Capitolo 58

1.3K 33 12
                                    

"Bentornata a casa figlia, sai come è fatta la tua casa o hai bisogno di un tour?"
"Papà! Non scherzare, può capitare di non trovare l'asciugamano"
"Non credo, ma va bene"
"Prepari quella tua bella carne succulenta?"
"Lo sto facendo"
"Sei Il papà migliore del mondo"
"Lo sono ancora se ti dico che tra pochi minuti ci saranno i Douglas alla porta?"
"Ah"
"Sentiti libera di fare ciò che vuoi!"
"Tu stai perdendo punti"
"Il tempo scorre"

Ma nessuno ha bisogno di passare una serata calma, in tuta è felpone peloso? Con le calze delle principesse e i capelli bagnati?
A quanto pare solo io
"MA SIAMO APPENA TORNATI A CASA!"
"Festeggiamo!"
"PAPÁ?!"
"Dica!"
"Ti uccido"
"Le armi sai dove sono"

Mi vesto velocemente con una tuta, la più elegante che ho, ed inizio ad asciugarmi i capelli fradici.
C'è solo un problema, con i capelli che mi trovo e con il tempo che sgocciola mi dovrò arrendere ai miei boccoli selvaggi. Solo per una sera.

10 minuti dopo:
"hanno suonato!"

"vado io, ma fai veloce!" papà finirà male.
Sento risate e baci rumorosi, metto le prime ciabatte lungo il corridoio e scendo velocemente.
Per condividere, le ciabatte sono a forma di pecora, provviste pure di orecchiette. Lo stile non va a pile.
L'ingresso è vuoto, in cucina si sentono le voci di tutti tranne che, ovviamente di Kyle, ma questo non è grave. Ormai ci sono abituata.

Entro e vedo tutti vestiti eleganti. Mi faccio schifo. Sorrido e saluto con baci ed abbracci i genitori di Jason e Kyle, Jason mi salta addosso ancora prima di poterlo salutare.

Il suo sorriso è da perdere la testa.

Kyle però non c'è. Lo cerco senza dare troppo nell'occhio, ma papà deve sempre rovinare tutto.

"vai fuori ad aiutarlo, insegnagli ad accendere il grill"
"lo sa fare, non ha bisogno di me" ribatto in segno di sfida
"è nuovo, non vorrei che le sue manone lo rompessero, sai, è come un figlio per me"
"Kyle?" domando
"il grill..." I Douglas ridono di gusto, è un attimo e loro ritornano a parlare di motori e viaggi.
Apro la porta, cammino apparentemente calma e mi dirigo sul terrazzo.
Il terrazzo è vuoto, una buona scusa per tornare in casa.
"belle pantofole"
"spero non sia una presa in giro"
"peccato che non porti il 38"
"sennò?"
"te le ruberei"
I suoi capelli sono davvero troppo lunghi, e credo che se ne renda conto, mai quanto me però.

"sei bellissima" mi giro di scatto e lo ritrovo impegnato con due pacchi di carbone in mano
"sai accendere il grill?"
"sei bellissima"
"perché non sono sicura di esserne capace"
"Megan, sei bellissima"
"vado a prendere la carne" la mia schiena è invasa da scosse fortissime e le mie guance sono rosse fino a bollire.

Corro in casa, prendo il piatto pieno di carne e mi fermo prima di riuscire, mi ha detto che sono bella... 3 volte. Vuol dire che non sta scherzando e che non è ubriaco.
Il mio respiro è pesante, come se non potessi nascondere una certa felicità.
Le mie viscere si rivoltano, piene di cosa?
Farfalle.

"le piastre sono già bollenti, da cosa iniziamo?"
Fa finta di nulla
"grazie"
"direi le salamine" capisco il gioco
"grazie"
"oppure le salsicce"
"Grazie" rido.
"che carne succulenta" dice a bassa voce prendendomi il piatto di mano.
Ho la sensazione che non sia quella la carne a cui si stava riferendo.
"abbiamo portato qui il cucciolo, è legato al cancello, vai a slegarlo se vuoi"
"anche noi ne abbiamo uno"
"allora giocheranno assieme"
Prendo la scusa per correre via da quella situazione calda e fumante, per il grill...
Il cucciolo mi riconosce e salta di gioia, una volta liberato anche il mio, mi diverto a guardarli mordicchiarsi a vicenda.
"ti devo fare un paio di domande" dice lui mentre gira la carne
"dimmi" gioco con la corda della felpa
"chi hai di caro tu?"
"mio papà, tu"
"io?"
"cioè, la tua famiglia, che mi sopporta da anni" cosa cavolo hai detto Megan?
"hai dovuto sopportarmi più te in queste ultime settimane, di quando abbia dovuto fare tuo padre per anni in campo"
"perché?"
"tu mi..."
"io ti..."
"mi passi il piatto?" un altro momento svanito. "certo"

Dopo cena:

gioco con Jason fino a quando Kyle non mi chiama in soggiorno
"mettiti un paio di scarpe, andiamo a fare un giro"
"v-va bene" respiro profondamente "fammi chiedere a mio p-"
"amore, sei ancora qui?! Corri, sennò vi chiudo fuori"
Mio papà è da sedare.
La strada che stiamo percorrendo è vuota, forse un paio di persone con i propri cani passano lente, ma del resto non passa nessuna macchina. Siamo distaccati, lui porta un giubbotto marrone di cuoio e tiene le mani fuori, a penzoloni lungo i fianchi.

Nessuno parla per primo.

Poi lui fa un respiro deciso e mi afferra la mano, la stringe forte ma piano allo stesso momento e la inserisce nella tasca del suo giaccone, incatenata alla sua.

Lo guardo d'istinto e sorrido felice.
Sono entusiasta dentro, provo sensazioni forti e la completa calma allo stesso momento. Troppe cose mischiate, ma io con lui non ho fatto altro che provare troppe sensazioni disordinate. Quindi va bene così.
È ancora abbastanza chiaro, ma si vede già la luna.

Entriamo in un bar pieno di gente, e questo cozza con il carattere di Kyle. So che lo fa per me, ma vedo chiaramente che non si trova pienamente a suo agio.
"possiamo anche continuare a camminare, a me va bene comunque"
"ce la posso fare"
Le nostre mani si staccano e ci sediamo ad un tavolo lontaano dalla porta di uscita. Spero vivamente che non succeda nulla.

In sotto fondo c'è "my love is yuor love di Whitney Houston" e io ricanto le il testo tra le mie labbra
"la conosci?"
"oh eccome"
"allora mi piaci ancora di più" il mio cuore si trova a dover battere a ritmi diversi ogni minuto, per sopravvivere anche solo ad un suo sguardo veloce.
Stiamo diventando qualcosa?

"perché siamo qui?"
"perché non ci venivo da tanto e da solo non sono molto bravo a gestire i posti affollati"
"nemmeno io"
"ma tu sai gestire me, e quindi va bene così"
"non vorrei rovinare tutto, ma verso quest'ora ci dovrebbe essere anche Jay"
"fa nulla"
"non ti credo"
"se c'è lo saluterò"
"ripeto, non ci credo"
"tu ora non sei più nulla per lui, lo capirà presto"
"lo so, forse si arrabbierà"
"perché?"
"perché siete uomini voi, chi lo sa il perché"
"allora ce ne andremo"
"va bene"
Passati 20 – 25 minuti finiamo i nostri drink e io devo disperatamente andare in bagno, mi prometto di fare velocissima e mi assento per mia sfortuna.
••••••••••••

CIAO BELLESSE😩

il ritardo non è mio amico, ma conviverci è d'obbligo.
Piena di compiti è il minimo che posso dire. 
1000 app diverse per la scuola mi hanno fatto togliere Wattpad.

Mi dispiace e vorrei tanto che tutti quelli che arrivassero a leggere fino a qui, sapessero che vi sono vicina, qualsiasi cosa sia successa.
Questo momento è brutto e pure in America non scherza.
La mia amica è disperata, ma noi qui in Italia ci siamo fatti i calli😳.

Grazie di tutto♥️

-mappleluzz🥐

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora