Capitolo 59

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Il tempo di lavarmi le mani, aprire la porta del bagno con l'avambraccio e immettermi nel corridoio per ritornare nella sala bar e già insulto me stessa.
Kyle è seduto diritto e serio, al mio posto c'è Jay che con uno stuzzicadenti in bocca si è messo comodo e spaparanzato. Si guardano negli occhi, e sembra davvero che Kyle stia facendo di tutto per non attaccarlo.
Mi affretto e vado dalla parte di lui, lo prendo per la manica e cerco di tirarlo a me, credo di potercela fare, ma lui si divincola e ritorna a fissare Jay, gli punta il dito contro.
"Pezzo di merda, perché non la smetti?"
"La nostra vita era migliore senza di te, ritorna da dove sei venuto, vai ad uccidere persone e mangiare merda"
"Ti ricordo che anche tu saresti dovuto venire con me, ma hai avuto paura e sei tornato dalla mamma, non è vero?"
"Almeno io non ho tutti i tuoi problemi"
"Io me ne sarò anche fatti, ma tu ci convivi da sempre"
"Povero Kyle, con tutti questi problemi... menti a te stesso e a lei"
Poi si gira verso di me, sento le guance andarmi a fuoco "perché sei così testarda? Non ti ricordi dei tuoi amici? Di me? Eravamo una bella coppia, ma hai scelto di rovinarti da sola"
"Dei miei amici mi ricordo eccome, gli scrivo sempre, tutte le sere. Se non arrivano anche a te i messaggi arriva da solo alla conclusione"
"Puttana"
È tutto veloce, Kyle si alza, gli salta addosso e lo riempie di pugni. Io impotente vado al primo tavolo vicino e chiedo aiuto. Il barista ben messo cerca di dividerli e per un primo momento ci riesce.
"Figlio di puttana che non sei altro" ringhia lui, e Jay non può far altro che il incassare e pulirsi il sangue che gli esce dal labbro.
"Devo chiamare la polizia?" Ringhia il barista "se siete ubriachi andate fuori a finire i vostri affari"
"Non sono per niente ubriaco" risponde Kyle.

È come se un po' mi avesse persa in quel momento, e credo che lui lo sappia, mi cerca e mi trova poco lontana, non affretta il passo ma viene lento accanto a me.
Abbassa la testa e sussurra qualcosa. Ma non so cosa, so solo che il suo colletto è storto e che mi piacerebbe metterglielo apposto.
Gli sguardi di tutti sono su di me e le persone non esitano a commentare.
"Chissà chi ha tradito chi" "probabilmente si è fatta scoprire" ... il mondo di oggi è pessimo.

"Dille che non sei normale Kyle, se vuoi proteggerla, dille che pianifichi da anni il tuo suicidio, dille tutto e vediamo se ti cadrà ancora ai pie-"

Il suicidio? Kyle si vuole suicidare?

Un respiro rauco e poi subito un dolore al petto mi investono potenti come un tram in piena faccia, i miei talloni mi fanno fare infiniti passi indietro e ancora una volta mi trovo in una situazione dove io sono... innocente.

Cammino e ripercorro da sola la strada per casa.
"Non succederà" sento urlare dietro di me
"Non ci penso ormai da giorni" continua "non voglio ferirmi così"

"COSÌ?! Perché, in che altro modo preferiresti ferirti??"
"Non sto più male come prima"
"Per ora, con te ogni momento potrebbe essere l'ultimo"
"Ma io adesso sto"
"Stai?!" Mi giro di scatto, lui è lontano ma credo di poter sentire il suo fiato "dillo e ti crederò! Bene?! Male?! Stai e basta?! Non puoi stare o non stare! Rispondi! Finisci la frase"
"Vorrei parlarne in privato" si guarda attorno e così faccio anche io... ci saranno si e no 10 persone a fissarci dalle loro case.
Mi convinco.
"Andiamo a casa"
"Andiamo" mi raggiunge con una corretta e piano vedo la sua altezza investirmi.
Non mi da la mano, ne mi sfiora la spalla, è distaccato e credo che sia meglio così.

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora