Capitolo 34

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Mi trovo a piedi nudi a scendere le scale fredde, oltrepasso il salotto, arrivo in cucina e già sento il suo respiro. Mi domando ancora una volta se ne vale la pena, o se è meglio stare a sentire la Megan paurosa e stanca.
Apro la porta e scendo ancore, lo intravedo a fare flessioni veloci e rapide. Le sue braccia tremano e la sua pelle è rossa, stanco dai chilometri fatti correndo e dall'allenamento fatto con il dottore. Li ho visti e credo siano abbastanza perfino per The Rock.
Mi faccio avanti, sto per dire il suo nome, ma ancora una volta rovinerei tutto iniziando così
"smettila, andiamo su a dormire" nessuna risposta
"hai già fatto abbastanza per oggi, domani e dopo domani" ancora nulla.
Allora mi faccio avanti, mi siedo davanti a lui e lo guardo sbuffare su e giù, ma è irremovibile.
"mi hai fatto malissimo" credo sia l'unica soluzione, e infatti funziona, perché lui rallenta e sembra più appesantito
"ho pianto dal dolore" ora è lento
"mi è praticamente uscita la spalla"
"e sangue, su è tutto sporco"
Si ferma, ritorna in ginocchio e finalmente mi guarda. Mi guarda la spalla e non vede nulla di quello che ho detto
"vedi? Sangue dappertutto"
"mi dispiace"
"smettila, è stata colpa mia. Non dovevo farti tutte quelle domande e prendermi gioco di te. Ma ora sei stanco e devi riposarti, ti prego"
"vai su, arrivo dopo"
"no, ora andiamo su assieme" che stai combinando Megan?!
"perché?"
"perché sono stanca e anche tu lo sei, fammi finire solo di disinfettarti la mano e poi non mi sentirai più fino all'arrivo dei tuoi"
La sua non risposta mi fa impazzire, ma sono abbastanza convinta di voler finire il mio lavoro.

Finisco e la sua mano non è poi messa così male come prima, lui respira lento e i suoi muscoli sono rilassati, i suoi capelli ormai cresciuti cadono sottoforma di boccolo sulla fronte.
Un forte fulmine illumina la strada e il fragore del lampo da vita ad un rumore a dir poco spaventoso, chiudo gli occhi e la bocca, non mi sono mai stati simpatici i temporali... e papà lo sa.
Infatti poco dopo mi vibra il telefono
"tutto bene?"
"si, notte" rispondo.
Sento anche i piedini di Jason tappettare sul parquet, con uno dei suoi mille peluche sotto il braccio
"hey Jason, sentito il botto?"
"non voglio dormire da solo"
"ora ti accompagno di la e ti aiuto ad addormentarti"
"no" guarda Kyle che fino a quel momento è stato impassibile, si volta verso di me e un po' il respiro mi si ferma
"è brontofobico"
"bronto che?"
"ha paura dei lampi, dei tuoni, dei temporali e della grandine forte"
"anche Kyle è così" dice Jason, corre verso di lui e gli mette il peluche sulle ginocchia
"difetto di famiglia" si limita a dire
"allora salta su JJ" Kyle lo solleva come se niente fosse e lo mette vicino a me, Jason perde l'equilibrio mentre si alza e cade a peso morto sul braccio che prima Kyle mi aveva colpito. Mi allarmo, conoscendo le pessime reazioni di lui e faccio finta di non sentire la dolorosa fitta al polso...
"ora si va a nanna, domani c'è la torta da mangiare" Jason si mette sotto le coperte e si appiccica al mio corpo, poi si ricorda di avere un fratello e si rialza per dargli il bacio della buonanotte
"buona notte" dice piano
Il mio telefono vibra per l'ennesima volta, lo schermo si illumina e il nome di Jay compare con la scritta "9 chiamate perse" sotto.
Guardo Kyle, prendo il telefono e metto giù.

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora