Capitolo 67

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Nel locale:
"Riesci a non preoccuparti?" Mi dice cingendoli la vita
"No, per ora no"
Chiama con la mano il cameriere e lui ci indica uno dei tanti tavoli
"Lo conosci?"
"Probabile"
"Quindi non ne sei sicuro..."
"Non aggiungo altro"

La cena va avanti calma, lui mangia tutto e mi sorprende vederlo calmo, come se nessuno lo stesse guardando, come se una donna non stesse parlando alle nostre spalle.
L'atmosfera è bella, paradisiaca, una musica jazz taglia il silenzio come fosse un coltello dolce, arricchisce e addolcisce la tensione.
La mia tensione, perche quella donna sta davvero disertando Kyle
"Cosa c'è?" Dice lui
"Non la senti?" Bisbiglio
"Certo, ma non mi importa" bisbiglia sorridendo
"Non è gentile da parte sua..."

"Lui non dovrebbe starsene qui, dovrebbe chiudersi in casa e pentirsi giorno e notte. Se solo non avesse fatto uccidere tutti quei rag-"

"Okay ora basta! Mi scusi, ma le sembra il modo?" Mi alzo e faccio cadere il tovagliolo a terra.
"Scusi signorina?" Ha l'aria di una madre viziata, con oro e soldi, non sa nemmeno cosa sia la terra è il sudore.
"La rispetto, ma anche lei rispetti due ragazzi che stanno mangiando vicino a lei"
"Si sieda e lasci perdere"
"Continuerà a dargli la colpa?"
"Non sto incolpando nessuno" il suo sguardo cerca sfida, le rughe accentuate ai lati della bocca spariscono, lei posa la forchetta.
"Lei non sa nulla"
"Maleducata di una ragazzina"
"Lei parlerebbe mai di una cosa che non sa?"
"Come scusi?"

"Okay basta" sento dire da Kyle, il suo braccio mi contorna alla vita e mi fa ritornare indietro, tengo gli occhi fissi sulla signora che nel frattempo è ritornata a mangiare.
"Ti si è raffreddato tutto"
"Ma non ti da fastidio?!"
"No"
"Perché?! Daresti la vita per litigare tu"
"Non stasera, mi basti tu"
Come zittirmi. Poche parole, dritte allo stomaco.

Passano 40 minuti forse, dove lui mangia tutto e parla di come Jason sta crescendo, di come dovrà iniziare ad insegnarli a giocare a Baseball... ma io ho orecchi sono per quella donna.
Un paio di volte a toccato l'argomento, ma si è fermata, fortunatamente.

"Di che stavo parlando?" Mi chiede lui
"Di..."
"Andiamocene"

Stiamo camminando verso l'uscita credo, ma subito lui gira e mi fa entrare in un corridoio buio.
"Dove stai andando?"
"Te l'avevo detto di portare un cambio scarpe"

Un salone immenso, con il parquet lucido, un lampadario luccicante e degli specchi enormi, che arrivano fino al soffitto. Non so dove andare, se seguirlo oppure rimanere ferma a guardarlo.
Va verso uno sgabuzzino, toglie le scarpe e ne mette delle altre, poi prende un paio di tacchi da donna e mi fa l'occhiolino
"Ringraziami"
"Sì signore"
Me li metto e noto con piacere che mi calzano a pennello, sono freschi e non troppo alti.

La mia tensione si può tagliare con un coltello. Resto immobile, schiava del suo volere, lui accende la musica e viene verso di me.
"Devi solo rilassarti. Se mi pesti i piedi ti perdonerò"
"Va bene"
Il ballo è lento, io mi abbandono a lui, lui mi porta da una parte all'altra della stanza e con un sorriso sulle labbra mi fa girare come se fossi un bastoncino tra le sue mani.
Mi spezza quel ragazzo.
"Quella donna non sa nulla" dico
"Sa quello che ha voluto sentire"
"Posso dire di conoscerti?"
"Sta a te dirlo"
"Mi serve sapere ancora una cosa"
"Dimmi"
"Sei sicuro di volerci provare? Perché io ho paura che tu te ne vada"
Ci fermiamo, mi prende la coscia e se la porta alla vita, fa scivolare l'altra mano sulla mia schiena e mi accompagna piano piano giù, i miei capelli scivolano veloci a terra e lui mi da un bacio sul collo.
"Io non me ne vado, e sì, ci voglio provare"

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CIAO BELLESSE 🌮

AAALLLORRAAAAA 5k letture, io——
Grazieeeee
Già ero felice per 100, figuriamoci ora 🥺

Un grazie davvero speciale a chi ci è stato e ci sarà sempre

-mappleluzz 🍑

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora