Si"
"Dobbiamo passare una seconda mano di vernice?"
"Se vuoi" non funziona
"Okay, allora... ora ti fai una doccia perché hai la tempera perfino sul mento"
"Devo finire qui"
"Stai passando il pennello nello stesso punto da 10 minuti"
"Cosa avrà detto?"
"Non so, per quali motivi potrebbero riprenderti?"
"Per fuga, per aggressività, per non aver raggiunto un obiettivo in guerra..."
"Sei fuggito?"
"Si, e sono stato anche aggressivo"
Abbassiamo entrambi lo sguardo.
Lo so anche io.
"Sarà perché sei scappato, ma tu sai difendere bene, non ora però"

Non ora.
_________
Mattina dopo:
Ho un sonno pazzesco, a malapena riesco ad abbottonare la camicia di Jason, salto uno o due bottoni.
"Oggi viene la zia Jason" dice Kyle entrando in cucina con una canotta nera e i capelli ancora bagnati.
"Perché?" Chiedo io
"Perché io e te dobbiamo uscire non ricordi?"
"Stasera"
"Si, intanto la faccio venire prima, non cambia nulla a nessuno, tu vai a casa a prepararti poi io passo a prenderti"
Fa finta di nulla, cerca pure di sorridere.
E questo non so come leggerlo.
Se come un segno buono o cattivo.

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora